Vlahovic e la Juve, il rinnovo è utopia: come dirsi addio a cuor leggero

DV9 vuole celebrare la centesima in Serie A con i bianconeri regalandosi la doppia cifra

TORINO - Gli sono bastati 12 minuti e 34 secondi per convincere anche i più scettici sostenitori bianconeri, che la sua avventura a Torino sarebbe stata straordinaria. Era il 6 febbraio del 2022, quando Dusan Vlahovic - all’esordio in campionato con la Juventus dopo gli ultimi sei mesi alla Viola - raccoglieva quell’imbucata in profondità di Dybala per poi punire il Verona con un tocco sotto tanto ambizioso quanto delicato. Il miglior modo possibile per presentarsi a un pubblico ancora affranto e spaesato dall’addio a sorpresa di quel marziano portoghese, all’anagrafe: Cristiano Ronaldo. Il preludio di un eccellente finale di stagione, con il serbo che mise a referto 7 reti nelle successive 15 partite, elevandosi al cospetto dei più prolifici bomber d’Europa, tra cui Haaland per stessa ammissione del serbo in un’intervista rilasciata a Dazn: "Siamo simili. Lui forse è un po’ più veloce, ma per il resto ce la giochiamo".

 

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Vlahovic, cosa dicono i numeri alla Fiorentina e alla Juve

A tre anni da quella fredda e benaugurante serata dell’Allianz, è la matematica a consegnarci il conto - come se ce ne fosse bisogno - di una lampante disillusione collettiva: 44 gol e 7 assist in 98 presenze in Serie A di Vlahovic con la Fiorentina; 42 gol e 7 assist in 99 uscite con la Juventus. Numeri dalla spaventosa similitudine, di fronte ai quali viene spontaneo chiedersi se, dal suo arrivo in bianconero, il serbo sia migliorato, peggiorato o - semplicemente - abbia smesso di crescere. Difficile trovare una risposta imponibile “erga omnes”, anche perché i gol più che contati, andrebbero pesati... Quel che è certo è che Vlahovic, al netto dei vari infortuni e della recente bocciatura di Motta che l’ha tenuto lontano dal campo per mesi prima che Tudor decidesse nuovamente di affidargli le chiavi dell’attacco, alla Juve ha sempre viaggiato con la stessa singhiozzante andatura. Fiducioso, freddo e propositivo nelle prime battute del campionato, prima di abbandonarsi a settimane di digiuno intermittente, per poi riaggiustare la mira nei finali di campionato centrando sempre e comunque la doppia cifra.

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Vlahovic  a caccia della doppia cifra contro il Lecce

Nella prima stagione “intera” alla Juve è arrivato a quota 10 gol in 27 partite, complice un lungo stop per via della pubalgia. L’anno seguente furono 16 le reti in 33 uscite. Al momento è arrivato a 9 marcature e chissà che non scelga proprio il Lecce (a cui ha già segnato 3 volte) per celebrare la sua 100ª presenza in bianconero raggiungendo la doppia cifra. Con i guai fisici di Thuram, destinato a sedersi in panchina stasera, Tudor sembrerebbe aver accantonato l’ipotesi di un attacco pesante con Yildiz e Kolo Muani a supporto del serbo. Ed è anche per questo che Dusan avrà ancor di più sulle sue spalle il peso di un attacco inceppato da fine febbraio. E non c’è separazione annunciata che conta: la Juve per consolidare il quarto posto - e dunque la Champions - ha bisogno di Dusan, esattamente come Dusan ha bisogno della Juve. Del resto si sa, il rinnovo con la Juve - alle cifre che gradirebbe il serbo - è ormai utopia. Meglio dunque mettersi in mostra a suon di gol, nella speranza di attirare l’interesse di platee “deluxe”. Insomma, per dirsi addio a cuor leggero e senza troppi rimpianti...

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TORINO - Gli sono bastati 12 minuti e 34 secondi per convincere anche i più scettici sostenitori bianconeri, che la sua avventura a Torino sarebbe stata straordinaria. Era il 6 febbraio del 2022, quando Dusan Vlahovic - all’esordio in campionato con la Juventus dopo gli ultimi sei mesi alla Viola - raccoglieva quell’imbucata in profondità di Dybala per poi punire il Verona con un tocco sotto tanto ambizioso quanto delicato. Il miglior modo possibile per presentarsi a un pubblico ancora affranto e spaesato dall’addio a sorpresa di quel marziano portoghese, all’anagrafe: Cristiano Ronaldo. Il preludio di un eccellente finale di stagione, con il serbo che mise a referto 7 reti nelle successive 15 partite, elevandosi al cospetto dei più prolifici bomber d’Europa, tra cui Haaland per stessa ammissione del serbo in un’intervista rilasciata a Dazn: "Siamo simili. Lui forse è un po’ più veloce, ma per il resto ce la giochiamo".

 

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