Se di fronte al gol lampo di Koopmeiners - vuoi per un po’ di scaramanzia, vuoi perché il match era davvero iniziato da pochi istanti - l’esultanza è stata contenuta, al raddoppio di Yildiz non ci ha capito più nulla. Non è la prima volta che Bernardo Brogi percorre quei 485 chilometri che separano Siena da Torino per venire a vedere la Juventus. Ma il match di ieri sera vinto dai bianconeri con il Lecce, probabilmente, non se lo scorderà mai. Lui, che fin da piccolo ha promesso amore eterno a due colori: il giallorosso della Contrada del Valdimontone, il quartiere in cui è cresciuto tra un palio e l’altro; e il bianconero della Juventus. La squadra del suo babbo e dei suoi cugini maggiori. Sono stati loro a iniziarlo al calcio invitandolo a casa la domenica per sostenere la Vecchia Signora in quel decennio di successi che portano le firme di Conte, Allegri e Sarri.

L'idolo Mandzukic e il rito con il babbo
Quando ripensa alla rovesciata in finale di Champions di Mandzukic - l’idolo indiscusso - gli si illuminano ancora gli occhi. Altri tempi, altra Juve… Eppure Bernardo conserva un “rito” con il suo babbo: non importa in che periodo dell’anno si giochi Fiorentina-Juventus, loro due quella sfida la vedranno dal settore ospiti del Franchi. Insieme, fianco a fianco. Ed è in virtù di quella promessa che lo scorso 16 marzo con la squadra di Motta sotto 3-0 contro la Fiorentina, e fresca dell’umiliante batosta subita in casa con l’Atalanta, Bernardo si è trovato costretto a scegliere quale strada imboccare: unirsi alla protesta della curva bianconera, piazzandosi insieme agli altri tifosi a ridosso del campo; oppure restare tra gli spalti, da solo, per continuare a sostenere la squadra.