TORINO - Le stagioni della Roma e della Juventus hanno fatto giri immensi. Ugualmente tortuosi, eppure diametralmente differenti. I giallorossi non sono scattati dai blocchi, in avvio, i bianconeri si sono definitivamente persi, in primavera. I primi hanno cambiato per due volte la guida tecnica, diversi mesi fa, i secondi hanno optato per uno scossone, pochi giorni fa. I piemontesi allora di Thiago Motta, addirittura, erano arrivati a doppiare i capitolini già di Ranieri: 26 punti a 13, storia della 14ª giornata, ai primi di dicembre. Eppure. Eppure le due squadre, domani sera, potrebbero ritrovarsi appaiate in classifica, in piena lotta per il quarto posto con vista sulla prossima Champions League. Un auspicio dalle parti di Trigoria, uno scenario da rifuggire alla Continassa: si verificherà, infatti, qualora la Roma mettesse in saccoccia l’intero bottino dello scontro diretto dell’Olimpico.
Svilar-Di Gregorio, i numeri
C’è un denominatore comune, però, nelle ondivaghe annate delle due contendenti. E affonda le radici tra i pali. Il campionato in corso ha elevato tanto Mile Svilar quanto Michele Di Gregorio a indiscussi protagonisti, interpreti tra i più brillanti di tutta la Serie A nel proprio, delicato, ruolo. Due profili in evidenza al punto da condividere un lusinghiero primato, quello dei “clean sheet”, risultato naturalmente frutto della fase difensiva di squadra oltre che delle prodezze individuali: serbo e lombardo hanno mantenuto la porta inviolata dodici volte a testa, proprio come l’interista Sommer, almeno due volte più di qualunque altro estremo difensore in Italia. Anche se, a ben guardare, il computo complessivo delle due formazioni non coincide, dato che al fatturato bianconero contribuiscono anche le tre porte imbattute ascrivibili alle prestazioni di Perin.