TORINO - Nove giorni di distanza tra una partita e l’altra rappresentano un dono prezioso per chi – tra campionato, coppe assortite e pure Nazionale – è sceso in campo due volte a settimana per otto mesi di fila. Lo sa bene un tecnico già scafato come Igor Tudor, che certi ritmi ha dovuto sostenerli eccome da calciatore. Il croato è stato richiamato alla Juventus, dopo la lunga epopea da giocatore e la breve avventura da vice di Pirlo, per dare un sapore diverso a un finale di stagione che rischiava di assumere sfumature rancide. E in queste ore sta sfruttando a piene mani la settimana abbondante a disposizione tra la sfida casalinga al Lecce di sabato scorso e la trasferta a Parma di Pasquetta, ennesimo impegno in cui ai bianconeri non sarà concesso alcun margine d’errore.
