La posizione di Giuntoli, Massara e il potere di Chiellini: rimpasto Juve

Le dimissioni di Calvo (verso la Premier) scatenano le indiscrezioni sui cambiamenti dell’organigramma bianconero

Le dimissioni di Francesco Calvo, se proprio vogliamo essere onesti e precisi, non cambiano granché nella gestione dell’area sportiva della Juventus. L’addio del responsabile del settore commerciale (con tutte le deleghe politiche) non dà il via a un effetto domino di novità in sede. Però è un fatto confermato e va a toccare l’organigramma del club, scatenando contestualmente una tempesta di voci e indiscrezioni. È come se l’annuncio dell’addio di Calvo abbia alzato il coperchio di un pentolone ribollente. Nessuno sa, esattamente, cosa stia cuocendo, ma sono tutti sicuri che sotto il fumo ci sia almeno un po’ di arrosto. D’altronde, la stagione della Juventus non è stata esattamente un percorso netto e il fallimento di tutti gli obiettivi sportivi (tranne la Champions ancora in ballo) è stato condito dall’imbarazzo per aver cambiato l’allenatore incoronato in estate come l’uomo del nuovo ciclo. Dunque non sarebbe sorprendente che, se non una rivoluzione, qualche ritocco possa essere apportato alla dirigenza.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Chiellini unico faro

In questo senso, fra la nebbia delle voci incontrollate tipiche di queste situazioni, al momento c’è un unico faro: Giorgio Chiellini. L’ex capitano, ora dirigente bianconero con la responsabilità dei rapporti istituzionali, avrà una posizione più centrale e preminente nella Juventus di domani. Cosa significhi esattamente “più centrale” è difficile delinearlo con precisione in questo momento, ma è lecito pensare che se, finora, Chiellini non ha messo becco in nessuna scelta tecnica su allenatore e squadra, nell’imminente futuro possa avere molta più voce in capitolo. E magari più voce in generale, visto che alla Juventus manca un volto che possa rappresentarla pubblicamente e, quando serve, mediatamente (magari anche in Consiglio Federale, dove potrebbe prendere il posto di Calvo). I tifosi lo sognano, Giorgione sta allineato e coperto, schivando con cura le voci, l’ad Maurizio Scanavino lo battezza con prudenza: «Parliamo di un dirigente che è con noi da un anno e sta facendo molto bene nel settore dove ha operato e dove può crescere ancora. Poi vedremo, adesso dobbiamo rimanere concentrati sul quarto posto e sulla conquista della prossima Champions». Tanto, l’ultima parola è della proprietà e, ieri, la proprietà era in Arabia Saudita con Donald Trump, a colloquio con Mohammed bin Salman. E, come spesso è trapelato da quella parte: tutto si deciderà dopo la fine del campionato, valutando i risultati ottenuti, sia quelli economici che quelli sportivi. Nessuno sa cos’abbia in testa Elkann, ma è noto a tutti la sua grande stima per Chiellini.

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La posizione di Giuntoli

A questo punto, comunque, il ruolo da coprire di sicuro è quello che lascerà Calvo (potrebbe andare in Premier, ma nulla è definito), girano voci su un dirigente commerciale del Real Madrid, ma senza riscontri particolarmente solidi. D’altronde, per quanto il ruolo di Calvo sia nevralgico e fondamentale per qualsiasi club, è certamente meno affascinante di quello di direttore tecnico o sportivo agli occhi dei tifosi che, per la cronaca, sono tutti addosso a Cristiano Giuntoli Nell’ambiente del mercato sono tanti i procuratori a vederlo ormai fuori dalla Juventus, ma sono voci che non hanno particolare consistenza e sono sempre poco circostanziate. Magari è in una posizione scomoda, ma le fonti ufficiali lo danno ancora saldo. Certo, potrebbe essere affiancato dal succitato Chiellini e, magari, da un direttore sportivo per rendere più strutturata l’area sportiva bianconera. E su chi possa essere il ds ci sono due nomi: Tognozzi e Massara, quest’ultimo molto in ascesa.

Lo stile Juventus

È un momento difficile per la Juventus, al termine di una stagione travagliata e con due partite da vincere in un clima di inevitabile tensione. Ma è anche un momento in cui deve nascere una grande Juventus, con altre ambizioni, con una leadership più solida, con radici più profonde nei valori ultracentenari del club. Al di là dei nomi devono essere queste le linee guida per evitare il grigiore delle ultime stagioni che sta facendo appassire il senso di appartenenza di una squadra e del suo popolo.

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Le dimissioni di Francesco Calvo, se proprio vogliamo essere onesti e precisi, non cambiano granché nella gestione dell’area sportiva della Juventus. L’addio del responsabile del settore commerciale (con tutte le deleghe politiche) non dà il via a un effetto domino di novità in sede. Però è un fatto confermato e va a toccare l’organigramma del club, scatenando contestualmente una tempesta di voci e indiscrezioni. È come se l’annuncio dell’addio di Calvo abbia alzato il coperchio di un pentolone ribollente. Nessuno sa, esattamente, cosa stia cuocendo, ma sono tutti sicuri che sotto il fumo ci sia almeno un po’ di arrosto. D’altronde, la stagione della Juventus non è stata esattamente un percorso netto e il fallimento di tutti gli obiettivi sportivi (tranne la Champions ancora in ballo) è stato condito dall’imbarazzo per aver cambiato l’allenatore incoronato in estate come l’uomo del nuovo ciclo. Dunque non sarebbe sorprendente che, se non una rivoluzione, qualche ritocco possa essere apportato alla dirigenza.

 

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