Bremer: Con Allegri il momento più bello. Alla Juve voglio scrivere la storia  

"Il mio viaggio tra Brasile e Italia è stato pieno di sfide e trionfi, plasmando il giocatore e la persona che sono oggi. Due nazioni, due squadre, emozioni infinite. E questo è solo l'inizio" - con questo post su Instagram, Bremer ha lanciato l'uscita della seconda puntata del suo podcast "Bremer Inside". Il difensore della Juventus è al lavoro per il suo rientro in vista della prossima stagione, dopo la rottura del legamento crociato che lo sta tenendo lontano dal campo, ma è già focalizzato sul futuro. Intanto può solo fare gruppo con il resto della squadra, ma il conto alla rovescia per indossare di nuovo i colori del club è iniziato.

Bremer e il futuro Juve

Il difensore centrale brasiliano della Vecchia Signora, ha affrontato diversi temi, parlando anche degli obiettivi da raggiungere in maglia bianconera: "La Juve? Il momento più bello è stato l'anno scorso quando abbiamo vinto la Coppa Italia. Obiettivi futuri? Volevo continuare a giocare per cercare di vincere il campionato e qualcosa di ancora più grande, ma è una storia che devo ancora scrivere qui alla Juventus. Purtroppo mi sono infortunato ma tornerò più forte e daremo molte gioie ai tifosi, vinceremo grandi titoli!".  Bremer non si è messo freni e non vede l'ora di ritornare in campo per cercare di alzare nuovamente il muro nella difesa bianconera.

Il Brasile e l'adattamento in Italia

"Del Brasile mi manca quella libertà, un po' anche le spiagge, la natura in sé. Quando si cresce, si comincia a capire il calcio e ad essere atleti, la Nazionale è il grande obiettivo. Essere convocati  è un onore, un orgoglio, e per me non è stato diverso. Alla prima chiamato ero a casa con la famiglia, aspettavo questa notizia ed è stato un momento felice. Ho pensato tra me e me: "Avrò questa convocazione e poi arriverà la Coppa del Mondo e potrò essere convocato". E così è successo" - ha detto Bremer. Ha poi parlato anche delle difficoltà di ambientamento avute in Italia all'inizio, quando vestiva ancora la maglia del Torino: "Il mio primo anno in Italia è stato difficile perché, oltre a tutte le normali difficoltà di adattamento, non giocavo e non andavo bene né dentro né fuori dal campo. Ma credo che tutto abbia uno scopo e un motivo, e ne è valsa la pena, per poter guardare indietro e vedere da dove sono partito e cosa ho dovuto fare per essere dove sono. Ora sono anche piemontese, tra poco mi daranno le chiavi della città. L'Italia in generale è molto tranquilla, le spiagge sono bellissime, mi piace molto andare in Sardegna con mia moglie, e apprezzo lo stile elegante degli italiani, è davvero bello".