Koopmeiners fermato ai box: così torna il vero Teun, il retroscena della decisione

Ora due settimane di allenamenti mirati per ritrovare la forma e solo panchina: brutte prestazioni soprattutto per una condizione non all’altezza

TORINO - Il tavolo intorno al quale vengono affrontati i principali temi in salsa Juventus, negli ultimi giorni, ha l’aspetto di un piano inclinato. Nel senso che ogni argomento finisce per scivolare verso la calamita del raffronto tra Thiago Motta e Igor Tudor. Anche un caso spinoso come quello che, ormai da troppo tempo, riguarda Teun Koopmeiners, la cui prestazione è stata una delle poche note negative pure in occasione del vittorioso esordio del tecnico croato sulla panchina dei bianconeri, sabato sera, di fronte al Genoa. Nel passaggio da un allenatore all’altro, per certo, è cambiato il registro comunicativo. E, così, dall’iniziale «Siete voi a parlare sempre di lui, io lo vedo bene in campo e sono contento del suo contributo» di mottiana memoria si è passati al «Non sta vivendo un grande momento, bisogna lavorare per recuperarlo» di tudoresco pragmatismo.

 

 

E quindi? E quindi c’è sicuramente una componente mentale da andare a indagare, come Tudor sta facendo da giorni. Il tecnico si è focalizzato su pochi, precisi, messaggi da destinare alla squadra per toccare le corde emotive giuste, ma poi si sta soffermando sulle pieghe più intime con ogni giocatore. A partire proprio da Koopmeiners, schiacciato dal timore di sbagliare la giocata quando ha il pallone tra i piedi e, più in generale, poco sereno nell’affrontare questo delicato momento della sua carriera. Ma c’è dell’altro. Già, perché il calcio di Tudor è fatto anche, se non soprattutto, di intensità e di agonismo. Di condizione atletica, dunque. E quella del centrocampista olandese, secondo quanto emerso dai test alla Continassa, è tutt’altro che ottimale.

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La decisione presa da Tudor insieme a Koopmeiners

I fitti colloqui tra il tecnico e l’ex Atalanta, allora, si sono concentrati in particolare questo aspetto. E hanno portato alla decisione di affrontare una sorta di “richiamo di preparazione”, nelle prossime due settimane, per riportare Koopmeiners ai suoi standard fisici. Tradotto: l’olandese continuerà ad allenarsi con i compagni e ad essere convocato nei prossimi appuntamenti in agenda, magari partendo però inizialmente dalla panchina, ma si sottoporrà quotidianamente a qualche sessione extra per recuperare la brillantezza perduta. Quella lasciata per strada diverso tempo fa, tra un’estate da separato in casa a Zingonia e un ottobre trascorso a dormire in poltrona a causa della fastidiosa frattura di una costola.

 

 

Episodi che ancora adesso stanno riverberando conseguenze sulle prove del centrocampista, che sabato è apparso opaco e si è distinto addirittura per undici palloni persi. Tudor ha subito messo a fuoco la situazione e studiato le contromisure: lavoro extra per Koop e domenica a Roma, con ogni probabilità, Nico Gonzalez dirottato al suo posto, al fianco di Yildiz e alle spalle della prima punta. Sulla fascia, d’altronde, dovrebbe rientrare anche Cambiaso.

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TORINO - Il tavolo intorno al quale vengono affrontati i principali temi in salsa Juventus, negli ultimi giorni, ha l’aspetto di un piano inclinato. Nel senso che ogni argomento finisce per scivolare verso la calamita del raffronto tra Thiago Motta e Igor Tudor. Anche un caso spinoso come quello che, ormai da troppo tempo, riguarda Teun Koopmeiners, la cui prestazione è stata una delle poche note negative pure in occasione del vittorioso esordio del tecnico croato sulla panchina dei bianconeri, sabato sera, di fronte al Genoa. Nel passaggio da un allenatore all’altro, per certo, è cambiato il registro comunicativo. E, così, dall’iniziale «Siete voi a parlare sempre di lui, io lo vedo bene in campo e sono contento del suo contributo» di mottiana memoria si è passati al «Non sta vivendo un grande momento, bisogna lavorare per recuperarlo» di tudoresco pragmatismo.

 

 

E quindi? E quindi c’è sicuramente una componente mentale da andare a indagare, come Tudor sta facendo da giorni. Il tecnico si è focalizzato su pochi, precisi, messaggi da destinare alla squadra per toccare le corde emotive giuste, ma poi si sta soffermando sulle pieghe più intime con ogni giocatore. A partire proprio da Koopmeiners, schiacciato dal timore di sbagliare la giocata quando ha il pallone tra i piedi e, più in generale, poco sereno nell’affrontare questo delicato momento della sua carriera. Ma c’è dell’altro. Già, perché il calcio di Tudor è fatto anche, se non soprattutto, di intensità e di agonismo. Di condizione atletica, dunque. E quella del centrocampista olandese, secondo quanto emerso dai test alla Continassa, è tutt’altro che ottimale.

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