Thuram, il misurino di Motta e la cotta di Tudor: sulle orme di Pogba

Khephren nella Parma di papà Lilian per ritrovare il gol: adesso è diventato il leader della mediana bianconera

Appurato ormai da tempo il peso specifico della gara di domani per la stagione della Juventus, uno snodo cruciale per provare ad allungare sul Bologna e avvicinarsi ancor di più al traguardo Champions, ci piace pensare che Khephren Thuram viva la trasferta di Parma anzitutto nel segno di un confronto diretto con il fratello nerazzurro. Due settimane fa al Tardini è stato proprio Marcus a portare i nerazzurri sul momentaneo 2-0, con un gol tanto brutto quanto efficace: una sorta di scavetto fortuito, al quale papà Lilian - presente fra gli spalti - ha reagito con una smorfia destinata a spopolare sui social. Insomma, per far contenta l’ex leggenda bianconera, divenuta grande proprio in questo stadio, e vincere l’ennesimo confronto fraterno, non basterà tornare al gol (l’ultimo con il Verona lo scorso 3 marzo): Khephren, infatti, spera di farlo pure bello. E non sarebbe di certo una novità... Lui, che in fondo di Parma non sa quasi nulla. L’ha sfiorata appena prima che il padre decidesse di cedere alle avances della Juventus.

Un punto di riferimento per la Juve

Lo stesso club in cui oggi Thuram - a pochi mesi dal suo arrivo in Italia - si trova già a vestire i panni di leader. A Torino, quel promettente ragazzino messosi in luce a Nizza sotto la gestione di Farioli è diventato uomo. Un punto di riferimento attorno al quale costruire la Juve che verrà. Forse non se lo aspettava neanche lui. Del resto, i colpi chiusi in estate a centrocampo dall’entourage di Giuntoli potevano far pensare a una stagione di “rodaggio” per il figlio d’arte francese, destinato - almeno sulla carta - a ricamare minutaggio approfittando di qualche assenza qua e là dei vari Douglas Luiz, Koopmeiners e Locatelli... Certo, Motta ci ha messo parecchio prima di comprenderne appieno il potenziale, gestendolo inizialmente con il misurino, prima di arrendersi all’evidenza. Ma era già troppo tardi. Tudor, invece, se n’è innamorato dal primo allenamento, come certificano i 270 minuti giocati fin qui nelle ultime tre uscite di campionato con la Juventus. Non ci ha rinunciato nemmeno contro il Lecce, nonostante i problemi fisici accusati dal francese in settimana.

 

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Tudor su Thuram

E come biasimarlo: Thuram, oltre agli eccellenti numeri in termini realizzativi (con 4 reti e 5 assist ha già superato il suo record personale in una singola stagione) o di duelli vinti in mezzo al campo, fin qui è il centrocampista della Serie A con il più alto numero di dribbling riusciti (35). Un interprete completo, moderno, ancora lontano, però, da quel livello di maturità calcistica a cui un profilo dalle sue caratteristiche potrebbe ambire. Tudor lo sa meglio di chiunque altro, e lo si evince da quella sua battuta nella conferenza stampa di presentazione come nuovo tecnico della Juventus: «Ieri ho sentito Lilian al telefono, abbiamo fatto una bella chiacchierata. Khephren è forte, l’ho già incontrato con il Marsiglia quando lui era a Nizza. Ma suo padre mi ha detto che se non si comporta bene posso tirargli qualche schiaffo...». La ricetta per ambire alle gesta di Paul Pogba, suo idolo di sempre, in realtà è più semplice di quello che si pensi: limitare quelle disattenzioni a intermittenza, che spesso portano Thuram a commettere piccole ingenuità nel corso della partita; imparare a gestire con maggiore efficienza le energie; e infine, cercare di farsi vedere più spesso a ridosso dell’area avversaria. Nella gara di andata con il Parma, il gol del 2-2 di Weah è nato proprio da una sua progressione palla al piede di 20 metri. Chissà che stavolta non sia lui a prendersi la scena...

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Appurato ormai da tempo il peso specifico della gara di domani per la stagione della Juventus, uno snodo cruciale per provare ad allungare sul Bologna e avvicinarsi ancor di più al traguardo Champions, ci piace pensare che Khephren Thuram viva la trasferta di Parma anzitutto nel segno di un confronto diretto con il fratello nerazzurro. Due settimane fa al Tardini è stato proprio Marcus a portare i nerazzurri sul momentaneo 2-0, con un gol tanto brutto quanto efficace: una sorta di scavetto fortuito, al quale papà Lilian - presente fra gli spalti - ha reagito con una smorfia destinata a spopolare sui social. Insomma, per far contenta l’ex leggenda bianconera, divenuta grande proprio in questo stadio, e vincere l’ennesimo confronto fraterno, non basterà tornare al gol (l’ultimo con il Verona lo scorso 3 marzo): Khephren, infatti, spera di farlo pure bello. E non sarebbe di certo una novità... Lui, che in fondo di Parma non sa quasi nulla. L’ha sfiorata appena prima che il padre decidesse di cedere alle avances della Juventus.

Un punto di riferimento per la Juve

Lo stesso club in cui oggi Thuram - a pochi mesi dal suo arrivo in Italia - si trova già a vestire i panni di leader. A Torino, quel promettente ragazzino messosi in luce a Nizza sotto la gestione di Farioli è diventato uomo. Un punto di riferimento attorno al quale costruire la Juve che verrà. Forse non se lo aspettava neanche lui. Del resto, i colpi chiusi in estate a centrocampo dall’entourage di Giuntoli potevano far pensare a una stagione di “rodaggio” per il figlio d’arte francese, destinato - almeno sulla carta - a ricamare minutaggio approfittando di qualche assenza qua e là dei vari Douglas Luiz, Koopmeiners e Locatelli... Certo, Motta ci ha messo parecchio prima di comprenderne appieno il potenziale, gestendolo inizialmente con il misurino, prima di arrendersi all’evidenza. Ma era già troppo tardi. Tudor, invece, se n’è innamorato dal primo allenamento, come certificano i 270 minuti giocati fin qui nelle ultime tre uscite di campionato con la Juventus. Non ci ha rinunciato nemmeno contro il Lecce, nonostante i problemi fisici accusati dal francese in settimana.

 

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