Fagioli, il mare di debiti e l'aiuto di Morata: "Mi fa pagare meno i Rolex"

Tutti i problemi del centrocampista azzurro, gli avvertimenti le minacce criminali: "Se non ho i miei soldi ti faccio smettere di giocare"

Continua a far discutere il caso scommesse che ha investito nuovamente la Serie A negli ultimi giorni. Tra i protagonisti in negativo c'è ancora una volta Nicolò Fagioli, con nuovi dettagli sull'inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano. Nonostante la squalifica già scontata nella passata stagione, sono infatti venuti fuori sui legami dell'ex centrocampista con la malavita romana e non solo legati ad un giro di scommesse illegali.

Il debito e il coinvolgimento di Morata

Le scommesse avevano portato Fagioli ad accumulare un debito fuori scala anche per un calciatore importante della Juventus. Nicolò era alla ricerca disperata di soldi, e ogni volta che avanzava una nuova richiesta di denaro non affermava quasi mai che si trattasse di debiti di gioco. Da qui l'idea di coprire tutto con un presunto business di orologi: "Ho un investimento sicuro da fare. In 2-3 mesi si fanno bei soldi". Questo il contenuto di un messaggio inviato ad un medico dello staff della Nazionale, che poi gli avrebbe fornito 10mila euro. Poi un contatto con l'ex compagno di squadra nelle giovanili della Juve, Gianmaria Zanandrea: "In breve compriamo orologi Rolex da questo centro a Milano che Alvaro a me li fa pagare molto meno! Poi il negozio, appena gli mandiamo i soldi, si attiva per rivenderli e ci guadagniamo. [...] È un negozio Rolex, non può fare cagate. Lo fanno perché così gli faccio pubblicità in giro, io e Alvaro". Come si può intendere, l'Alvaro di cui si parla è Morata e la gioielleria è la Elysium di Milano. L'attaccante spagnolo in queste ore ha voluto fare chiarezza sui propri canali social, sottolineando tanto l'affetto per Fagioli quanto la sua assoluta estraneità ai fatti.

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Fagioli, i prestiti e le chat con De Giacomo

Lo stesso metodo consente al centrocampista di incassare altri diecimila in contanti un mese dopo, il 14 settembre 2022 dopo la partita di Champions League persa dalla Juve in casa contro il Benfica (1-2). Tra i giocatori che lo hanno aiutato anche Caleb Okoli, che pretendeva di riavere i soldi indietro dopo aver prestato 41mila euro a Nicolò: "Non stiamo parlando di lunedì o martedì, ma da 5-6 mesi a sta parte vai a chiedere i soldi a tutti. E poi hai debiti con tutti. Te sei scemo vero, eh aspetto lunedì poi mi hai rotto i c…i perché sei venuto lì a dirmi che servivano a tuo padre e te li ho dati subito i soldi". Lo screenshot di questo messaggio viene girato da Fagioli a De Giacomo, con cui ci sono anche altri problemi. L'organizzatore si infuria quando scopre che qualche cliente-calciatore gioca su altri siti: "Prova a giocare un centesimo sul sito che sta proponendo Perin e non ri rivolgo più la parola. Non andargli dietro perché impazzisco, te lo dico". Il riferimento è al malumore del portiere della Juve, che nel gruppo "Poker senza Zaniolo" si era lamentato per le commissioni troppo alte sul circuito di De Giacomo per poi iniziare a dubitare proprio di Fagioli affermando: "Sta cosa mi puzza...".

