Il trend Juve che ha indispettito Tudor: nove giorni per invertire la rotta

Sotto la lente il diverso rendimento tra primi e secondi tempi: il tecnico vuole più tenuta e più brillantezza

TORINO - Nove giorni di distanza tra una partita e l’altra rappresentano un dono prezioso per chi – tra campionato, coppe assortite e pure Nazionale – è sceso in campo due volte a settimana per otto mesi di fila. Lo sa bene un tecnico già scafato come Igor Tudor, che certi ritmi ha dovuto sostenerli eccome da calciatore. Il croato è stato richiamato alla Juventus, dopo la lunga epopea da giocatore e la breve avventura da vice di Pirlo, per dare un sapore diverso a un finale di stagione che rischiava di assumere sfumature rancide. E in queste ore sta sfruttando a piene mani la settimana abbondante a disposizione tra la sfida casalinga al Lecce di sabato scorso e la trasferta a Parma di Pasquetta, ennesimo impegno in cui ai bianconeri non sarà concesso alcun margine d’errore.

 

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Juve, Tudor al lavoro per raddrizzare il tiro

Tudor, da quando si è seduto sulla panchina che più desiderava, lo ha ripetuto con insistenza: "Dobbiamo lavorare su tutto". Sulla parte tattica, per riportare ordine dove il pensiero calcistico di Thiago Motta - elaborato e dunque complesso da digerire - aveva generato confusione. Sulla parte mentale, per dare una sferzata d’entusiasmo a un ambiente che era incespicato in pericolosi circoli viziosi. Ma anche, persino soprattutto, sulla parte atletica. Perché l’organico tastato con mano dal tecnico di Spalato, che oggi alla Continassa soffierà su una torta di compleanno con 47 candeline, era fiaccato da un calendario quantomai ingolfato e dai troppi infortuni con cui aveva dovuto fare i conti. E perché il calcio di Tudor è particolarmente esigente dal punto di vista aerobico e anaerobico. Così l’ex difensore si è messo al lavoro, insieme al suo staff, per correggere il tiro in corso d’opera. E, in particolare, sta approfittando di questa lunga “finestra” di nove giorni tra un impegno ufficiale e l’altro: ieri, alla ripresa della preparazione dopo il giorno di riposo concesso lunedì, nel quartier generale bianconero si sono susseguite ripetute e lavori specifici sulla fase di pressing.

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La Juve di Tudor cala nei secondi tempi

Un menù di sostanza, schietto e diretto com’è Tudor, in cui non ha trovato posto alcun “amuse bouches”. L’obiettivo principale, d’altronde, è quello di restituire brillantezza a un gruppo arrivato al momento chiave della stagione in debito di energie, in modo tale da sostenere l’intensità che il calcio del tecnico richiede. E da sostenerla per tutta la partita. I numeri delle prime tre recite agli ordini del croato, in fondo, confermano quelle che – evidentemente – non sono state soltanto delle sensazioni: tra Genoa, Roma e Lecce, infatti, i bianconeri hanno raccolto un lusinghiero parziale di 4-0 in proprio favore (gol di Yildiz ai rossoblù, stoccata di Locatelli nella capitale, uno-due di Koopmeiners e ancora Yildiz di fronte ai salentini) negli entusiasmanti primi tempi disputati, incassando però al contempo un preoccupante 0-2 (Shomurodov per i capitolini, Baschirotto allo scadere sabato sera) nelle affannose riprese. Un trend che ha indispettito lo stesso Tudor, molto critico con i subentranti e allarmato dalla condizione fisica dei suoi, doppio risvolto dei secondi 45’ finora non all’altezza della situazione. Un neo troppo importante per essere trascurato, al pari del rendimento sulle palle inattive. Un aspetto, non a caso, su cui Tudor si sta concentrando in maniera molto approfondita. Per tentare di scongiurare, già a Parma, i rischi corsi nel finale della sfida al Lecce. Perché, a sei turni dal gong sul campionato, non esiste più margine d’errore.

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TORINO - Nove giorni di distanza tra una partita e l’altra rappresentano un dono prezioso per chi – tra campionato, coppe assortite e pure Nazionale – è sceso in campo due volte a settimana per otto mesi di fila. Lo sa bene un tecnico già scafato come Igor Tudor, che certi ritmi ha dovuto sostenerli eccome da calciatore. Il croato è stato richiamato alla Juventus, dopo la lunga epopea da giocatore e la breve avventura da vice di Pirlo, per dare un sapore diverso a un finale di stagione che rischiava di assumere sfumature rancide. E in queste ore sta sfruttando a piene mani la settimana abbondante a disposizione tra la sfida casalinga al Lecce di sabato scorso e la trasferta a Parma di Pasquetta, ennesimo impegno in cui ai bianconeri non sarà concesso alcun margine d’errore.

 

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