Douglas Luiz, l’attacco a Motta e il punto di non ritorno: la replica della Juve

A completare la stagione fallimentare in campo, tra infortuni e prestazioni opache, il suo clamoroso sfogo sui social: “In panchina pure se stavo bene”

TORINO - L’albero che nasce storto non raddrizzerà mai il suo tronco. Douglas Luiz affonda le proprie radici in una favela di Rio De Janeiro, d’accordo, ma è un proverbio spagnolo a giungere in soccorso per tratteggiare l’affresco della sua esperienza alla Juventus. Una storia nata male. E una storia che ben difficilmente sarà in grado di offrire un lieto fine. L’ultima istantanea del tortuoso cammino in bianconero del centrocampista è cronaca di ieri, quando è affiorata e ben presto divenuta virale la sua piccata risposta social a un tifoso. "Ma sei venuto a Torino per giocare o per mettere i post su Instagram?", la provocazione che ha innescato una dura replica da parte dell’ex Aston Villa. Una replica di pancia sì, ma solo fino a un certo punto, alla luce della lunga e dettagliata risposta. Che, riguardo temi particolarmente dibattuti intorno alla sua figura, apre a più d’una “zona grigia”, tra detto e non detto.

 

Douglas Luiz si sfoga sui social

Quali temi? La sua condizione fisica, per esempio. "Voglio che mi rispondiate: perché un acquisto come il mio non ha giocato due partite consecutive con questa maglia? – la sua domanda retorica –. Potete dire tutto quello che volete: 'Oh, Douglas non è in forma'. Ma ho fatto tutto il pre-campionato e ho giocato ogni partita. E avevo appena avuto una delle migliori stagioni della mia carriera, in cui sono stato uno dei migliori centrocampisti della Premier League". Frecciate che hanno quale evidente destinatario Thiago Motta, al timone della squadra in estate e nei primi mesi di un’avventura mai sbocciata per Douglas Luiz. Anche a causa dei ripetuti acciacchi, in realtà. Eccola, allora, la seconda tematica delicata. "Gli infortuni mi hanno ostacolato, è vero. Ma per quanto tempo sono rimasto in panchina anche quando ero in salute? Molto. E poi tutti questi infortuni non erano normali: non sono mai stato un giocatore che si infortuna, ma ci sono tante cose che potrebbero aver causato questa situazione e di ciò preferirei non parlare". A proposito di “zone grigie”, per l’appunto.

 

 

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Flop Douglas Luiz, può partire 

L’esternazione di Douglas Luiz, un vero e proprio sfogo ai tempi dei social, difetta semmai di risposte chiare e lipide, ma non lesina accuse e attacchi. Al punto da rischiare di diventare un punto di non ritorno all’interno di una vicenda che, in ogni caso, pareva già da mesi aver imboccato la strada dell’addio con reciproca soddisfazione in estate. Certo, a patto di trovare un club stimolante per il giocatore e disposto a mettere sul tavolo un’adeguata offerta per il club. Il Nottingham Forest, in piena lotta per un posto nella prossima Champions, potrebbe soddisfare entrambe le condizioni: è l’unica società ad aver già mosso passi concreti per anticipare la concorrenza, attraverso il ds Edu Gaspar che è uno dei più grandi estimatori del centrocampista verdeoro, anche se ogni discorso di mercato è ancora prematuro.

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Juve al contrattacco

L’evidenza, in ogni caso, racconta di un potenziale affare estivo che in vero affare non si è mai tramutato: l’operazione conclusa da Giuntoli, che aveva sfruttato le stringenti necessità dell’Aston Villa in termini di fair play finanziario per portare a Torino uno dei migliori centrocampisti della passata Premier, non ha pagato i dividendi attesi. Tra infermeria, panchine e una mancata continuità in campo (appena 799’ disputati in stagione) che ha finito per tarpare le ali al brasiliano anche quando chiamato in causa. L’ultima tappa del burrascoso cammino, in attesa di titoli di coda che paiono ormai scontata, è piovuta con l’ennesimo sfogo in stagione di un giocatore bianconero, dopo le parole di Danilo non appena firmata la rescissione a gennaio, dopo le uscite sui social dei vari Perin e Conceiçao. Se in quei frangenti si era trattato di velate insinuazioni, ascrivibili al campo delle interpretazioni, in questo le parole sono invece nette e pesanti. Al punto che la società nelle prossime ore non potrà non valutare eventuali sanzioni per il centrocampista brasiliano.

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TORINO - L’albero che nasce storto non raddrizzerà mai il suo tronco. Douglas Luiz affonda le proprie radici in una favela di Rio De Janeiro, d’accordo, ma è un proverbio spagnolo a giungere in soccorso per tratteggiare l’affresco della sua esperienza alla Juventus. Una storia nata male. E una storia che ben difficilmente sarà in grado di offrire un lieto fine. L’ultima istantanea del tortuoso cammino in bianconero del centrocampista è cronaca di ieri, quando è affiorata e ben presto divenuta virale la sua piccata risposta social a un tifoso. "Ma sei venuto a Torino per giocare o per mettere i post su Instagram?", la provocazione che ha innescato una dura replica da parte dell’ex Aston Villa. Una replica di pancia sì, ma solo fino a un certo punto, alla luce della lunga e dettagliata risposta. Che, riguardo temi particolarmente dibattuti intorno alla sua figura, apre a più d’una “zona grigia”, tra detto e non detto.

 

Douglas Luiz si sfoga sui social

Quali temi? La sua condizione fisica, per esempio. "Voglio che mi rispondiate: perché un acquisto come il mio non ha giocato due partite consecutive con questa maglia? – la sua domanda retorica –. Potete dire tutto quello che volete: 'Oh, Douglas non è in forma'. Ma ho fatto tutto il pre-campionato e ho giocato ogni partita. E avevo appena avuto una delle migliori stagioni della mia carriera, in cui sono stato uno dei migliori centrocampisti della Premier League". Frecciate che hanno quale evidente destinatario Thiago Motta, al timone della squadra in estate e nei primi mesi di un’avventura mai sbocciata per Douglas Luiz. Anche a causa dei ripetuti acciacchi, in realtà. Eccola, allora, la seconda tematica delicata. "Gli infortuni mi hanno ostacolato, è vero. Ma per quanto tempo sono rimasto in panchina anche quando ero in salute? Molto. E poi tutti questi infortuni non erano normali: non sono mai stato un giocatore che si infortuna, ma ci sono tante cose che potrebbero aver causato questa situazione e di ciò preferirei non parlare". A proposito di “zone grigie”, per l’appunto.

 

 

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