"Debito per le scommesse": il caso Fagioli

L’indagine della Procura di Milano sta portando alla luce diversi aspetti segreti del mondo del calcio italiano. Tra i protagonisti ci sono infatti i titolari dei centri scommesse lombardi, la gioielleria che spacciava Rolex per coprire i debiti di gioco e soprattutto un centro di scommesse illegali a Roma in cui erano soliti giocare calciatori e cantanti. Come documenta una lunga informativa del Servizio centrale operativo della Polizia, confluita nell’inchiesta della Procura di Torino, era infatti proprio qui che si era rivolto Nicolò Fagioli accumulando un debito senza senso: “Il calciatore — scrive la Polizia — era esposto con l’organizzazione presso la quale effettuava le scommesse illegali per circa 2,8 milioni di euro”. Sulla situazione si è espresso anche il legale del giocatore Armando Simbari, dopo aver incontrato in Procura i pm di Milano, dichiarando: "Ha già fatto un percorso, anche psicologico e con gli interrogatori nelle indagini, ha già pagato con la squalifica sul fronte della giustizia sportiva. Per lui questo è un capitolo chiuso, non c'è nulla di nuovo e vuole definirlo nel più breve tempo possibile anche negli aspetti penali".

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Fagioli, le minacce e i contatti con la malavita romana

Dalle altre chat trovate sul telefono di Fagioli, si scopre che parlando di una cifra da dover restituire Nicolò scriveva: “Non la guadagno nemmeno in un anno. So che questo è il vostro lavoro, ma mi dovete dare il tempo di rientrare. Ho l’ansia della partita, ma come faccio…”. Risposte che il classe 2001 inviava agli esattori romani che lo minacciavano fisicamente se non avesse pagato. Tra loro il suo problema principale era “Nelly”, criminale romano che la Polizia non è riuscita a identificare con precisione per via del fatto che la scheda telefonica che utilizzava era intestata ad un cingalese sessantenne. Anche negli interrogatori ai magistrati Fagioli ha sempre raccontato di non conoscere nome e cognome reali dell’uomo. Il primo contatto con questo mondo criminale arriva comunque da Ludwig, trapper romano amico di Fagioli. A lui il calciatore chiede di conoscere quelli con cui scommettere: “Sono banchi o hanno agenzie?” gli scrive. “Fagioli — ricostruisce la Polizia — chiedeva se si trattava di amici o di “gente brutta”.

L'inizio con le scommesse illegali per Fagioli

Il contatto fornito dal trapper Ludwig funziona e Fagioli comincia a giocare sulla piattaforma di scommesse illegali dei romani. Qui accumula in poco tempo debiti importantissimi, senza però rientrare. All’inizio sembra andare tutto liscio, poi però all'improvviso i toni cambiano: “Hai rotto il cazzo, ma pensi che ce possiamo fare prendere per il culo da te?”. Il debito del centrocampista arriva ad un milione di euro e così i criminali vanno da Ludwig che si preoccupa. Fagioli manda quindi un messaggio per dire che “Ludovico (vero nome del trapper) non c’entra nulla. Voi fate il vostro lavoro, io rientrerò”. Ludwig minaccia però Fagioli facendo riferimento a screenshot nei quali l'ex Juve ammetterebbe di giocare sui “falli laterali” con un altro nickname. Un'accusa che la Procura non è mai riuscita a confermare, altrimenti la squalifica sportiva non sarebbe stata di soli 7 mesi.

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Fagioli, il racconto del confronto con la Juve 

A questo punto Fagioli inizia a temere seriamente per la sua incolumità, con le minacce che si fanno sempre più violente: “"Lo giuro sui miei bambini, se mercoledì non ho i miei soldi vengo a Torino e ti faccio smettere di giocare.Ti levo pure la penna per firmare i contratti perché sei un cesso. So tutto, i soldi segnati ad altre persone che sono tutti tuoi”, gli dice Nelly. Per provare a rientrare con i debiti il centrocampista prova, cambiando procuratore, a vendere i diritti di immagine anche per il futuro per dare delle garanzie ai creditori. Poi si rivolge al figlio di Bruno Giordano che lo tranquillizza, sostenendo di essersi mosso con altri malavitosi romani per evitare che gli diano fastidio. Il 2001 è però sempre più disperato, come si evince da un altro messaggio recuperato dal suo telefono.

