“Batosta tremenda”, “Conte scatenato”: Zambrotta senza filtri sulla Juve

L’ex giocatore bianconero tra aneddoti, curiosità e le tappe più importanti della carriera: “Mi danno ancora del mercenario e mi dispiace"

Gianluca Zambrotta si è raccontato nel corso di una lunga intervista al podcast "Passa dal BSMT" di Gianluca Gazzoli. L'ex calciatore, campione del Mondo con la Nazionale nel 2006, ha ripercorso la sua carriera che lo ha portato a vestire le maglie di Juve, Barcellona e Milan. In particolare l'ex terzino ha svelato alcuni interessanti retroscena sulla sua avventura in bianconero, parlando anche della situazione attuale.

 

Zambrotta ricorda: "A Perugia campo impraticabile"

L'ex terzino ha iniziato raccontando il suo trasferimento in bianconero: "Sono arrivato alla Juve nel 2000 dopo due anni in Serie A con il Bari. Ero in procinto di firmare per il Milan, ma alla fine la Juve offrì di più e vinse quel duello di mercato. Ho lavorato due anni con Ancelotti e siamo arrivati sempre secondi, con subito il famoso scudetto di Perugia. E' stata una stagione pessima come risultati, ma positiva per me che sono arrivato in una big. A Perugia sono stato espulso dopo che siamo stati fermi un'ora-un'ora e mezza, il campo era impraticabile. Io ero un ragazzino, è stata una catastrofe enorme. Il Perugia era una squadra assolutamete alla nostra portata, è stata una colpa generale nostra. Quella estate vengo quindi convocato per l'Europeo, era il mio primo impegno importante con l'Italia e vengo espulso dopo mezz'ora nella semifinale contro l'Olanda. Nonostante questo sono riusciti ad arrivare ai rigori e a vincere. In finale contro la Francia facciamo una grande partita ed al 93' decido di lasciare la tribuna per scendere a festeggiare con i mie compagni e proprio in quel momento arriva il pareggio. Ai supplementari rimango tutto il tempo nello spogliatoio e fa gol Trezeguet. E' stata un'altra batosta tremeda, lo spogliatoio era un mortorio. La mia stagione si è poi conclusa con le Olimpiadi di Sydney in cui mi sono infortunato al ginocchio, l'anno 2000 è da dimenticare per me. Per fortuna il calcio ti dà sempre un'altra possibilità se sei bravo a coglierla".

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Zambrotta: "5 maggio emozionante, l'Inter ha avuto paura"

Sull'avventura di Ancelotti alla Juve ed il primo scudetto in bianconero: "E' stato sfortunato perché è arrivato secondo per due anni di fila. La società non gli ha dato fiducia ed ha voluto richiamare Marcello Lippi. Lui poi è andato al Milan che era tra le squadre più forti a livello internazionale. Juve-Milan era la sfida principale, c'è stata anche la finale di Champions del 2003. Da lì ha fatto una carriera veramente straordinaria in tutte le squadre in cui è andato, aveva l'idea e la mentalità giusto. Noi comunque con Lippi siamo tornati a vincere subito, è stato l'anno del 5 maggio. Sicuramente è lo scudetto più emozionante. Aspettavamo il risultato di Lazio-Inter, tutti i tifosi avevano la radiolina. E' stata una giornata adrenalinica, noi dovevamo vincere e sperare. L'Inter un po' l'ha sofferta anche in virtù del nostro risultato, hanno avuto paura. I festeggiamenti? C'è stata una grandissima festa dopo due anni in cui arrivavamo secondi. Conte era tra i più scatenati, ma anche Del Piero e Trezeguet. Nel calcio ci sono delle cose che ritornano. Penso a Materazzi che era nel Perugia nel 2000 quando abbiamo perso lo scudetto e poi si ritrova dall'altra parte con l'Inter o a Trezeguet che segna il gol decisivo agli Europei e poi è l'unico a sbagliare il rigore nel 2006".

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Zambrotta: "Finale Manchester? Nessuno voleva tirare i rigori"

Invece sulla grande delusione della finale di Manchester: "Nel 2003 ho fatto una bella annata dal punto di vista fisico e mentale e siamo arrivati in finale di Champions dopo una vittoria strepitosa contro il Real Madrid di Roberto Carlos, Zidane e Figo. Abbiamo avuto la sfortuna di non avere Nedved che era una furia in quegli anni, vinse anche il Pallone d'Oro. I rigori? C'è stata una grande differenza tra le due squadre in quella occasione. Come ha raccontato Lippi nessuno voleva tirare, tutti scappavano. Abbiamo tirato dei rigori brutti a differenza del Mondiale 2006 che sono stati perfetti. La differenza in quei momenti la fa la mentalità. Buffon comunque è stato fenomenale perché ne ha parati due".

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Mondiale 2006, i ricordi di Zambrotta

Spazio poi alla vittoria del Mondiale 2006: "Sulla carta non eravamo la Nazionale più forte, c'erano squadre come Brasile, Francia e Germania. Noi arrivavamo da un momento difficile per Calciopoli, tanti di noi non conoscevano il loro futuro durante il ritiro. Siamo partiti con questo macigno sulla testa, ma siamo stati bravi anche grazie a Lippi ad isolarci come aveva fatto la Nazionale nel 1982. All'inizio del Mondiale certa stampa contestava il fatto che Cannavaro fosse il capitano e che Buffon giocasse da titolare. Avevamo una grande forza del gruppo e dello spogliatoio, si è creato un clima eccezionale. La Geramania era il paese giusto perché erava vicino casa ed era piena di italiani. Il percorso è stato straordinario, agli ottavi siamo stati ad un passo dall'uscire contro l'Australia prima del rigore di Totti al 94'. Prima del quarto di finale contro l'Ucraina c'è stato poi il dramma di Gianluca Pessotto e noi della Juve siamo tornati in Italia. In finale sapevamo che la Francia fosse più forte, era una squadra fenomenale. Siamo comunque riusciti a portarla fino ai rigori dove siamo stati perfetti. Ci siamo resi conto di quello che avevamo fatto solo quando siamo tornati a Roma, ci abbiamo messo un'ora e mezza per arrivare in centro per tutti i tifosi che c'erano".

