TORINO - “Costano, i procuratori costano, più dei motori dei gioielli e (forse) delle donne”. La libera citazione dalla bellissima “Ricetta di donna” cantata da Ornella Vanoni è lo spunto perfetto per approcciare l’inesausto e spinoso tema dei costi che i club sostengono per i compensi corrisposti agli agenti dei calciatori. Ecco, lasciando da parte le poesia per addentrarsi nella prosa, il dato relativo alla scorsa stagione racconta ancora di una impennata dei costi che per tutta la Serie A si assesta (dati Figc sulla trasparenza dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2024) a una cifra di oltre 226 milioni di euro in crescita del 2,7% rispetto al 2023. Va ricordato come del conteggio facciano parte, oltre alle operazioni di acquisti e cessioni del giocatore, anche le altre che coinvolgono gli agenti come per esempio i rinnovi o le rescissioni dei contratti, ma l’essenza della questione resta la stessa: i procuratori costano cari. Costi, peraltro, in continua crescita visto che si è passati da gli 84 milioni e mezzo di euro del 2015, anno comunque anomalo al ribasso perché coincide con la riforma del sistema voluto dalla Fifa che, come appunto si vede, non ha affatto fermato la spesa, anzi.
