Juve, Tudor l'uomo giusto per centrare l'obiettivo Champions
La sfida per i due posti Champions ancora vacanti è un meraviglioso mischione che coinvolge sei squadre: Atalanta, Bologna, Juventus, Lazio, Roma e Fiorentina, racchiuse in sei punti a sette giornate dalla fine. In un simile contesto agonistico, l’approccio ringhioso di Tudor è senza dubbio il più adatto, soprattutto per una squadra che ha avuto troppa paura nei primi otto mesi della stagione. Soddisfazioni che non danno punti e Motta ha lasciato a Tudor poco margine di errore e i pareggi concessi a una squadra che deve arrivare quarta se li è bruciati tutti lui, quindi la Juventus adesso può davvero quasi solo vincere. Però si respira ottimismo e determinazioni dalle parti bianconere: una settimana intera con Tudor ha infuso sicurezza che si nota negli sguardi, nelle posture in campo, nelle scelte su ogni pallone e nella cattiveria delle riconquiste, insomma un bigino di juventinità che ha fatto tornare il buon umore ai tifosi. Il quarto posto non è roba che li ecciti, la vista di barlumi di juve solletica la coscienza del popolo bianconero. Poi, serve sempre molta calma: sono anni che il suddetto popolo si innamora o, meglio, si illude di aver trovato la strada per poi ritrovarsi in un vicolo cieco, sedotto e abbandonato da idee, acquisti, progetti e altre cianfrusaglie che caratterizzano i difficili anni dell’anticiclo, ovvero il periodo che segue un un ciclo, quasi sempre caratterizzato dall’affannoso, se non proprio isterico, alternarsi di tentativi e azzeramenti. La storia insegna che, dopo un tot di tentativi, arriva quello buono e per un po’ la Juventus torna a dominare. La storia racconta che negli anni dei tentativi sbagliati la frustrazione asfi ssia la passione. Ecco, se anche non fosse l’uomo del destino, uno come Igor Tudor squarcia il cielo basso di questa bigia stagione bianconera e fa respirare un po’ d’aria juventina. In fondo non è poco.