"Roma-Juve, Ranieri può sostituire così Dybala. Se ci fosse stato Motta..."

Giuseppe Giannini, ex capitano giallorosso, gioca la prossima sfida di campionato tra giallorossi e bianconeri: "Prevedo equilibrio e prudenza, cosa può fare la differenza"

Una Roma più attenta, ma anche aggressiva e cinica. Giuseppe Giannini, storico capitano giallorosso, dipinge così la squadra di Ranieri a pochi giorni dalla sfida Champions contro la Juventus. Una gara senza pronostico perché i tre punti che separano i due club fanno sì che sia uno scontro diretto senza possibilità di sbagliare da parte di nessuna.

 

Meno di una settimana a Roma-Juve, che gara dobbiamo aspettarci?

"Se ci fosse stato Motta sarebbe stata la Juventus a prendere il pallino del gioco fin dall’inizio. Con Tudor, invece, credo sia più equilibrata la questione, l’andamento sarà d’attesa da parte di tutte e due perché è talmente importante il risultato che potrebbe condizionare lo svolgimento della gara".

 

Ma visti i risultati recenti di entrambe, si può parlare di una Roma favorita?

"Roma-Juventus è sempre stata di grande equilibrio e lo sarà anche stavolta. Chi sarà più bravo a sfruttare gli episodi porterà a casa il risultato".

 

Non ci sarà però Dybala, chi è secondo lei il sostituto ideale?

"Ci sono Soulé e Baldanzi che sono due giocatori che possono alternarsi. A seconda degli avversari, del momento e della partita possono essere utili entrambi".

 

Con la Juventus chi immagina possa partire dall’inizio tra i due?

"Non lo so, forse chi potrà garantire più solidità visto che sarà una gara improntata sull’equilibrio, sull’attesa e sull’attenzione perché è uno scontro diretto per la Champions. Andrà giocato con la testa e sugli episodi".

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Giannini su Dybala e Pellegrini

Ma senza Dybala è ancora una Roma da Champions?

"Secondo me no, perde tanto con l’assenza di Paulo. Però non sono rimaste tante partite, quindi la Roma deve riuscire a sfruttare i momenti positivi dei due giocatori con più fantasia, appunto Soulé e Baldanzi, sperando che Pellegrini possa tornare fondamentale".

 

A proposito di Pellegrini, secondo lei cosa sta succedendo al capitano della Roma?

"È difficile dare un giudizio di un giocatore che ha alternato cose buone ad altre meno, soprattutto perché ho una grande stima nei suoi confronti e penso sia importante per la Roma. Mi auguro che possa dimostrarlo in ogni situazione. Poi dipende molto dal carattere dell’uomo, quando sento Ranieri parlare di Lorenzo come di un 'romano atipico', vuole far capire che non è il classico romano sfrontato, sopra le righe, quindi quando gli piovono addosso delle critiche le subisce e ne risente, faticando a reagire. È un profilo basso come personalità".

 

Il resto della Roma, invece, sembra volare, qual è stato il merito più grande di Ranieri?

"Intanto ha messo a disposizione la sua esperienza e intelligenza, entrando subito in empatia con un ambiente che già conosceva. Questi sono stati i suoi meriti. Ha portato serenità, lavorando sulla testa dei giocatori e poi ci ha messo del suo con le intuizioni che in diverse partite hanno cambiato e portato la Roma alla vittoria".

 

Sono già dieci infatti i gol arrivati grazie al contributo della panchina.

"La lettura della gara o ce l’hai o no. Ranieri ha sempre dimostrato di averne, già all’epoca del famoso derby in cui all’intervallo tolse Totti e De Rossi. È una qualità innata che arricchisci e perfezioni con l’esperienza e gli episodi che ti capitano durante la carriera".

 

Tatticamente, invece, qual è il punto di forza della Roma?

"È una squadra più attenta, che concede poco, per poi colpire al momento giusto quando può. È un mix di aggressività, attenzione e cinismo".

 

E anche più paziente nei momenti della gara rispetto al passato?

"Ranieri è stato bravo anche in questo, nel trasmettere i tempi di giocata. Li dà anche lui con le sue indicazioni da bordocampo".

Ora manca l’ultimo step, vincere con la Juventus e i successivi big match per trasformare il sogno Champions in realtà...

