Bugo dice basta, ora solo Juve: “Io, Del Piero e Zidane in dirigenza”

Martedì il live d’addio all’Alcatraz. E per la sua nuova vita, il cantautore sogna un’avventura a tinte bianconere: “Ho già proposto il J-Music Festival”

Bugo ha deciso: basta. Il concerto d’addio è fissato in data 1° aprile (all’Alcatraz di Milano), ma lui specifica che non si tratta di uno scherzo. E allora, considerando la strabordante passione bianconera del cantautore, l’intervista la cominciamo con una foto... a tema. "Grande! Del Piero, il suo addio al calcio allo Stadium, da brividi! Anche se prima del mitico Ale, beh, io ho vissuto anche il ritiro di Michel Platini… Perché sono classe 1973. Quando Michel ha lasciato il calcio ero un ragazzino, lo ricordo eccome quel momento lì. Quindi, senza sminuire Ale, che per me è un mito, mi fa piacere citare anche Platini. S’è ritirato giovane, tra l’altro, aveva 31 anni no?".

Sì, esatto: 31 anni. Volendo, avrebbe potuto continuare. Come te, del resto.

"Quando parlo di questo mio ritiro, beh, è difficile spiegare la sensazione. Sono andato anche a rivedermi le interviste di Michel e Ale! Nel mio caso posso dire che si tratta di una scelta che matura in maniera graduale nel corso di un po’ di tempo. Poi prendi la decisione una volta per tutte, convinto che se lasci stai meglio. Quindi, è il momento giusto".

Un’altra immagine emblematica da commentare: non più Del Piero allo Stadium, ma Bugo. Immagine tratta dal video “Per fortuna che ci sono io”, girato proprio nell’impianto della Juve.

"Questo è stato uno dei regali più belli che mi ha fatto Juventus. Quando mi è venuta questa idea sapevo già che sarebbe stato il mio ultimo disco e ho pensato: qual è un posto in cui un po’ ti senti a casa e in cui vuoi lanciare il messaggio 'per fortuna che ci sono io'? Con quel ritmo rock… Lo stadio della Juve è stata la prima idea che mi è venuta in mente. Ho telefonato. Era domenica, mi hanno risposto. Avevo un progetto ben preciso e l’ho illustrato. Mi hanno detto: ok, domani mattina lo stadio è tuo. È stato un onore".

Emozionante?

"Sapevo che sarebbe stato uno degli ultimi video. È stato fantastico. Quella giornata è passata così in fretta che poi ho guardato mia moglie e le ho detto: non ho ancora capito cos’è successo".

 

 

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Bugo e il primo ricordo bianconero

Cito da “Per fortuna che ci sono io”: sono un padre, sono un figlio, parlo sempre di calcio/gioco in difesa, ma corro in attacco.

"Mi riferisco al fatto che nella mia vita ho sempre imparato a difendermi. Perché io sto bene con la mia vita, le mie posizioni anche difficili, pensieri anche negativi. Ma sono una persona serena perché rispetto il mio lavoro e rispetto gli altri. Anche a calcio amo giocare in difesa, mi piace avere il controllo da dietro. Mi riferisco alla Nazionale cantanti, ovviamente, della quale sono vice-capitano. Sto dietro. Come nella vita, mi piace osservare e tenere insieme la squadra. Ci sono molte cose simili nel calcio e nella musica".

Nazionale cantanti: con chi c’è maggiore affinità?

"Cito Enrico Ruggeri, ci conosciamo da tanti anni. Ma anche con i giovani sto bene: cerco sempre di tenere uniti i senior con i giovani, perché danno una carica pazzesca anche se fanno casino».

Chi è il più forte?

"Moreno è molto bravo. Anche Blanco".

Qual è il tuo primo ricordo bianconero?

"Le partite intercontinentali, ci alzavamo apposta con mio padre. Seguivo quel rumore del collegamento televisivo… Se ripenso a quella Juve lì ho i brividi: ricordi fantastici".

 

 

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Bugo sull'esonero di Thiago Motta

Passiamo alla Juve di adesso. È un momentaccio. L’esonero di Motta ti ha stupito?

"Francamente l’esonero di Motta mi ha colto di sorpresa perché penso che cambiare un allenatore in corso di campionato sia rischioso. Non me l’aspettavo proprio in una situazione già delicata e non equilibrata per la Juventus. Quindi, insomma, non sono d’accordo. Anche se i dirigenti avranno avuto le loro ragioni. Ora vediamo cosa farà Tudor. Certo, se non dovesse far bene penso che qualcuno dovrebbe andarsene. Non so se Giuntoli o chi, ma qualcuno dovrebbe poi prendersi la responsabilità delle proprie decisioni".

“C’è crisi”, potresti cantare... Quando rivedremo la vera Juve?

"Questo è un momento di transizione. Un lungo, momento di transizione. Da tanti anni si susseguono complicazioni che vanno da questioni aziendali al Covid, passando per problemi giudiziari. Ora ai vertici ci sono avvocati e commercialisti. Sono in corso tanti cambiamenti di allenatori (penso anche ad Allegri, Pirlo e Sarri oltre che a Thiago Motta) e giocatori che fanno capire come la Juve non sia ancora stabile. Servirà del tempo: quando la società sarà autosostenibile nei conti e avrà una struttura consolidata, allora il mood sarà più positivo e finirà il periodo di transizione".

