Sara Gama, addio al calcio e alla Juve: "Un viaggio indescrivibile"

La leggenda bianconero ha pubblicato anche un video sui social con una lunghissima lettera
Sara Gama, addio al calcio e alla Juve: "Un viaggio indescrivibile"
© Getty Images/@Juventus

Otto stagioni. Tredici trofei. Sorrisi, lacrime, vittorie, sconfitte, infortuni ma sempre con la voglia di guardare avanti, al prossimo obiettivo e, soprattutto, conla volontà di vincere in pieno dna Juventus. Sara Gama ha deciso di appendere le scarpe al chiodo e con lei si chiude anche una carriera importante tra la maglia bianconera e quella azzurra. Leadership e qualità al servizio della squadra e del calcio femminile. Autentica porta bandiera di valori e sempre attenta alle parole. Ha indossato la fascia da capitano delle Women portando in tutta Italia lo spirito Juve. Ha deciso di salutare, proprio con il ritorno al trionfo con lo scudetto conquistato con qualche giornata d'anticipo, e lo ha fatto da leggenda per questo il club ha voluto omaggiarla con una bellissima dedica sul sito. 

La dedica della Juve

A seguito della decisione di ritirarsi dal cacio giocato, è arrivata una bellissima dedica da parte della Juventus: "Sara, ci siamo. Dopo 153 presenze raccolte in otto anni, decine di battaglie vinte insieme e 13 trofei a tinte bianconere aggiunti al tuo palmares - compreso quest’ultimo, dolcissimo Scudetto - è giunto il momento di fermarsi. Avessimo potuto immaginarlo, difficilmente ne avremmo trovato uno migliore: con la Juventus Women che torna a vincere il campionato, in trionfo come così spesso è capitato in tutti questi anni in cui sei entrata a far parte della famiglia bianconera. Protagonista dal primo giorno in campo e fuori con la fascia da capitano al braccio, per poi diventare simbolo e riferimento. Una leggenda bianconera. Una donna che, senza mezzi termini, ha cambiato la percezione dell’intero movimento sportivo nel nostro Paese. Sara, hai rivoluzionato non solo la nostra squadra, ma tutto il calcio femminile italiano. Epitome del concetto di tenacia, di voglia di vincere, di resistenza. Di Juventus. Ci sarà tempo per abituarsi all’idea di non vederti più in gruppo con la squadra, nello spogliatoio e al centro della nostra difesa: adesso, l’unica cosa che sentiamo di dirti è grazie. Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio".

 

 

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La lettera di Sara Gama

Anche Sara Gama ha pubblicato un video sul suo Instagram con una lunghissima lettera per salutare il calcio e la Juventus: "Tutto è iniziato a Trieste. Un pallone, i primi calci tirati senza pensarci troppo nel mio quartiere o sul lungomare di Barcola. La prima squadra con gli amici di sempre, lo Zaule e poi la Polisportiva San Marco, la prima interamente femminile, un campo in mezzo alle acque del Villaggio. Un pallone che mi ha portata a Tavagnacco e Chiasiellis, fuori casa ma pur sempre nelle terre friulane. E poi molto più lontano: Los Angeles, calcio americano, avanguardia del femminile. Parigi, per la prima grande esperienza all’estero. Sempre col mio compagno di viaggio, il pallone, il filo rosso che mi ha permesso di vivere emozioni indescrivibili inseguendo la mia grande passione. Poi Brescia, le prime vittorie con un club. E anche tanto azzurro, emozioni che non si dimenticano con la bandiera del proprio paese sul petto.Tante partite, tanti paesi toccati in giro per il mondo. Il nostro europeo da giovanissime, che ci ha dato speranza, e quel Mondiale che ci ha regalato consapevolezza"

