Conceicao, le condizioni Juve per il riscatto. Yildiz: c’è anche l’ipotesi addio

Nella ripresa contro l’Udinese si è rivisto il Chico di inizio stagione. Su tutto aleggia l’ombra di Mendes, il super procuratore portoghese

TORINO - Se fosse solo, banalmente, una questione di soldi (peraltro altrui), allora non parrebbe neppure troppo assurdo sborsare 30 milioni per onorare la clausola che il Porto ha fissato, non si capisce quanto formalmente, per il riscatto definitivo di Francisco “Chico” Conceiçao. Il club lusitano ha affisso sul cartellino dell’esterno “tascabile” un prezzo da 30 milioni, neppure una follia se lo si paragona ai 20 che “cuba” il cartellino di Lloyd Kelly o ai circa 12 per i sei mesi di prestito “secco” che sono stati investiti per Kolo Muani. Il fatto è che i tempi cambiano e le valutazioni tecniche pure. Quindi non è detto che quelle cifre siano ancora considerate congrue per il portoghese tascabile sia in termini assoluti sia, soprattutto, in relazione alle strategie dell’allenatore che dovrà (dovrebbe) sedere sulla panchina della Juventus.

Il ritorno da titolare

Conceiçao, peraltro, era sparito anche dai radar di Igor Tudor, prova ne sia l’intemerata social che il giovane portoghese si era concesso dopo la panchina contro la Roma. Ma, anche qui, le situazioni cambiano in fretta, soprattutto in relazione alla contingenza legata alla necessità di portare a casa la qualificazione in Champions League. E allora Tudor, al quale va riconosciuto un pragmatismo non scontato in relazione alla sua precedente storia professionale, ha deciso di utilizzare Conceiçao a costo di far violenza alle proprie convinzioni sulla inderogabile fisicità dei calciatori. E Chico, soprattutto nella malmostosa partita contro l’Udinese, lo ha ripagato con un secondo tempo che ha ricordato i fasti dei suoi esordi bianconeri. Quelli che, fino al glorioso match di Lipsia, avevano illuso di aver trovato l’erede di gente come Camoranesi, là su quella fascia destra. Illusione, appunto, perché (al netto della inesistente solidità del Lipsia poi palesatasi nel corso della stagione) Chico non è riuscito a garantire continuità fisica e di prestazioni.

 

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Il futuro di Conceicao

E, insomma, la sostanza adesso è una sola: vale la pena spendere 30 milioni di euro per un calciatore così ondivago? Magari sì. Soprattutto se anche domenica a Venezia dovesse confermarsi decisivo nelle dinamiche bianconere e se, poi, il Porto aprisse a un prolungamento del prestito per il Mondiale per club. La proroga, in fondo, converrebbe per primi ai dirigenti portoghesi che vedrebbero comunque valorizzato il proprio giocatore su un palcoscenico internazionale. È in questa prospettiva che entra in scena il protagonista assoluto delle dinamiche portoghesi di mercato: Jorge Mendes. Il “super procuratore”, infatti, ha tali e tante entrature ai vertici dei club portoghesi che potrebbe davvero convincere il Porto a prolungare il prestito di Conceiçao per vedere l’effetto che fa. Poi, magari, si potrebbe discutere di sconti, riscatti parziali e via dicendo, ma intanto Chico resterebbe in organico alla Juventus nella competizione statunitense. In queste ore, tra l’altro, gli è arrivata la notizia della convocazione in Nazionale per la fase finale della Nations League.

Yildiz, ipotesi addio

Il ct Roberto Martinez ha convocato anche Renato Veiga, il difensore centrale in prestito dal Chelsea che è diventato uno dei pilastri della retroguardia bianconera. Mendes, intanto, tira le fila e continua ad aleggiare sull’entourage di Kenan Yildiz per disegnare con i genitori del ragazzo gli scenari futuri. Ora, è vero che con la certezza della qualificazione Champions il fantasista è ben intenzionato a restare a Torino per continuare in bianconero il percorso di crescita propedeutico al prossimo salto di qualità. Ma, d’altra parte, è molto probabile che in caso di capitombolo a Venezia, l’addio diventerebbe molto più di una ipotesi. A prescindere da una offerta “che non si può rifiutare” da parte di qualche club di Premier League, desideroso di insediarsi nel club dei grandi sia tecnicamente sia, soprattutto, per il prestigio economico in grado di vantare. Le situazioni, insomma, sono molto fluide e per solidificarsi passano, inevitabilmente, dalla partita di domenica al Penzo di Venezia.

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TORINO - Se fosse solo, banalmente, una questione di soldi (peraltro altrui), allora non parrebbe neppure troppo assurdo sborsare 30 milioni per onorare la clausola che il Porto ha fissato, non si capisce quanto formalmente, per il riscatto definitivo di Francisco “Chico” Conceiçao. Il club lusitano ha affisso sul cartellino dell’esterno “tascabile” un prezzo da 30 milioni, neppure una follia se lo si paragona ai 20 che “cuba” il cartellino di Lloyd Kelly o ai circa 12 per i sei mesi di prestito “secco” che sono stati investiti per Kolo Muani. Il fatto è che i tempi cambiano e le valutazioni tecniche pure. Quindi non è detto che quelle cifre siano ancora considerate congrue per il portoghese tascabile sia in termini assoluti sia, soprattutto, in relazione alle strategie dell’allenatore che dovrà (dovrebbe) sedere sulla panchina della Juventus.

Il ritorno da titolare

Conceiçao, peraltro, era sparito anche dai radar di Igor Tudor, prova ne sia l’intemerata social che il giovane portoghese si era concesso dopo la panchina contro la Roma. Ma, anche qui, le situazioni cambiano in fretta, soprattutto in relazione alla contingenza legata alla necessità di portare a casa la qualificazione in Champions League. E allora Tudor, al quale va riconosciuto un pragmatismo non scontato in relazione alla sua precedente storia professionale, ha deciso di utilizzare Conceiçao a costo di far violenza alle proprie convinzioni sulla inderogabile fisicità dei calciatori. E Chico, soprattutto nella malmostosa partita contro l’Udinese, lo ha ripagato con un secondo tempo che ha ricordato i fasti dei suoi esordi bianconeri. Quelli che, fino al glorioso match di Lipsia, avevano illuso di aver trovato l’erede di gente come Camoranesi, là su quella fascia destra. Illusione, appunto, perché (al netto della inesistente solidità del Lipsia poi palesatasi nel corso della stagione) Chico non è riuscito a garantire continuità fisica e di prestazioni.

 

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