TORINO - Oggi la squadra riposerà, ma Igor Tudor non contempla questo verbo: ora, subito, adesso, ogni giorno è utile per raggiungere gli obiettivi. Che nel caso specifico intrecciano quelli della Juventus con le ambizioni dell’allenatore: non mollare di un millimetro, su ogni aspetto. Perché il primo a mettersi in gioco e a doversi guadagnare il futuro nel club è proprio lui. Oggi la squadra riposerà ma ieri i cancelli della Continassa erano aperti e i concetti ribaditi erano gli stessi del post vittoria sul Lecce: bene i tre punti, ma tutti devono remare nella stessa direzione. E possibilmente alla stessa intensità, compatibilmente con le capacità di ognuno.

Tudor furioso dopo Juve-Lecce: "La squadra davanti a tutto"
Nelle frasi lampanti e franche su come non gli siano piaciuti i giocatori subentrati c’è riflesso in tutta la sua trasparenza l’approccio che il tecnico croato ha avuto fin dall’inizio: diretto, senza filtri, a tratti paterno ma senza guardare etichette o “curricula” quando c’è da dire le cose in faccia. Una metodologia che evidentemente convince il gruppo, il quale sta rispondendo con le prestazioni che vanno a braccetto con i risultati. E se c’è qualcuno che non si allinea, Tudor ci mette la faccia e la voce, subito, per evitare incomprensioni e per mandare un avviso a tutti i naviganti: quando sabato sera si è presentato davanti alle telecamere, Igor ha spiegato il motivo di qualche minuto di ritardo e ha ribadito il concetto espresso nello spogliatoio pochi minuti dopo il triplice fischio: "Non mi sono piaciuti i cambi, l’ho detto prima nello spogliatoio e lo ripeto qui. Con le cinque sostituzioni a disposizione ormai si riesce a modificare mezza squadra: dunque tutti quanti devono farsi trovare pronti, serve cambiare il modo di pensare, da titolare o da non titolare. Io capisco tutto perché sono stato giocatore anch’io: è una scuola, questo sì, ma bisogna crescere in fretta e soprattutto mettere la squadra davanti a tutto".