La Juve spende più di quanto incassa: Fagioli, Kostic e via quasi 50 milioni

Opzioni tecniche in più, soldi in meno: Tudor ritrova qualcuno in vista del Mondiale per club ma c'è il risvolto della medaglia da tenere in conto...

Opzioni tecniche in più, a voler guardare il bicchiere pieno – se non per metà – almeno per un terzo. Disponibilità nelle casse in meno, invece, a optare per un punto di vista più pragmatico sullo scenario delle prossime settimane. Quelle in cui, giorno dopo giorno, la Juventus vedrà rientrare alla base da prestiti stagionali almeno sette elementi in orbita prima squadra. Alcuni anche in maniera piuttosto sorprendente. Il riscatto di Fagioli da parte della Fiorentina, per esempio, pareva pressoché scontato soltanto fino a poco tempo fa. Vuoi perché le condizioni per far scattare l’obbligo erano piuttosto morbide, vuoi perché il centrocampista aveva avuto in viola un buon impatto. E invece. Invece la squadra di Palladino ha ormai perso il treno con destinazione le prossime coppe europee, mentre al Viola Park è emersa qualche perplessità sulla tenuta all’interno del gruppo del classe 2001.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, i discorsi Kostic e Miretti

Ma un discorso simile, tutto sommato, vale anche per Kostic, che Mourinho al Fenerbahce ha impiegato in trentatrè occasioni, ottenendo in cambio il coinvolgimento del serbo in ben dieci reti (due gol e otto assist). Anche in questo caso, però, i rumor in arrivo dalla Turchia raccontano di un imminente rientro alla Continassa da parte dell’esterno. E dunque? E, dunque, Tudor potrà compensare qualche eventuale defezione in vista del Mondiale per Club aggregando al gruppo che sta concludendo il campionato volti come quelli di Fagioli e Kostic o, magari, anche di Rugani e Facundo Gonzalez. Il prossimo tecnico della Juventus, in attesa di scoprire la sua identità, potrà - allo stesso modo - valutare queste soluzioni quali reintegri in maniera permanente in rosa, discorso destinato a coinvolgere in primo luogo un giovane di prospettiva come Miretti, che ha già terminato la sua avventura in prestito al Genoa a causa di una necessaria operazione alla spalla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il risvolto della medaglia

Il risvolto della medaglia, però, è quello di natura economica. Già, perché la cessione dei succitati Fagioli e Kostic avrebbe potuto assicurare alle casse bianconere circa 20 milioni in più, da sommare ai quasi 30 che entreranno per i vari Muharemovic, Nicolussi Caviglia, Pellegrini e Rovella, loro sì ceduti a titolo definitivo. Mica briciole, sia chiaro. Ma comunque molti meno rispetto a quelli già preventivati a bilancio per il riscatto di Nico Gonzalez, Di Gregorio e Kelly, cui sommare gli almeno 14 milioni necessari a trattenere Kalulu a Torino. A far di conto, tra entrate e uscite, si arriva così a un passivo di 40 milioni, che potrebbe avvicinare quota 50 a seconda di quanti bonus verranno soddisfatti nelle varie operazioni. Germoglia da questi numeri il prossimo, imminente, mercato bianconero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Opzioni tecniche in più, a voler guardare il bicchiere pieno – se non per metà – almeno per un terzo. Disponibilità nelle casse in meno, invece, a optare per un punto di vista più pragmatico sullo scenario delle prossime settimane. Quelle in cui, giorno dopo giorno, la Juventus vedrà rientrare alla base da prestiti stagionali almeno sette elementi in orbita prima squadra. Alcuni anche in maniera piuttosto sorprendente. Il riscatto di Fagioli da parte della Fiorentina, per esempio, pareva pressoché scontato soltanto fino a poco tempo fa. Vuoi perché le condizioni per far scattare l’obbligo erano piuttosto morbide, vuoi perché il centrocampista aveva avuto in viola un buon impatto. E invece. Invece la squadra di Palladino ha ormai perso il treno con destinazione le prossime coppe europee, mentre al Viola Park è emersa qualche perplessità sulla tenuta all’interno del gruppo del classe 2001.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
La Juve spende più di quanto incassa: Fagioli, Kostic e via quasi 50 milioni
2
Juve, i discorsi Kostic e Miretti
3
Il risvolto della medaglia