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Zambrotta: "Addio alla Juve? Mai ricevuta una proposta"

Zambrotta ci ha tenuto a fare chiarezza sull'addio alla Juve post Calciopoli: "Mi sono arrivate diverse proposte. C'erano Chelsea, Real Madrid, Milan e decisi di andare al Barcellona. Perché non sono sceso in Serie B come altri? Non ho mai ricevuto una proposta dalla Juve per farmi rimanere con un contratto a vita, l'ho sempre detto. Avevo 29 anni, erano gli ultimi anni per lottare per traguardi importanti. Ho scelto Barcellona perché era una squadra fenomenale, aveva appena vinto la Champions contro l'Arsenal. C'era la possibilità di lottare per sei trofei, erano competizioni nuove che non avevo mai affrontato. E' stata una scelta professionale. Proposta della Juve per rimanere? Se fosse arrivata l'avrei sicuramente presa in considerazione, ma non è mai arrivata come disse anche Cobolli Gigli, è un dato di fatto. Sono decisioni che vanno rispettate, i tifosi non conoscevano la situazione. Sono consapevole della delusione che ho provocato, le mie spiegazioni le ho date. Mi dispiace oggi sentire ancora di essere stato un traditore ed un mercenario".

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Zambrotta: "Zidane e Nedved erano impressionanti"

Il classe 1977 ha svelato i ialciatori che più lo hanno impressionato in carriera: "Zidane credo che sia stato il calciatore più bello da vedere per la sua eleganza. Quando arrivò alla Juve c'era diffidenza, ma bastava vedere come toccava la palla per capire quanto fosse diverso. Era di un altro pianeta. Nei due anni di Juve eravamo in stanza insieme, una persona straordinaria e molto tranquilla. Quando va via poi mi mettono con Nedved che anche ha vinto il Pallone d'Oro, ho portato bene. Nel Barcellona poi ho giocato con Ronaldinho, Messi, Xavi e Iniesta che erano sopra tutti, erano talento puro".

Zambrotta: "Per la Juve è un momento difficile"

Infine sulla Juve attuale dopo il cambio di allenatore: "E' un momento difficile e particolare con il cambio di allenatore. Tudor conosce l'ambiente e da subentrato ha sempre fatto bene. Mi piace molto, ha la capacità di dare subito la scossa. Aiuta essere juventino? Gli allenatori più vincenti della storia della Juve come Trapattoni, Lippi ed Allegri non avevano mai avuto un passato in bianconero quindi non è una cosa automatica. Il fatto di conoscere l'ambiente Juve riporta comunque del senso di appartenenza che magari si era perso. Il calendario è abbordabile, la Champions per me è alla portata. Allenare la Juve? Non è il percorso che ho fatto, è troppo complicato".

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Gianluca Zambrotta si è raccontato nel corso di una lunga intervista al podcast "Passa dal BSMT" di Gianluca Gazzoli. L'ex calciatore, campione del Mondo con la Nazionale nel 2006, ha ripercorso la sua carriera che lo ha portato a vestire le maglie di Juve, Barcellona e Milan. In particolare l'ex terzino ha svelato alcuni interessanti retroscena sulla sua avventura in bianconero, parlando anche della situazione attuale.

 

Zambrotta ricorda: "A Perugia campo impraticabile"

L'ex terzino ha iniziato raccontando il suo trasferimento in bianconero: "Sono arrivato alla Juve nel 2000 dopo due anni in Serie A con il Bari. Ero in procinto di firmare per il Milan, ma alla fine la Juve offrì di più e vinse quel duello di mercato. Ho lavorato due anni con Ancelotti e siamo arrivati sempre secondi, con subito il famoso scudetto di Perugia. E' stata una stagione pessima come risultati, ma positiva per me che sono arrivato in una big. A Perugia sono stato espulso dopo che siamo stati fermi un'ora-un'ora e mezza, il campo era impraticabile. Io ero un ragazzino, è stata una catastrofe enorme. Il Perugia era una squadra assolutamete alla nostra portata, è stata una colpa generale nostra. Quella estate vengo quindi convocato per l'Europeo, era il mio primo impegno importante con l'Italia e vengo espulso dopo mezz'ora nella semifinale contro l'Olanda. Nonostante questo sono riusciti ad arrivare ai rigori e a vincere. In finale contro la Francia facciamo una grande partita ed al 93' decido di lasciare la tribuna per scendere a festeggiare con i mie compagni e proprio in quel momento arriva il pareggio. Ai supplementari rimango tutto il tempo nello spogliatoio e fa gol Trezeguet. E' stata un'altra batosta tremeda, lo spogliatoio era un mortorio. La mia stagione si è poi conclusa con le Olimpiadi di Sydney in cui mi sono infortunato al ginocchio, l'anno 2000 è da dimenticare per me. Per fortuna il calcio ti dà sempre un'altra possibilità se sei bravo a coglierla".

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