Motta asfaltato: “Allora perché la Juve ti ha cacciato? Così è meglio che taci”

La recente intervista di Thiago ha scatenato il dibattito a Sky: “Uno poi le domande se le fa…”

La Juve esce con un punto dall'Olimpico. Dopo un entusiasmante primo tempo e in generale un'ottima gara, i bianconeri impattano per 1-1 contro la Roma in una tappa decisiva per la rincorsa alla zona Champions. Buonissimi segnali dai bianconeri con Igor Tudor in panchina: questo al centro del dibattito a Sky Calcio Club. Ma nella trasmissione condotta da Fabio Caressa ci si è a lungo focalizzati anche sulla recente intervista di Thiago Motta, rilasciata alcuni giorni dopo la decisione da parte della società di esonerarlo.

Roma-Juve a Sky Calcio Club

Si parte dall'analisi del match dell'Olimpico, con Beppe Bergomi che afferma: “A me la Juve è piaciuta. Si parla dicendo che gli allenatori han bisogno di tempo, invece Tudor arriva e in 15 giorni ci fa vedere una squadra diversa. Ho sempre pensato che se i giocatori li metti al posto giusto e gli dai un’identità forte… Abbiam visto un ottimo primo tempo giocato dalla Juventus, la Roma l’ha capito, è stata in sofferenza senza rinunciare. Nella ripresa i cambi poi hanno dato qualcosa in più. Il pareggio mi sembra corretto anche se la Juventus ha proposto qualcosa in più rispetto alla Roma”.

Giancarlo Marocchi dice la sua: “Perin ha detto in settimana che gli è stato restituito lo spirito di gruppo? Se lo dice lui che è dentro il gruppo e conosce lo spogliatoio da un po’ c’è da fidarsi. Noi restiamo a ciò che si vede da fuori così non facciamo differenze, e ha ragione Beppe: tutt’altra cosa. Col Genoa buona partita, ottimo il risultato ma solo una buona partita. Invece stavolta contro la Roma, squadra tra le più in forma, fa un primo tempo perfetto”. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ora i giocatori sono nelle loro posizioni"

Il discorso si sposta più sul tecnico, ed in particolare sulle posizioni in campo dei calciatori bianconeri con Tudor. Luca Marchegiani sottolinea: “Secondo me i giocatori son nelle posizioni loro adesso. Yildiz, lo dicevamo anche prima, che a sinistra si trova più a suo agio, si trova meglio negli smarrimenti. Poi lascia stare che conclude l’azione a destra, non è quello. È la posizione da cui parte, si vede chiaramente che ha più facilità nel puntare l’avversario perché va da entrambe le parti con la stessa facilità, verso l’interno ha più soluzioni rispetto a quando parte dall’altro lato. Stesso per Nico Gonzalez, che ora parte da destra cioè la posizione in cui l’abbiamo sempre visto. Vero che magari in Argentina partiva da sinistra, ma alla Fiorentina l’abbiamo visto: voleva proprio giocare in quella posizione lì”.

D'accordo con lui Bergomi, che aggiunge: “Per me ancora meglio Luca. Posizioni intermedie, non aperte ma più dentro il campo dietro la punta, per avvalorare quello che stavi dicendo tu. Cosa dicevamo noi di Yildiz? Meglio un po’ più dentro al campo, non troppo aperto perché lì nell’1 contro 1 magari lo potevano raddoppiare e andava più in difficoltà. Poi per i difensori non è mai facile rompere la linea, devi andarli a prendere. E credo che l’intensità aiuti questi ragazzi, che sono al loro posto. Tudor ha tentato nella prima partita di mettere Nico tutta fascia ma non è il suo. E quindi vengo dalla tua Luca, sono posizionati bene adesso”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L'intervista di Motta, l'analisi

Il discorso si sposta sull'intervista rilasciata da Motta negli scorsi giorni. Caressa chiede a Marocchi: “Da juventino di vecchio corso, sei rimasto un po’ sorpreso dal fatto che Thiago Motta abbia rilasciato queste dichiarazioni così pochi giorni dopo l’allontanamento?”. L'ex Juve oggi opinionista risponde: “Al di là dei miei trascorsi juventini, perché un allenatore parla così in fretta? Di solito lascia decantare un po’… Boh, forse crede che io e altri gli abbiamo fatto delle critiche ingiuste. Ha voluto precisare delle cose abbastanza semplici, mi aspettavo dicesse cose che non sapevo e invece ha fatto tante piccole precisazioni. Che poi, vero ciò che dico io e vero ciò che dice lui, ma si vedevano partite bruttine”. Caressa aggiunge: “Leggendo tutte quelle cose come che non ha mai litigato con lo spogliatoio, che non ha avuto nessuna discussione con Giuntoli, che non è stato un errore mandare via Kean e Fagioli, che non ha mai detto ad Yildiz di non doversi sentire Messi, che non è stato un fallimento, allora poi uno si domanda: ma perché ti hanno mandato via? Il ragionamento mi sembra abbastanza consequenziale”.