Con i giocatori della Juve hai creato qualche rapporto di amicizia?

"Ciro Ferrara lo conosco da tanto tempo e ho avuto modo di passare tempo con lui a Pechino Express. Ho conosciuto Danilo e posso dire che mi è molto spiaciuto sia andato via. Ma sono professionisti, bisogna accettarlo. Pure Cuadrado mi è spiaciuto sia andato via: l’ho citato anche in una canzone che si chiama “Non lo so!”. Cuadrado all’Inter, non lo so, non lo so, non lo so".

Domanda da calciatore. Il tuo “gol” più bello? Gol artistico, si intende.

"Premessa: calcio e musica in questo sono diversi. Il calcio è competizione, bisogna vincere. Nella musica invece no. Io odio i concorsi! La mia vittoria è quando scrivo una canzone che amo, di cui sono fiero. “Mi manca”, “E invece sì”, “Casalingo”, “Io mi rompo i c******i”. La vittoria, per un artista, è sentirsi a proprio agio con la propria musica".

 

 

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Bugo si candida: "Non mi dispiacerebbe lavorare per la Juve"

Curiosità, visto che si tratta di un episodio vissuto in diretta da milioni di italiani e visto che ha portato a strascichi legali. E, inoltre, visto che hai spiegato che la decisione del ritiro è maturata nel corso di un po’ di tempo. Se non fosse successo quel “casino” a Sanremo, con Morgan, oggi saremmo qui a parlare del tuo ultimo concerto?

"Non sarebbe cambiato nulla. Non è che un artista lascia perché c’è una polemica. Io ho sempre rifiutato il fatto che l’ambiente potesse togliermi la voglia di suonare. Le mie motivazioni sono più profonde, sono personali. Quello è un contorno che magari non mi ha aiutato in certi momenti, ma è normale. Non puoi farti influenzare. Siccome è una decisione che ho maturato in tanti anni, posso dire che se non avessi fatto quel Sanremo magari mi sarei ritirato anche prima".

Tra due-tre anni cosa farà Cristian Bugatti?

"Sarà un dirigente della Juventus! Io, Ale e Zidane. Sono pronto. No, vabbè... Lo dico per scherzare, ma la verità è che non mi dispiacerebbe lavorare per la Juve. Anche se non so in che modo. Ci parlerò. Magari potrei fare il responsabile eventi. Ho un progetto: mi piacerebbe che la Juve fosse la prima squadra al mondo ad organizzare un festival musicale. Loro lo sanno, non è una forzatura. La Juve è sempre stata pioniera in molte cose, sarebbe bello che organizzasse il primo festival. JMF: Juventus Music Festival… Perché no? Potrebbe essere una cosa divertente anche per il tifoso. Ho anche un’altra idea che mi frulla per la mente: come nel football americano, vorrei il simbolo delle squadre sul terreno. Perché non lo fanno anche nel calcio? Son tutte idee. La musica unita al calcio può fare grandi cose".

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Bugo ha deciso: basta. Il concerto d’addio è fissato in data 1° aprile (all’Alcatraz di Milano), ma lui specifica che non si tratta di uno scherzo. E allora, considerando la strabordante passione bianconera del cantautore, l’intervista la cominciamo con una foto... a tema. "Grande! Del Piero, il suo addio al calcio allo Stadium, da brividi! Anche se prima del mitico Ale, beh, io ho vissuto anche il ritiro di Michel Platini… Perché sono classe 1973. Quando Michel ha lasciato il calcio ero un ragazzino, lo ricordo eccome quel momento lì. Quindi, senza sminuire Ale, che per me è un mito, mi fa piacere citare anche Platini. S’è ritirato giovane, tra l’altro, aveva 31 anni no?".

Sì, esatto: 31 anni. Volendo, avrebbe potuto continuare. Come te, del resto.

"Quando parlo di questo mio ritiro, beh, è difficile spiegare la sensazione. Sono andato anche a rivedermi le interviste di Michel e Ale! Nel mio caso posso dire che si tratta di una scelta che matura in maniera graduale nel corso di un po’ di tempo. Poi prendi la decisione una volta per tutte, convinto che se lasci stai meglio. Quindi, è il momento giusto".

Un’altra immagine emblematica da commentare: non più Del Piero allo Stadium, ma Bugo. Immagine tratta dal video “Per fortuna che ci sono io”, girato proprio nell’impianto della Juve.

"Questo è stato uno dei regali più belli che mi ha fatto Juventus. Quando mi è venuta questa idea sapevo già che sarebbe stato il mio ultimo disco e ho pensato: qual è un posto in cui un po’ ti senti a casa e in cui vuoi lanciare il messaggio 'per fortuna che ci sono io'? Con quel ritmo rock… Lo stadio della Juve è stata la prima idea che mi è venuta in mente. Ho telefonato. Era domenica, mi hanno risposto. Avevo un progetto ben preciso e l’ho illustrato. Mi hanno detto: ok, domani mattina lo stadio è tuo. È stato un onore".

Emozionante?

"Sapevo che sarebbe stato uno degli ultimi video. È stato fantastico. Quella giornata è passata così in fretta che poi ho guardato mia moglie e le ho detto: non ho ancora capito cos’è successo".

 

 

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