Bernardo Brogi, dal disastro del Franchi a Juve-Lecce con Tuttosport: "Giornata straordinaria!"

Ricordate il giovane supertifoso rimasto da solo in curva dopo il pesante ko della squadra di Motta? Ha vissuto una serata indimenticabile: il viaggio da Siena, la visita in redazione e poi allo Stadium

Se di fronte al gol lampo di Koopmeiners - vuoi per un po’ di scaramanzia, vuoi perché il match era davvero iniziato da pochi istanti - l’esultanza è stata contenuta, al raddoppio di Yildiz non ci ha capito più nulla. Non è la prima volta che Bernardo Brogi percorre quei 485 chilometri che separano Siena da Torino per venire a vedere la Juventus. Ma il match di ieri sera vinto dai bianconeri con il Lecce, probabilmente, non se lo scorderà mai. Lui, che fin da piccolo ha promesso amore eterno a due colori: il giallorosso della Contrada del Valdimontone, il quartiere in cui è cresciuto tra un palio e l’altro; e il bianconero della Juventus. La squadra del suo babbo e dei suoi cugini maggiori. Sono stati loro a iniziarlo al calcio invitandolo a casa la domenica per sostenere la Vecchia Signora in quel decennio di successi che portano le firme di Conte, Allegri e Sarri.

 

L'idolo Mandzukic e il rito con il babbo

Quando ripensa alla rovesciata in finale di Champions di Mandzukic - l’idolo indiscusso - gli si illuminano ancora gli occhi. Altri tempi, altra Juve… Eppure Bernardo conserva un “rito” con il suo babbo: non importa in che periodo dell’anno si giochi Fiorentina-Juventus, loro due quella sfida la vedranno dal settore ospiti del Franchi. Insieme, fianco a fianco. Ed è in virtù di quella promessa che lo scorso 16 marzo con la squadra di Motta sotto 3-0 contro la Fiorentina, e fresca dell’umiliante batosta subita in casa con l’Atalanta, Bernardo si è trovato costretto a scegliere quale strada imboccare: unirsi alla protesta della curva bianconera, piazzandosi insieme agli altri tifosi a ridosso del campo; oppure restare tra gli spalti, da solo, per continuare a sostenere la squadra.

 

 

 

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"Rispetto per i nostri tifosi ma..."

«Ho grande rispetto per i nostri tifosi, ma a me già non era piaciuto il fatto che lo Stadium si fosse svuotato nel secondo tempo con l’Atalanta - ci ha raccontato il diciassettenne di Siena - in quel momento di difficoltà la Juve andava sostenuta il doppio, e così sono tornato su». Quell’istantanea dalla straordinaria potenza comunicativa, scelta da Tuttosport per popolare la prima pagina dal titolo “C’era una volta la Juve”, ha fatto il giro del mondo. Un gesto sincero, spontaneo e del tutto incontaminato da quell’artificialità che è solita celarsi dietro gli atti “eroici” o fuori dagli schemi: «Non volevo mandare alcun messaggio standomene da solo in curva, ma poter tornare a casa con la coscienza a posto, sapendo nel mio piccolo di aver dato il massimo per aiutare la squadra».

"Grazie Tuttosport, serata straordinaria"

Bernardo ama la Juve quando vince e quando perde. Punto. Ed é per questo che il nostro giornale ha deciso di invitarlo allo Stadium per assistere alla sfida di ieri sera contro il Lecce. Tra gli spalti dell’Allianz lo stesso Bernardo di Firenze; in campo tutta un altra Juve. Dalla disfatta con la Fiorentina, Locatelli e compagni hanno fatto marcia indietro, premendo il tasto “reset”. Un riassetto d’emergenza, in vista di un finale di stagione che non ammette più passi falsi. Il tutto in nome di quella juventinità che tifosi come Bernardo,nei momenti più complessi,hanno sempre dimostrato di saper incarnare al meglio. «Che serata straordinaria! Voglio ringraziare con tutto il cuore Tuttosport per questa opportunità. E forza Juve, fino alla fine!».

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Se di fronte al gol lampo di Koopmeiners - vuoi per un po’ di scaramanzia, vuoi perché il match era davvero iniziato da pochi istanti - l’esultanza è stata contenuta, al raddoppio di Yildiz non ci ha capito più nulla. Non è la prima volta che Bernardo Brogi percorre quei 485 chilometri che separano Siena da Torino per venire a vedere la Juventus. Ma il match di ieri sera vinto dai bianconeri con il Lecce, probabilmente, non se lo scorderà mai. Lui, che fin da piccolo ha promesso amore eterno a due colori: il giallorosso della Contrada del Valdimontone, il quartiere in cui è cresciuto tra un palio e l’altro; e il bianconero della Juventus. La squadra del suo babbo e dei suoi cugini maggiori. Sono stati loro a iniziarlo al calcio invitandolo a casa la domenica per sostenere la Vecchia Signora in quel decennio di successi che portano le firme di Conte, Allegri e Sarri.

 

L'idolo Mandzukic e il rito con il babbo

Quando ripensa alla rovesciata in finale di Champions di Mandzukic - l’idolo indiscusso - gli si illuminano ancora gli occhi. Altri tempi, altra Juve… Eppure Bernardo conserva un “rito” con il suo babbo: non importa in che periodo dell’anno si giochi Fiorentina-Juventus, loro due quella sfida la vedranno dal settore ospiti del Franchi. Insieme, fianco a fianco. Ed è in virtù di quella promessa che lo scorso 16 marzo con la squadra di Motta sotto 3-0 contro la Fiorentina, e fresca dell’umiliante batosta subita in casa con l’Atalanta, Bernardo si è trovato costretto a scegliere quale strada imboccare: unirsi alla protesta della curva bianconera, piazzandosi insieme agli altri tifosi a ridosso del campo; oppure restare tra gli spalti, da solo, per continuare a sostenere la squadra.

 

 

 

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