La Juve respira, ma resta uno Stelvio: il bug e sempre gli stessi limiti

La stagione dei bianconeri e la giornata epica in Serie A: le emozioni rimbalzavano, finale incandescente. Perché non rifarlo?

Sicuri che spezzettare il campionato su quattro giorni lo valorizzi? È una vecchia storia, lo so, e gli esperti garantiscono che il frazionamento funziona, però quanto ci siamo goduti la botta di adrenalina di ieri sera? La classifica che cambiava ogni dieci minuti, incrociando i destini e complicando i calcoli, i battiti che aumentavano di minuto in minuto. Ora, non è pensabile ripetere sempre l'esperimento, ma sicuri sicuri che un paio di giornate in contemporanea non farebbero bene? Perché il turbinio di risultati e gol, per esempio, ha reso più accettabile la cifra tecnica non esattamente avvincente di certe partite. Se non hai attori da Oscar, devi lavorare sulla trama e renderla più emozionante.

Scudetto, roba da Tarantino

Il rigore assegnato a Pedro, quando mancavano due minuti alla fine, ha gelato San Siro, infuocato Napoli e reso palpitanti i successivi dieci minuti, con il gol di Arnautovic annullato e il rigore dato e tolto al Napoli: roba da Tarantino. E così al termine di una giornata pazzesca e fibrillante, il Napoli è a un passo dallo scudetto. Deve vincere l'ultima partita in casa, contro il Cagliari che ieri sera si è tolto definitivamente dai guai, battendo il Venezia. La squadra di Conte è stanca, sfibrata dagli infortuni, ma sarebbe una follia pensare a uno scivolone finale. Se tutto dovesse andare bene, per il Napoli, sarebbe l'ennesimo miracolo di Conte, un allenatore pazzesco nel rivitalizzare spogliatoi esausti, dare fiducia a giocatori spenti, resuscitare orgoglio e agonismo.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Napoli, capolavoro Conte

Il campionato del Napoli è un altro capolavoro del tecnico, che era riuscito nella stessa impresa a Torino con la Juventus, a Londra con il Chelsea, a Milano con l'Inter. Se lo fa a Napoli è la quarta volta, confermandosi tecnico unico al mondo nel costruire l'impossibile. L'Inter, da parte sua, ha onorato alla grande il finale di questo campionato e, non mollando mai, si sta certamente preparando meglio del Paris Saint Germain alla finale di Monaco. La storia insegna che un mese senza vero agonismo ti porta sgonfio all'ultimo atto della Champions.

La lotta Champions

E, a proposito di Champions, l'ultima giornata vivrà soprattutto della lotta fra Juventus, Roma e Lazio: se i bianconeri vincono non c'è storia, altrimenti si va di calcoli. Tudor, insomma, conserva nelle sue mani il quarto posto, ma non sarà una settimana serena. Se contro l'Udinese, al minimo sindacale di motivazione, la Juventus ha dannatamente faticato a vincere la partita, dare per scontato un successo contro il Venezia è uno spericolato esercizio di ottimismo.

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La stagione della Juventus

È senza dubbio una stagione in salita per la Juventus che sembra un velocista sullo Stelvio, ansimante, perennemente in crisi, senza mai un pezzo in piano per tirare il fiato. Questa squadra sembra avere quello che gli informatici chiamano "bug", un errore nel software che fa inchio dare sempre la macchina. Perché nel corso della stagione è cambiato il centravanti, l'allenatore, i difensori, il sistema di gioco... ma i limiti emersi sono sempre gli stessi e riconducono alla carenza di leadership e carattere da una parte, di qualità tecnica dall'altra.

Il lavoro di Tudor

Questa squadra è volenterosa, ma fragile, ha un'anima esile e pochi pilastri sui quali costruire qualcosa di più convincente l'anno prossimo. Tudor ha fatto un grande lavoro, perché ha sacrosanta ragione quando puntualizza che ha trovato la Juventus in un «buco profondo», nel quale l'aveva cacciata Thiago Motta, e se riuscirà a traghettarla al quarto posto merita un ringraziamento enorme da parte della società. Tuttavia, non sembra che Tudor abbia guarito la Juventus dalle patologie mostrate nella prima parte della stagione. Certo, ha avuto poco tempo a disposizione, ma forse per la conferma, 1 vertici bianconeri si aspettavano di dover soffrire un po' di meno per agguantare il quarto posto che, vale la pena ricordarlo, è l'unico obiettivo sportivo raggiunto. L'unico e quello minimo.

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Sicuri che spezzettare il campionato su quattro giorni lo valorizzi? È una vecchia storia, lo so, e gli esperti garantiscono che il frazionamento funziona, però quanto ci siamo goduti la botta di adrenalina di ieri sera? La classifica che cambiava ogni dieci minuti, incrociando i destini e complicando i calcoli, i battiti che aumentavano di minuto in minuto. Ora, non è pensabile ripetere sempre l'esperimento, ma sicuri sicuri che un paio di giornate in contemporanea non farebbero bene? Perché il turbinio di risultati e gol, per esempio, ha reso più accettabile la cifra tecnica non esattamente avvincente di certe partite. Se non hai attori da Oscar, devi lavorare sulla trama e renderla più emozionante.

Scudetto, roba da Tarantino

Il rigore assegnato a Pedro, quando mancavano due minuti alla fine, ha gelato San Siro, infuocato Napoli e reso palpitanti i successivi dieci minuti, con il gol di Arnautovic annullato e il rigore dato e tolto al Napoli: roba da Tarantino. E così al termine di una giornata pazzesca e fibrillante, il Napoli è a un passo dallo scudetto. Deve vincere l'ultima partita in casa, contro il Cagliari che ieri sera si è tolto definitivamente dai guai, battendo il Venezia. La squadra di Conte è stanca, sfibrata dagli infortuni, ma sarebbe una follia pensare a uno scivolone finale. Se tutto dovesse andare bene, per il Napoli, sarebbe l'ennesimo miracolo di Conte, un allenatore pazzesco nel rivitalizzare spogliatoi esausti, dare fiducia a giocatori spenti, resuscitare orgoglio e agonismo.

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