TORINO - Il fertilizzante che ha dato nuovo vigore a quel germoglio che si conferma essere il progetto della Juventus, messo a dura prova dalla pioggia e dal vento, risiede nelle idee di Igor Tudor. Magari pochi principi soltanto, annidati intorno a qualche solida certezza, ma ciò che serve per non far confusione. E per portare a termine nel migliore dei modi possibili, con un po’ di sano pragmatismo, una stagione che era nata sotto ben altra stella.
Vlahovic, punto fermo di Tudor
Una delle principali convinzioni del tecnico croato si chiama Dusan Vlahovic. E per questo, coerente con se stesso, Tudor non intende rinunciare a quello che ritiene un prototipo ideale di numero 9 per il suo vestito tattico. Così, se la punta serba non ha reso secondo aspettative nei primi 180’ della sua gestione, ben al di là delle zero reti messe a referto, ora l’allenatore medita nuove soluzioni che possano valorizzarne le qualità. Come l’inserimento di Kolo Muani vicino a lui, appunto. Dal Genoa alla Roma qualche variazione sul tema si è vista, dal cambio di posizione di Nico Gonzalez all’inserimento di Weah sulla corsia, ma DV9 non è parso beneficiarne granché, a prescindere dalla differente qualità tecnica dell’avversaria di fronte. I numeri dell’attaccante di Belgrado sono rimasti modesti, la prestazione nel complesso - da una settimana all’altra - ha fatto persino un passo indietro. E l’ultima gioia in bianconero resta quella nelle prime battute della sfida con il Cagliari: correva l’ormai lontano 23 febbraio.