Fagioli, il racconto del confronto con la Juve
A questo punto Fagioli inizia a temere seriamente per la sua incolumità, con le minacce che si fanno sempre più violente: “"Lo giuro sui miei bambini, se mercoledì non ho i miei soldi vengo a Torino e ti faccio smettere di giocare.Ti levo pure la penna per firmare i contratti perché sei un cesso. So tutto, i soldi segnati ad altre persone che sono tutti tuoi”, gli dice Nelly. Per provare a rientrare con i debiti il centrocampista prova, cambiando procuratore, a vendere i diritti di immagine anche per il futuro per dare delle garanzie ai creditori. Poi si rivolge al figlio di Bruno Giordano che lo tranquillizza, sostenendo di essersi mosso con altri malavitosi romani per evitare che gli diano fastidio. Il 2001 è però sempre più disperato, come si evince da un altro messaggio recuperato dal suo telefono.
“Ciao Marco. Riguardo a quella situazione purtroppo ti devo dire che veramente non riesco più a resistere. Ho fatto danni, ma non so più gestirla. Oggi mi hanno parlato alla Juve dicendomi se avevo qualche problema perché stanno capendo che ho qualcosa e che gli è arrivata voce del gioco e perché non mi vedono più presente con la testa al campo e alle partite... Ora domani non giocherò e se continua così starò sempre in panchina, ma perché è vero non riesco più ad andare al campo felice... Perché la realtà è che ho minacce e tutto e non ho più tempo né scuse né niente. E se scoppia la bomba io sono rovinato a vita. Anche la Juve mi ha detto oggi così. La notte sono triste e al campo non vado più volentieri... Puoi parlare con i capi per capire se possono aiutarmi o no? Perché è un problema più grande di me”.