"Thiago difende il suo lavoro"

Marchegiani analizza: “Lui non si sarebbe mandato via, difende il suo lavoro. Non ci sono allenatori concordi con l’esonero? No, non è così. Ci sono allenatori che si sono dimessi, altri che vivono l’esonero come una liberazione perché non riescono a tirar fuori più niente dalla situazione. Lui probabilmente pensava di poter… Però ragazzi in Italia il tempo non c’è. Sapete quanti allenatori ad oggi un anno fa allenavano le squadre che allenano adesso? Solo tre: Inzaghi, Gasperini e Fabregas che era in Serie B col Como, gli altri sono cambiati tutti. Non ce n’è più uno che l’anno scorso era sulla panchina in cui è adesso. Perciò in Italia il tempo non c’è”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Thiago non ha capito dov'era"

Stefano De Grandis in studio analizza due concetti espressi dall'ex tecnico bianconero su cui non è concorde: “Secondo me ci sono due dichiarazioni di Motta che però sono abbastanza contestabili. Cioè quando dice che non è un fallimento perché l’obiettivo dichiarato era il quarto posto non è vero, quello era l’obiettivo minimo. Dici che l’obiettivo è il quarto posto, ma spendo 200 e rotti milioni per fare esattamente lo stesso che hai fatto l’anno scorso meno la Coppa Italia: l’obiettivo non può essere peggiorare spendendo. Su quello si può discutere. E poi dire che non è stato un errore mandare via Kean e Fagioli quando il primo diventa il centravanti della Nazionale, fa gol e reparto da solo meglio sia di Vlahovic che di Kolo Muani… Secondo me significa negare”.

Caressa aggiunge: “In riferimento all’obiettivo dichiarato da Motta, è la dimostrazione che non ha capito dov’era, non ha capito che era alla Juventus. Tanto è vero che la Juventus vista con la Roma se la guardi dici ‘Questa è la Juventus’, la riconosci, come il simbolo che ha toccato Locatelli dopo il gol. E poi c’è un’altra risposta di Motta: se Perin dopo l’intervista dice ‘Adesso finalmente ci danno un’idea di gruppo’, vuol dire che anche lo spogliatoio era contro… Motta sarà anche una persona schietta, ma chiunque di noi abbia avuto un incarico di responsabilità lo sa che sei l’ultimo a saperlo se hai tutti contro, non è che ti bussano in ufficio e ti vengono a dire che sono contro di te”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Motta, non dire le cose a metà"

Marchegiani torna su un concetto di Marocchi: “Però Fabio io condivido ciò che diceva Giancarlo prima: a parte probabilmente la partita di Firenze dove si è vista una squadra scarica, ma non si era mai avuta la sensazione che mancasse la risposta dal punto di vista dell’impegno, dell’applicazione, lo dicevamo anche qui e me lo ricordo. Poi se dopo nello spogliatoio litigavano…”. Caressa rimarca: “No non litigavano. Ma una cosa è metterci tutto quello che puoi dare, un’altra cosa è credere fermamente in ciò che stai facendo”. Marchegiani prosegue nell'analisi: “Che l’allenatore abbia ancora oggi la sensazione che la squadra lo stesse seguendo, io ci credo. Io non la trovo una cosa scandalosa che abbia voluto parlare in un momento in cui sembra che Thiago Motta sia… E’ un allenatore giovane, che si è trovato in una situazione non semplice”.

Ancora Caressa, che in riferimento all'intervista rilasciata da Motta sottolinea: “Però permettimi di dire una cosa: se devi parlare, parla. Se devi dire le cose… Non dire le mezze cose, solo i ‘no’ ha detto, dì anche cosa è successo. Non hai avuto tempo? Non hanno fatto gli acquisti? Anche sugli acquisti ha detto che avevano concordato tutto sulla società. Secondo me se decidi di parlare dopo 10 giorni parla, dì le cose, così mi sembra una cosa inutile. Che sensazione avete avuto leggendo l’intervista? Che era tutto chiaro?”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il fattore Bremer 

