Vlahovic, 12 milioni di incompatibilità Juve: perché scaricarlo è complicato

I bianconeri restano alla ricerca di una sistemazione per Dusan. E occhio alle situazioni Douglas Luiz, Mbangula e Cambiaso

TORINO - Tra i miti più ridondanti - ma non per questo meno fascinosi - della cultura a stelle e strisce ritorna sempre il concetto “dell’American Dream”. La convinzione diffusa che negli Stati Uniti ogni individuo attraverso il duro lavoro, il sacrificio e l’abnegazione, possa reindirizzare la propria esistenza. Cambiare vita, realizzarsi, rispolverando dal cassetto quei sogni datati. Chissà se alcuni dei tesserati bianconeri - quelli dal futuro più incerto - intendano l’ormai imminente Mondiale per club in questo senso: un’occasione per mettersi in mostra, per prendersi la scena nell’iridato palcoscenico americano…

Vlahovic e la Juve ai saluti

Certo, la prima priorità di Tudor sarà quella di provare a disegnare una bozza della Juve che verrà, promuovendo quegli interpreti che - nella sua idea - possano ancora far parte del progetto bianconero. Ma è altrettanto vero che il tecnico croato sarà chiamato a valorizzare anche i possibili partenti, offrendo loro un minutaggio che possa accendere l’interesse dei vari acquirenti sparsi in giro per l’Europa. Motivo per cui non ci sarà da sorprendersi se nella gara d’esordio del 19 giugno con l’Al Ain, Tudor possa lanciare dal primo minuto il separato in casa numero uno della Juventus, Dusan Vlahovic.

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La distanza tra Vlahovic e la Juve

Incolmabile ormai la distanza maturata nei mesi tra giocatore e società per il rinnovo di contratto, in scadenza nel giugno del 2026. A Mondiale finito, il cachet del serbo passerà dai 10.5 milioni netti annuali ai 12 precedentemente pattuiti (8 di parte fissa, più 4 di bonus). Cifre che il club ritiene incompatibili anzitutto con l’apporto tecnico fornito fin qui dall’attaccante, ma soprattutto con la nuova filosofia economica della società, da tempo orientata verso un ingente abbassamento del monte ingaggi. Da qui, la complicata missione della Juventus: trovare una squadra che sia disposta a rilevare il cartellino di Vlahovic (servono all’incirca dai 25 ai 30 milioni) e ad offrirgli uno stipendio in linea con le richieste dell’agente Ristic.

Ma soprattutto, una realtà dal considerevole appeal europeo: prerogativa essenziale al momento per il serbo, visti i no secchi alle avances saudite e turche degli ultimi mesi. Dusan aspetta una chiamata dall’Atletico Madrid - che non ha mai nascosto l’interesse nei suoi confronti - o da un club di Premier League. La Juve vuole scongiurare lo spettro di una possibile permanenza di Vlahovic in bianconero e farà di tutto per metterlo in buona luce nelle spedizione americana.

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Douglas Luiz, Mbangula, Cambiaso: la situazione

Diversa, invece, la situazione di Douglas Luiz. Il brasiliano - tra le più cocenti delusioni dell’ultima sessione estiva di mercato - ha vissuto un annata complicata, condita da una serie di infortuni che ne hanno frenato e non poco l’exploit in bianconero. Tudor nelle tre gare del girone gli offrirà delle chances nella speranza di rivitalizzarlo per la prossima stagione, o viceversa, per fomentare quei club che gradirebbero un suo ritorno in Premier. Del resto, Nottingham Forest e Newcastle sono sulle tracce del brasiliano da mesi... E poi ancora il gioiello della Next Gen Mbangula - valutato tra i 15 e i 20 milioni - protagonista di un ottimo inizio di stagione con Motta, prima che Tudor lo relegasse ai margini del reparto offensivo. Il belga piace molto al Bournemouth, lo stesso club che - insieme al Bayer Leverkusen - condivide l’interesse per Niccolò Savona.

L’altra sorpresa della Next, fresco di rinnovo fino al 2030, seppur ritenuto sacrificabile per il club di fronte alla giusta offerta. Per non dimenticare Cambiaso, a gennaio a un passo dal Manchester City, e tra i profili più “monetizzabili” della rosa di Tudor, oltre ai vari Rugani e Kostic, di rientro dai rispettivi prestiti. Il centrale azzurro nel prossimo mese e mezzo farà di tutto per ritagliarsi un posto nella Juve che verrà. Ipotesi più che plausibile, visti gli imminenti rientri di Bremer e Cabal. L’esterno serbo, invece, ha già fatto intendere che gradirebbe tornare tra le fila del Fenerbahce. 

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TORINO - Tra i miti più ridondanti - ma non per questo meno fascinosi - della cultura a stelle e strisce ritorna sempre il concetto “dell’American Dream”. La convinzione diffusa che negli Stati Uniti ogni individuo attraverso il duro lavoro, il sacrificio e l’abnegazione, possa reindirizzare la propria esistenza. Cambiare vita, realizzarsi, rispolverando dal cassetto quei sogni datati. Chissà se alcuni dei tesserati bianconeri - quelli dal futuro più incerto - intendano l’ormai imminente Mondiale per club in questo senso: un’occasione per mettersi in mostra, per prendersi la scena nell’iridato palcoscenico americano…

Vlahovic e la Juve ai saluti

Certo, la prima priorità di Tudor sarà quella di provare a disegnare una bozza della Juve che verrà, promuovendo quegli interpreti che - nella sua idea - possano ancora far parte del progetto bianconero. Ma è altrettanto vero che il tecnico croato sarà chiamato a valorizzare anche i possibili partenti, offrendo loro un minutaggio che possa accendere l’interesse dei vari acquirenti sparsi in giro per l’Europa. Motivo per cui non ci sarà da sorprendersi se nella gara d’esordio del 19 giugno con l’Al Ain, Tudor possa lanciare dal primo minuto il separato in casa numero uno della Juventus, Dusan Vlahovic.

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