Se tre indizi fanno una prova, l’assassino di questa stagione bianconera è Thiago Motta. Ma il calcio non è un giallo di Agatha Christie, quindi: calma. Anche se non si era mai vista la Juventus tiranneggiare così una partita, mordendola dal primo minuto e collezionando 18 tiri nei primi 39 minuti, due dei quali sono diventati gol. Facile con il Lecce, si dirà. Ma proprio contro il Lecce, a inizio dicembre, erano emersi i limiti di una squadra incapace di chiudere le partite e di imporre la sua superiorità tecnica: era finita 1-1, ennesimo pareggino di una Juventus confusa che inseguiva le idee di Motta senza punti di riferimento. Insomma, non è banale battere il Lecce in un’annata come quella attuale per i bianconeri che, 28 giorni fa, venivano presi a schiaffi dalla Fiorentina senza avere la minima reazione atletica, agonistica ed emotiva. Comunque vadano i risultati di oggi, la Juventus si è rimessa al quarto posto e sta ritrovando sicurezza in se stessa come squadra, cioè la capacità di mettere in campo la consapevolezza di essere più forte di certi avversari.
La cura Tudor
Tudor ha restituito i giocatori al ruolo naturale, ha trasmesso loro energia e verticalità, li ha resi più cattivi in ogni contrasto. Per contro il suo calcio consuma molta benzina e, nelle ultime tre partite, la Juventus ha dato l’impressione di andare un po’ in riserva nella seconda parte, dopo essere andata a cento all’ora dal fischio d’inizio, con tutti, difensori compresi, che si propongono in attacco, in un arrembaggio estremamente aggressivo e dispendioso. Ma anche dopo aver preso il gol del 2-1 del Lecce, la squadra di Tudor non è andata nel panico, ha sofferto in modo composto, ha centellinato le ultime energie per portare a casa il risultato. Ecco: il risultato. Si pensi ciò che si vuole della gara a due facce di ieri sera, ma intanto Tudor vince: 7 punti in 3 partite, di cui una trasferta all’Olimpico contro una Roma galoppante.