Da Nico a Koop, chi ha fatto sparire 40 gol: l'obiettivo di Tudor oltre i flop

I numeri dell’attacco, rispetto a un anno fa, parlano chiaro: il nuovo allenatore a caccia di reti per la Champions

Quanto vale un gol. Soprattutto quando non ne hai, quando proprio non riesci a farne. Soprattutto quando pensi di poterne produrre e invece il campo è tutto fuorché un alleato: rimette in discussione pure la solidità dei numeri e l’ambizione costruita attorno a questi ultimi. Così, tra un rimpianto e un altro, il calcolo che vien fuori in casa Juve è di quelli quasi disturbanti: mancano 40 gol ufficiali alla squadra oggi allenata da Igor Tudor. Ed è un calcolo elementare, certamente molto banale, che non tiene conto di tutto ciò che compone una squadra e ancor di più una stagione. È una sottrazione, ecco. Tra quanto prodotto nella passata annata e quanto visto finora dagli attaccanti della Juventus.

 

Juve, da Koop e Nico ci si aspettavano più gol

In particolar modo dai nuovi arrivati, Nico Gonzalez e Teun Koopmeiners, e senza aggiungere Kolo Muani. Era evidentissimo, del resto: l’intenzione di Cristiano Giuntoli, in estate, è stata quella di aggiungere reti a una formazione in grado di gestire, ma mai di affondare il colpo. Ferma molto spesso alle intenzioni, ma mai a perseguirle fino alla fine. Dunque, chi meglio del miglior trequartista in circolazione, con un bottino di 15 marcature totali tra Serie A e Coppa Italia? Eh, nessuno. Peccato che Koop si sia fermato tra i dubbi tattici e quelli auto-generati dall’evidente periodo di flessione. L’olandese ha ben 13 gol che mancano all’appello, sommati ai 12 smarriti da Nico sono addirittura 25. Per capirci: sono più delle reti totali finora del Monza. E del Venezia, dell’Empoli, del Lecce. Cioè: avrebbero fatto tutta la differenza del mondo. L’argentino è attualmente a quota 3, un anno fa ha concluso con ben 16 realizzazioni, di cui 12 in campionato, però 5 nelle 6 partite finali di stagione, per l’exploit in grado di convincere definitivamente la Juventus a prelevarlo - pagandolo molto bene - dalla Fiorentina. Da questa storia si possono prendere due lezioni: la prima è che una rondine raramente faccia davvero primavera, la seconda è che potrebbe persino esserci tempo per il riscatto.

 

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Juve, mancano i gol degli attaccanti

Come per Conceiçao, partito col botto e ora un vero enigma tattico per la squadra di Igor Tudor: ha segnato 3 reti in meno rispetto all’ultimo treno preso con il Porto. E come dimenticare Arek Milik, ovviamente a secco di marcature così come di presenze in campo, mentre mesi fa aveva contribuito per ben 8 volte a cambiare il risultato dei bianconeri. Sommando tutto, adesso, a quanto si arriva? Trentasei. Non ci sono i 4 di Dusan Vlahovic, il più chiacchierato, il più discusso, probabilmente pure il più deludente se si considerano le alte aspettative avute a inizio anno per il contesto più offensivo in cui era pronto a immergersi. I dati sono spietati: è a 14 (9 in A, 4 in Champions e 1 in Coppa Italia) nelle 35 partite disputate nel 2024-2025; era a 18 in 38 match sotto la guida di Max Allegri. L’operazione indica 4 in meno: fa quaranta. Tondi, tondissimi, eppure spigolosi e pungenti, perché fanno male dal punto di vista tecnico e persino da quello logistico. Sarebbe stata un’altra Juve, se tutti avessero mantenuto le aspettative. Sarebbe stata un’altra Juve, se solo il terreno fosse stato più fertile e le delusioni non avessero preso il sopravvento. L’obiettivo di Tudor? Eliminare proprio tutti questi “se”: non hanno mai avuto un posto nella storia. Anche per questo è stato scelto il croato, col suo calcio offensivo, votato a cercare di fare un gol in più piuttosto che a prenderne uno in meno.

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Quanto vale un gol. Soprattutto quando non ne hai, quando proprio non riesci a farne. Soprattutto quando pensi di poterne produrre e invece il campo è tutto fuorché un alleato: rimette in discussione pure la solidità dei numeri e l’ambizione costruita attorno a questi ultimi. Così, tra un rimpianto e un altro, il calcolo che vien fuori in casa Juve è di quelli quasi disturbanti: mancano 40 gol ufficiali alla squadra oggi allenata da Igor Tudor. Ed è un calcolo elementare, certamente molto banale, che non tiene conto di tutto ciò che compone una squadra e ancor di più una stagione. È una sottrazione, ecco. Tra quanto prodotto nella passata annata e quanto visto finora dagli attaccanti della Juventus.

 

Juve, da Koop e Nico ci si aspettavano più gol

In particolar modo dai nuovi arrivati, Nico Gonzalez e Teun Koopmeiners, e senza aggiungere Kolo Muani. Era evidentissimo, del resto: l’intenzione di Cristiano Giuntoli, in estate, è stata quella di aggiungere reti a una formazione in grado di gestire, ma mai di affondare il colpo. Ferma molto spesso alle intenzioni, ma mai a perseguirle fino alla fine. Dunque, chi meglio del miglior trequartista in circolazione, con un bottino di 15 marcature totali tra Serie A e Coppa Italia? Eh, nessuno. Peccato che Koop si sia fermato tra i dubbi tattici e quelli auto-generati dall’evidente periodo di flessione. L’olandese ha ben 13 gol che mancano all’appello, sommati ai 12 smarriti da Nico sono addirittura 25. Per capirci: sono più delle reti totali finora del Monza. E del Venezia, dell’Empoli, del Lecce. Cioè: avrebbero fatto tutta la differenza del mondo. L’argentino è attualmente a quota 3, un anno fa ha concluso con ben 16 realizzazioni, di cui 12 in campionato, però 5 nelle 6 partite finali di stagione, per l’exploit in grado di convincere definitivamente la Juventus a prelevarlo - pagandolo molto bene - dalla Fiorentina. Da questa storia si possono prendere due lezioni: la prima è che una rondine raramente faccia davvero primavera, la seconda è che potrebbe persino esserci tempo per il riscatto.

 

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