TORINO - Non è solo una questione di apparenza, è proprio un discorso di appartenenza. In un momento in cui i modelli identitari - specialmente nel calcio - latitano e per i motivi più disparati, il fatto che alla guida della Juventus ci sia una faccia pulita come quella di Manuel Locatelli un po' conforta tutti i tifosi. I quali, dalle prime titubanze di anni in cui non avevano rivisto l'incursore a doppia mandata di Sassuolo e Nazionale, adesso per Loca hanno un posto speciale nel cuore, ancor più in questo periodo di forte, fortissima, ricostruzione. Del resto, di simboli bianconeri ne sono rimasti davvero in pochi, e Manuel ha raccolto l'eredità di Danilo, da cui ha imparato a custodire gelosamente i segreti dello spogliatoio. A esserci con i fatti, e - quando serve - pure con le parole.
Locatelli e Thuram, il cuore della Juve
Contro il Lecce, il capitano - che ieri ha celebrato sui social il ritorno in Serie A del “suo” Sassuolo - ha dato un'altra prova della sua rigenerazione: è stato primo per passaggi nell’ultimo terzo di campo (39), davanti a Yildiz (28); il primo per palloni giocati (148), davanti a Thuram (87). E, ancora una volta, davanti a lui nessuno nei tocchi riusciti: sono stati 117, il secondo era nuovamente il compagno di reparto francese, fermato a quota 69. Una cerniera che funziona, quella creata con il figlio d’arte. Che fa e disfa, che dà fiducia e progressione, quasi sempre palla al piede. Che osa, soprattutto. E che non resta più a vedere. L'ex Nizza, in particolare, si conferma uno dei principali nonsense della vecchia gestione: per Thiago Motta era da ultima parte, o comunque mai realmente un titolare, salvo nel disastroso finale di avventura a Torino. Tudor non l'ha mai messo in discussione, nemmeno quando un affaticamento muscolare gli ha fatto saltare, pochi giorni fa, un allenamento. E un altro l'ha fatto a metà serbatoio. Ecco, persino nella difficoltà, Thuram è stato il secondo per chilometri percorsi, circa 11,6. Al numero uno? Sempre Locatelli. Avanti e indietro, abbassati e alzati, come una fisarmonica dalla sinfonia giusta.