L'analisi prosegue con Bergomi: “Vissuta da fuori, quante volte abbiamo detto che per la Juventus il bicchiere era sempre mezzo pieno o mezzo vuoto. Anch’io per tanto tempo lo vedevo pieno, sono onesto. Però le ultime partite, Atalanta, Fiorentina, le eliminazione in successione tra Champions e Coppa Italia con prestazioni così, una società si interroga. Non lo vedo scandaloso un esonero, poi dopo tutto il resto…”. Marocchi rimarca il concetto espresso prima da Caressa: “Per quello se parli ci dici qualcosa. Ad esempio hanno comprato giocatori non adatti al mio gioco ed è andata a finire così. Non lo può dire perché lo hanno seguito? Se lo hanno seguito allora ha sbagliato, perché il prodotto che abbiamo visto in campo… Si salva l’inizio, dove la Juve non tirava ma contro la Juve nemmeno tirava nessuno. Poi dopo…”.
Caressa rimarca: “Dall’intervista si evince che poi il problema fondamentale è che si è fatto male Bremer. Cioè dice che se avesse continuato a giocare Bremer non avremmo preso quei gol e fatto quelle cose. Però io dico: se tu fai un’intervista, ma una cosa chiara su cosa non è andato, ed è ovvio che qualcosa non è andato visto che ti hanno mandato via, ma una cosa la vuoi dire? Non so magari cose tipo ‘Non ho capito bene l’ambiente’ o ‘Non mi hanno dato il tempo che mi avevano promesso’. Una cosa la devi dire secondo me, sennò meglio che taci”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ecco perché Motta ha fatto l'intervista"

Bergomi analizza un altro aspetto che, a suo avviso, ha inciso negativamente sulla parentesi di Motta alla Juve: “Io penso una cosa, un errore che posso dire di Thiago Motta. Non aver capito l’importanza di alcuni giocatori lasciati andare via con troppa facilità. Danilo? Si lui è uno per esempio. Perché poi la storia della Juventus la insegnano questi ragazzi qui che son lì da tanto tempo e che ti fanno capire cos’è. Capisco che quando c’è un cambiamento, ci son passato anche io… Però questa squadra lo scorso anno ha fatto un quarto posto, ha vinto la coppa: con determinati calciatori secondo me potevi parlare, dirgli che potevano essere importanti anche giocando meno, tenerli coinvolti nel progetto, ti davano una mano. Alla fine è la gestione del gruppo, quando vedi le ultime partite della Juve e non c’è reazione e non c’è niente…”. Caressa si dice d'accordo: “Ma infatti è quello. Se dopo la Fiorentina dicono ‘Resti’ e poi dopo una settimana in cui non hai giocato e mancavano i nazionali vai via, vuol dire che qualcosa deve essere successo. E comunque nessuno sta mettendo in dubbio che sia un bravo allenatore”.

"Immagino che Giuntoli gli abbia detto..."

Marocchi ricostruisce come secondo lui sia andata per l'esonero: “Immagino che Giuntoli gli abbia detto ‘Visto che siamo in questa situazione in cui funziona poco e niente cambierai qualcosa?’. Thiago non è disonesto, è diretto ecc e queste cose non l’ha mai messo in dubbio, magari ha un carattere difficile ma questo non c’entra nulla. Quindi Thiago avrà risposto ‘No, io sto facendo tutto bene, continuiamo così’. Per quello sarà arrivata quella decisione, altrimenti non si spiega”. A concludere è Marchegiani: “Questa non è un’intervista per ammettere i propri errori, è un’intervista per difendere il proprio lavoro. Perciò rimane fermo su quelle che sono le sue convinzioni. Poi avrà tempo per capire se effettivamente tutto quello che ha fatto è stato fatto bene”.

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juve esce con un punto dall'Olimpico. Dopo un entusiasmante primo tempo e in generale un'ottima gara, i bianconeri impattano per 1-1 contro la Roma in una tappa decisiva per la rincorsa alla zona Champions. Buonissimi segnali dai bianconeri con Igor Tudor in panchina: questo al centro del dibattito a Sky Calcio Club. Ma nella trasmissione condotta da Fabio Caressa ci si è a lungo focalizzati anche sulla recente intervista di Thiago Motta, rilasciata alcuni giorni dopo la decisione da parte della società di esonerarlo.

Roma-Juve a Sky Calcio Club

Si parte dall'analisi del match dell'Olimpico, con Beppe Bergomi che afferma: “A me la Juve è piaciuta. Si parla dicendo che gli allenatori han bisogno di tempo, invece Tudor arriva e in 15 giorni ci fa vedere una squadra diversa. Ho sempre pensato che se i giocatori li metti al posto giusto e gli dai un’identità forte… Abbiam visto un ottimo primo tempo giocato dalla Juventus, la Roma l’ha capito, è stata in sofferenza senza rinunciare. Nella ripresa i cambi poi hanno dato qualcosa in più. Il pareggio mi sembra corretto anche se la Juventus ha proposto qualcosa in più rispetto alla Roma”.

Giancarlo Marocchi dice la sua: “Perin ha detto in settimana che gli è stato restituito lo spirito di gruppo? Se lo dice lui che è dentro il gruppo e conosce lo spogliatoio da un po’ c’è da fidarsi. Noi restiamo a ciò che si vede da fuori così non facciamo differenze, e ha ragione Beppe: tutt’altra cosa. Col Genoa buona partita, ottimo il risultato ma solo una buona partita. Invece stavolta contro la Roma, squadra tra le più in forma, fa un primo tempo perfetto”. 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...