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Soulé, Baldanzi e Shomurodov: tre per scordare Dybala

Comincia l’avvicinamento della Roma alla gara con la Juventus in programma domenica sera allo stadio Olimpico. La squadra si ritroverà a Trigoria dopo i due giorni di riposo concessi da Claudio Ranieri, soddisfatto per la settima vittoria consecutiva arrivata con l’1-0 di Lecce, meno per le occasioni sprecate contro gli uomini di Giampaolo e per una prestazione più sottotono rispetto alle precedenti. È mancata un po’ di qualità, soprattutto negli ultimi metri di campo e non può essere un caso se il tutto coincide con la prima gara saltata da Dybala dopo l’infortunio al tendine che lo ha messo ko fino al termine della stagione. Soulé e Pellegrini dietro a Dovbyk, la soluzione studiata dal mister giallorosso, non ha soddisfatto in pieno, al punto che nella ripresa l’argentino è stato sostituito da Shomurodov, fondamentale nel gol vittoria del centravanti ucraino. Ecco allora che il dilemma che accompagnerà Ranieri da oggi a domenica sera sarà ancora relativo al modo in cui sostituire Dybala. Non a caso lo stesso allenatore, più volte, ha parlato di come esista una Roma con la Joya e una senza. Le alternative, dunque, possono esser tre e da questa mattina cominceranno gli esperimenti a Trigoria. C’è quella vista con il Lecce e quindi Pellegrini e Soulé alle spalle di Dovbyk oppure quella che prevede l’inserimento di Baldanzi al posto dell’argentino o del capitano giallorosso. Più defilata, invece, la soluzione con il doppio centravanti nel 3-5-2. In questo caso Shomurodov affiancherebbe l’attaccante ex Girona, mentre Pellegrini verrebbe scalato a centrocampo, con i due trequartisti in panchina pronti a subentrare in corso d’opera. Difficile oggi dire quale sarà la formula che prenderà in considerazione Ranieri, ma una cosa è certa: il tecnico giallorosso non lascerà nulla al caso. Dovrà poi sostituire Saelemaekers, squalificato, mentre dovrebbe poter contare sui recuperi di Rensch e Celik, quest’ultimo potrebbe giocare sia al posto del belga che nei tre centrali, lasciando così in panchina Hummels, tornato titolare sabato scorso a Lecce dopo che la sua ultima apparizione era coincisa con l’errore di Bilbao che ha compromesso la qualificazione in Europa League. Grande bagarre, poi, a centrocampo, dove Cristante continua a migliorare, insidiando così il posto di Koné. L'altro mediano, invece, sarà un ex della Juve, l’argentino Paredes.  

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Una Roma più attenta, ma anche aggressiva e cinica. Giuseppe Giannini, storico capitano giallorosso, dipinge così la squadra di Ranieri a pochi giorni dalla sfida Champions contro la Juventus. Una gara senza pronostico perché i tre punti che separano i due club fanno sì che sia uno scontro diretto senza possibilità di sbagliare da parte di nessuna.

 

Meno di una settimana a Roma-Juve, che gara dobbiamo aspettarci?

"Se ci fosse stato Motta sarebbe stata la Juventus a prendere il pallino del gioco fin dall’inizio. Con Tudor, invece, credo sia più equilibrata la questione, l’andamento sarà d’attesa da parte di tutte e due perché è talmente importante il risultato che potrebbe condizionare lo svolgimento della gara".

 

Ma visti i risultati recenti di entrambe, si può parlare di una Roma favorita?

"Roma-Juventus è sempre stata di grande equilibrio e lo sarà anche stavolta. Chi sarà più bravo a sfruttare gli episodi porterà a casa il risultato".

 

Non ci sarà però Dybala, chi è secondo lei il sostituto ideale?

"Ci sono Soulé e Baldanzi che sono due giocatori che possono alternarsi. A seconda degli avversari, del momento e della partita possono essere utili entrambi".

 

Con la Juventus chi immagina possa partire dall’inizio tra i due?

"Non lo so, forse chi potrà garantire più solidità visto che sarà una gara improntata sull’equilibrio, sull’attesa e sull’attenzione perché è uno scontro diretto per la Champions. Andrà giocato con la testa e sugli episodi".

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