“Ciao Marco. Riguardo a quella situazione purtroppo ti devo dire che veramente non riesco più a resistere. Ho fatto danni, ma non so più gestirla. Oggi mi hanno parlato alla Juve dicendomi se avevo qualche problema perché stanno capendo che ho qualcosa e che gli è arrivata voce del gioco e perché non mi vedono più presente con la testa al campo e alle partite... Ora domani non giocherò e se continua così starò sempre in panchina, ma perché è vero non riesco più ad andare al campo felice... Perché la realtà è che ho minacce e tutto e non ho più tempo né scuse né niente. E se scoppia la bomba io sono rovinato a vita. Anche la Juve mi ha detto oggi così. La notte sono triste e al campo non vado più volentieri... Puoi parlare con i capi per capire se possono aiutarmi o no? Perché è un problema più grande di me”.

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"Fagioli è una mina vagante", svelata la chat di Tonali

"Nico è una mina vagante". Lui "può perdere tutto". Così Sandro Tonali , centrocampista del Newcastle e l'ex arbitro Pietro Marinoni in una chat agli atti dell'indagine dei pm milanesi su un girio di scommesse su piattaforme illegali e nella quale sono indagati, tra gli altri,  12 calciatori di Serie A e che ha messo in luce il cosiddetto "sistema Elysium". Negli screen-shot i due parlano della 'ludopatia' di Nicolò Fagioli e dei debiti suoi e di Nicolò Zaniolo, che dicono essere "indietro con i soldi" per Tommaso De Giacomo, secondo gli inquirenti a capo del giro di scommesse illecite. Dai documenti raccolti dagli investigatori vengono a galla anche le preoccupazioni degli atleti dopo la scoperta dell'inchiesta della Procura di Torino, che poi ha trasmesso il fascicolo a quella di Milano. Tonali in particolare, il 12 ottobre 2023, blocca il contatto telefonico di De Giacomo. In un altro messaggio sempre Tonali, chattando con un amico, esprime preoccupazione per la situazione, e cerca di capire chi avrebbe potuto parlare di lui. I due, inoltre, manifestano timori in merito alla possibilità che Fagioli, in sede di interrogatorio, faccia i loro nomi. Compaiono inoltre messaggi inviati sempre da Tonali, che con Fagioli oltre a scommettere sarebbe stato anche "collettore di scommettitori", relativi alla cancellazione di conti e di altri dati relativi alle piattaforme utilizzate e presenti sui propri cellulari.

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Continua a far discutere il caso scommesse che ha investito nuovamente la Serie A negli ultimi giorni. Tra i protagonisti in negativo c'è ancora una volta Nicolò Fagioli, con nuovi dettagli sull'inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano. Nonostante la squalifica già scontata nella passata stagione, sono infatti venuti fuori sui legami dell'ex centrocampista con la malavita romana e non solo legati ad un giro di scommesse illegali.

Il debito e il coinvolgimento di Morata

Le scommesse avevano portato Fagioli ad accumulare un debito fuori scala anche per un calciatore importante della Juventus. Nicolò era alla ricerca disperata di soldi, e ogni volta che avanzava una nuova richiesta di denaro non affermava quasi mai che si trattasse di debiti di gioco. Da qui l'idea di coprire tutto con un presunto business di orologi: "Ho un investimento sicuro da fare. In 2-3 mesi si fanno bei soldi". Questo il contenuto di un messaggio inviato ad un medico dello staff della Nazionale, che poi gli avrebbe fornito 10mila euro. Poi un contatto con l'ex compagno di squadra nelle giovanili della Juve, Gianmaria Zanandrea: "In breve compriamo orologi Rolex da questo centro a Milano che Alvaro a me li fa pagare molto meno! Poi il negozio, appena gli mandiamo i soldi, si attiva per rivenderli e ci guadagniamo. [...] È un negozio Rolex, non può fare cagate. Lo fanno perché così gli faccio pubblicità in giro, io e Alvaro". Come si può intendere, l'Alvaro di cui si parla è Morata e la gioielleria è la Elysium di Milano. L'attaccante spagnolo in queste ore ha voluto fare chiarezza sui propri canali social, sottolineando tanto l'affetto per Fagioli quanto la sua assoluta estraneità ai fatti.

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