Vlahovic e altri 10! Juve-Genoa: la prima formazione di Tudor

Dusan candidato a prima punta, Cambiaso verso il forfait, Douglas Luiz rientra con la Roma: le scelte di Igor

TORINO - Un "giocatore fortissimo", e di nuovo al centro della Juventus. Igor Tudor non ha mai avuto dubbi e pure le domande più stringenti, guardando dall'esterno, hanno trovato le risposte che cercava: Dusan Vlahovic ha il carattere e le caratteristiche giuste per traghettare la squadra verso l'obiettivo. Anche i colloqui interni, così come quelli direttamente avuti con il serbo, gli hanno confermato i pensieri che galleggiavano in quella lunga strada percorsa verso Torino. DV9 sta bene. Anzi: ha fame. Vuole recuperare il tempo perduto dietro gli scontri con Thiago Motta, l'insoddisfazione di non essere visto e perciò valutato per quel che è, ossia un attaccante in grado di farsi punto di riferimento. Non sono state infatti casuali le parole utilizzate dal neo tecnico bianconero: oltre ad andare sulle doti tecniche, Tudor ha parlato di leadership, di Dusan come un "trascinatore". Gli ha chiesto questo. Di trainare i compagni. Di farsi capitano, persino senza fascia.

 

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Tudor, anche con Yildiz bastone e carota

Il campo dirà se sarà la medicina giusta per Vlahovic, mai così fragile nell'ecosistema juventino, mai così a rischio e così sofferente. Al suo fianco, l'estro di Kenan Yildiz potrà farsi presto toccasana, perché pure per il turco Igor ha utilizzato tanta carota e poco bastone, almeno nei primi approcci e nei discorsi iniziali. Al dieci è stato detto di fare il dieci. Cioè di galleggiare tra le linee, di farsi un po' più stretto in mezzo al campo, e di avvicinarsi dunque alla porta. Ché è inutile girarci intorno e di fatto il mister non si è prestato: "Chi gioca lì alla fine è decisivo". E decisivo si diventa prendendosi le responsabilità, non girando sull'esterno e perciò a largo dal cuore dell'azione.

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Nico equilibrista, Koopmeiners l'alternativa

Una quadra, tuttavia, Tudor deve ancora trovarla: se nella prima idea della sua Juve l'impostazione sarà a tre uomini, l'imperativo che si è dato è di non stravolgere le certezze accumulate finora. A prescindere, il tecnico nutre un grande rispetto per il lavoro profuso da Thiago. Avrà la sua idea, certo. La metterà in pratica, sicuro. Però non è alla Continassa per smantellare, semmai per smussare gli angoli rimasti spigolosi nel percorso di Motta, resi probabilmente tali dal mare costantemente in tempesta, scogli diventati barriere insuperabili. Per questo, almeno dall'inizio, Nico Gonzalez sarà il suo equilibrista nella doppia fase, partendo dall'out destro; non sarà però scontato vedere immediatamente Kolo Muani con Vlahovic. E l'alternativa Koopmeiners, in un sistema di gioco pur ibrido, può diventare più concreta a seconda delle sensazioni che passeranno sulla pelle e negli occhi dell'allenatore.

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Tudor ha le idee chiare a centrocampo. In difesa...

Un discorso che non vale per il centrocampo - Thuram e Locatelli sono una coppia affiatata -, ma che torna di fortissima attualità per quanto riguarda le scelte in difesa, dove davanti a Di Gregorio può giocare una retroguardia inizialmente a quattro ma con chiari segnali di cambiamento palla al piede. Sono tutti più o meno papabili, con Gatti e Kalulu ad avanzare una candidatura più seria rispetto ai compagni. Sugli esterni, complice l'assenza di Cambiaso - ieri ha lavorato a parte, come Douglas Luiz; il brasiliano certo del forfait, mentre l'azzurro sarà valutato fino alla fine -, Weah si gioca un posto e non si scarta l'opzione McKennie più largo. Kelly e Veiga? Altre cartucce, ma più conservative. E dopo la giornata delle emozioni, questo pomeriggio sarà già tempo di decisioni.

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TORINO - Un "giocatore fortissimo", e di nuovo al centro della Juventus. Igor Tudor non ha mai avuto dubbi e pure le domande più stringenti, guardando dall'esterno, hanno trovato le risposte che cercava: Dusan Vlahovic ha il carattere e le caratteristiche giuste per traghettare la squadra verso l'obiettivo. Anche i colloqui interni, così come quelli direttamente avuti con il serbo, gli hanno confermato i pensieri che galleggiavano in quella lunga strada percorsa verso Torino. DV9 sta bene. Anzi: ha fame. Vuole recuperare il tempo perduto dietro gli scontri con Thiago Motta, l'insoddisfazione di non essere visto e perciò valutato per quel che è, ossia un attaccante in grado di farsi punto di riferimento. Non sono state infatti casuali le parole utilizzate dal neo tecnico bianconero: oltre ad andare sulle doti tecniche, Tudor ha parlato di leadership, di Dusan come un "trascinatore". Gli ha chiesto questo. Di trainare i compagni. Di farsi capitano, persino senza fascia.

 

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