Sarà per quell’aria matura di chi è cresciuto in fretta, accollandosi responsabilità anziché dribblarle. Sarà per le 76 presenze in prima squadra sul curriculum o per quell’iconico 10 già appiccicato sulla schiena. Sarà per questo o per quello, ma a volte ci si sorprendere nel consultare la carta d’identità di Kenan Yildiz. Perché ci si accorge, all’improvviso, che l’enfant prodige della Juventus ha appena 19 anni. Ecco, chi ha bene a mente la data di nascita del talento turco è invece Igor Tudor. Che, appena messo piede alla Continassa, come per i suoi compagni e più che per i suoi compagni, ha cercato di restituire subito certezze al classe 2005. Per fissare nuovi punti di riferimento nel suo orizzonte, per metterlo il più possibile a proprio agio in campo. Missione tendenzialmente compiuta, anche se tre sole partite non fan primavera. Ma nelle tre partite in questione, fruttate sette punti nella lunga volata Champions, il ragazzo di Ratisbona si è riscoperto grande protagonista, dispensando giocate e strappando applausi, oltre a mettere a referto due reti pesanti come macigni.
La cura Tudor
La già ribattezzata “cura Tudor”, a Torino, sta funzionando, e in particolare sta funzionando con Yildiz. Tornato a calpestare le zolle più care, al centro del gioco e del campo, più vicino alla porta avversaria rispetto a quanto fatto nei primi otto mesi di questa stagione. In ossequio alla maglia numero dieci che porta sulle spalle, insomma. Ma non è soltanto questione di ruolo. Perché l’ex Bayern è stato sollevato dai compiti più gravosi in fase difensiva. Certo, corre quanto e persino più di prima, statistiche alla mano, ma senza disperdere lucidità rincorrendo gli esterni avversari su e giù per la fascia. Mansioni diverse, fiducia maggiore. Già: la stabilità del posto in squadra, unita a quella della posizione da occupare in campo, ha riverberato riflessi positivi anche sulla testa del trequartista. Che, appunto, è la testa di un teenager che ancora non ha compiuto vent’anni, anche se il traguardo è ormai dietro l’angolo.