Un messaggio che è proseguito: "Infine, lei: la Juventus. Tanti trofei e tante battaglie. Ma soprattutto, un club che ha fatto diventare realtà anche i sogni che non sapevamo di avere. Mille avventure vissute assieme a questi colori, quelli che ho indossato più a lungo dopo quelli azzurri. Ma la cosa che porterò per sempre con me è la luce negli occhi delle mie compagne il primo giorno che abbiamo iniziato questo splendido cammino: era già tutto scritto lì. Questi anni rappresentano un viaggio indescrivibile; e quello che resterà con me, come accade a tutti noi che viviamo di sport e di emozioni, sono le persone. Le compagne con cui abbiamo lottato per conquistare vittorie sul rettangolo verde, e per qualcosa di più grande fuori. Camminare fianco a fianco con voi in questo viaggio è stata per me la cosa più importante. C’è tanta strada ancora da fare ma la percorreremo sempre una accanto all’altra, che sia in campo o che sia altrove. Grazie alla mia famiglia per aver fatto la cosa fondamentale: lasciarmi libera di decidere il mio destino e di tracciare da sola la strada che volevo. E grazie alle persone che mi sono state vicine in questi anni e che famiglia lo sono diventata. E poi grazie a voi, tifosi. Siete cresciuti insieme a noi. Sappiate che le vostre emozioni sono le nostre. Da Trieste a Torino, passando per il mondo, il pallone va lontano ma torna sempre e quando lo fa porta con sé ciò che vale davvero: le persone, le emozioni, la vita. Oggi quel pallone lo calcio e lo lascio andare. Con orgoglio, con gratitudine, con il cuore pieno: è il mio addio al calcio giocato. L’amore per questo sport e per le sue persone resta con me per sempre".

 

 

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Il messaggio della Figc

A chiudere il cerchio è arrivato anche il saluto della FIGC sui social: "Per tutte le volte che in campo hai messo anima e sudore. Per tutte le volte in cui fuori dal campo hai combattuto con le unghie e con i denti per le giocatrici di ieri, di oggi e di domani. Per tutte le volte in cui la tua professionalità e la tua determinazione hanno lasciato qualcosa nelle persone che ti hanno incontrata. Per tutte le volte in cui sei stata in prima linea senza mai indietreggiare di un passo. Per tutte le volte in cui le bambine di questo Paese hanno sognato di fare del calcio la propria vita e il proprio lavoro. Per tutto questo e per molto altro ancora, grazie Sara Gama. Leggenda del calcio femminile italiano". 

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Otto stagioni. Tredici trofei. Sorrisi, lacrime, vittorie, sconfitte, infortuni ma sempre con la voglia di guardare avanti, al prossimo obiettivo e, soprattutto, conla volontà di vincere in pieno dna Juventus. Sara Gama ha deciso di appendere le scarpe al chiodo e con lei si chiude anche una carriera importante tra la maglia bianconera e quella azzurra. Leadership e qualità al servizio della squadra e del calcio femminile. Autentica porta bandiera di valori e sempre attenta alle parole. Ha indossato la fascia da capitano delle Women portando in tutta Italia lo spirito Juve. Ha deciso di salutare, proprio con il ritorno al trionfo con lo scudetto conquistato con qualche giornata d'anticipo, e lo ha fatto da leggenda per questo il club ha voluto omaggiarla con una bellissima dedica sul sito. 

La dedica della Juve

A seguito della decisione di ritirarsi dal cacio giocato, è arrivata una bellissima dedica da parte della Juventus: "Sara, ci siamo. Dopo 153 presenze raccolte in otto anni, decine di battaglie vinte insieme e 13 trofei a tinte bianconere aggiunti al tuo palmares - compreso quest’ultimo, dolcissimo Scudetto - è giunto il momento di fermarsi. Avessimo potuto immaginarlo, difficilmente ne avremmo trovato uno migliore: con la Juventus Women che torna a vincere il campionato, in trionfo come così spesso è capitato in tutti questi anni in cui sei entrata a far parte della famiglia bianconera. Protagonista dal primo giorno in campo e fuori con la fascia da capitano al braccio, per poi diventare simbolo e riferimento. Una leggenda bianconera. Una donna che, senza mezzi termini, ha cambiato la percezione dell’intero movimento sportivo nel nostro Paese. Sara, hai rivoluzionato non solo la nostra squadra, ma tutto il calcio femminile italiano. Epitome del concetto di tenacia, di voglia di vincere, di resistenza. Di Juventus. Ci sarà tempo per abituarsi all’idea di non vederti più in gruppo con la squadra, nello spogliatoio e al centro della nostra difesa: adesso, l’unica cosa che sentiamo di dirti è grazie. Grazie per quello che ci hai insegnato e per tutto quello che hai fatto indossando la nostra maglia, la tua maglia. Sarebbe stato impossibile desiderare di meglio".

 

 

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