Il vizietto di Nico Gonzalez: con la Juve è ora di alzare l’asticella

La Champions passa dall’argentino: dal suo arrivo in Italia ha sempre segnato gran parte dei gol verso la fine della stagione

TORINO - Sono cambiati i colori, le ambizioni e le responsabilità, eppure Nico continua a rivendicare fieramente quel pedigree da “game changer” attribuitogli da Heinze fin dai tempi dell’Argentinos Juniors, quando firmò a due minuti dalla fine il gol che valse la promozione dei Bichos in Primera Division, dopo mesi di penuria in termini realizzativi. Con Stoccarda e Fiorentina, lo spartito poi è rimasto sostanzialmente lo stesso: Nico ha sempre aspettato i finali di stagione per porre fine ai suoi digiuni a intermittenza, e trascinare a suon di gol i rispettivi club verso gli obiettivi stagionali prefissati. Basti guardare i numeri del suo triennio in Viola: nella passata stagione ha siglato 5 delle 7 reti complessive in Serie A nelle ultime 4 giornate; 2 su 6 nel 2023 e 3 su 7 nel primo anno a Firenze. Insomma, quando il gioco si fa duro per davvero, Nico inizia a giocare.

Nico Gonzalez: gol pesanti oltre la crisi

E ora la Juve, uscita vittoriosa contro Monza e Udinese grazie a due guizzi dell’attaccante argentino. Gol pesantissimi, se si considera che in entrambi i casi hanno sbloccato il parziale e indirizzato il match verso le latitudini bianconere. Certo, per Nico non è stato un anno semplice. La Juventus, visti i 33 milioni complessivi (8 di prestito più i 25 dell’obbligo di riscatto) versati nelle casse della Fiorentina, si aspettava uno score ben diverso dai 5 miseri gol messi a referto fra tutte le competizioni. L’avvio, del resto, con tanto di rete al Psv al suo esordio in Champions, sembrava il preludio di un’annata prolifica e all’insegna della sua consacrazione definitiva nel calcio che conta. Poi il lungo stop di natura muscolare, che ha tenuto Gonzalez lontano dal campo per 72 giorni, prima che finisse inghiottito in quel grigiore collettivo che ha avvolto la Juventus da gennaio in poi.

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La fiducia di Motta e Tudor

Motta non ha mai smesso di credere in lui, schierandolo in tutte le zone del campo, persino a dispetto di Vlahovic, l’unica punta di ruolo - fino a quel momento - a disposizione nel decimato scacchiere bianconero. Con l’arrivo di Tudor, il minutaggio è rimasto sostanzialmente lo stesso, a dispetto di una nuova collocazione in campo, sulla carta più congeniale alle sue caratteristiche: quella di trequartista alle spalle di Kolo Muani. Dopo mesi e mesi di corse all’indietro per aiutare i compagni, di palloni ripuliti a ridosso della propria area di rigore, Tudor è tornato a concedergli un po’ di anarchia calcistica. Il diritto di prendere palla e lasciarsi guidare dall’istinto, di provare la giocata individuale.

È tempo di alzare l'asticella

E i risultati, in termini realizzativi, non sono tardati ad arrivare. Se contro l’Udinese Tudor si era trovato costretto ad arretrarlo nei 4 di centrocampo per via dell’emergenza infortuni, a Venezia con i rientri degli squalificati (Thuram e Savona) e le conferme in allenamento dei vari acciaccati (Cambiaso, McKennie e Kelly su tutti), Nico potrà tornare ad agire al fianco di Kenan Yildiz. L’ultima occasione per riscattare un annata così e così e tenere fede a quel suo prolifico vizietto. A Buenos Aires si è regalato la promozione nella massima serie argentina, a Firenze il primo pass della storia del club in Conference League. È tempo di alzare l’asticella...

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Sono cambiati i colori, le ambizioni e le responsabilità, eppure Nico continua a rivendicare fieramente quel pedigree da “game changer” attribuitogli da Heinze fin dai tempi dell’Argentinos Juniors, quando firmò a due minuti dalla fine il gol che valse la promozione dei Bichos in Primera Division, dopo mesi di penuria in termini realizzativi. Con Stoccarda e Fiorentina, lo spartito poi è rimasto sostanzialmente lo stesso: Nico ha sempre aspettato i finali di stagione per porre fine ai suoi digiuni a intermittenza, e trascinare a suon di gol i rispettivi club verso gli obiettivi stagionali prefissati. Basti guardare i numeri del suo triennio in Viola: nella passata stagione ha siglato 5 delle 7 reti complessive in Serie A nelle ultime 4 giornate; 2 su 6 nel 2023 e 3 su 7 nel primo anno a Firenze. Insomma, quando il gioco si fa duro per davvero, Nico inizia a giocare.

Nico Gonzalez: gol pesanti oltre la crisi

E ora la Juve, uscita vittoriosa contro Monza e Udinese grazie a due guizzi dell’attaccante argentino. Gol pesantissimi, se si considera che in entrambi i casi hanno sbloccato il parziale e indirizzato il match verso le latitudini bianconere. Certo, per Nico non è stato un anno semplice. La Juventus, visti i 33 milioni complessivi (8 di prestito più i 25 dell’obbligo di riscatto) versati nelle casse della Fiorentina, si aspettava uno score ben diverso dai 5 miseri gol messi a referto fra tutte le competizioni. L’avvio, del resto, con tanto di rete al Psv al suo esordio in Champions, sembrava il preludio di un’annata prolifica e all’insegna della sua consacrazione definitiva nel calcio che conta. Poi il lungo stop di natura muscolare, che ha tenuto Gonzalez lontano dal campo per 72 giorni, prima che finisse inghiottito in quel grigiore collettivo che ha avvolto la Juventus da gennaio in poi.

WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Il vizietto di Nico Gonzalez: con la Juve è ora di alzare l’asticella
2
La fiducia di Motta e Tudor