Pagina 3 | Vlahovic, tormenti d'oro: il lento addio Juve, le offerte non all'altezza e i nuovi bonus

TORINO - C’è da immaginarlo a braccia conserte, in attesa di un’occasione come si fa sulla riva del fiume: chi l’ha voluto - e lo vuole ancora oggi - lontano dalla Juventus, è finito nel suo personalissimo mirino. Dusan Vlahovic ha la consapevolezza che la storia bianconera stia per finire: il ciclo, ballerino e un po’ sfortunato, di sicuro complicato ma anche oggettivamente segnato da mancanze dello stesso numero nove, è molto vicino al compimento.

La decisione della Juve

L’ha deciso il club. Non l’attaccante. E l’ha fatto per una questione di costi da abbattere e di benefici da ritrovare, nel più classico dei gioco di pro e di contro. Ecco, a proposito di “contro”: DV9 ha quello più pesante, cioè l’ingaggio. Da luglio scatta il maxi stipendio che toccherà - premi compresi - ben 12 milioni di euro. Non solo un salasso difficile da sostenere: è che pare proprio non ci sia la volontà da parte del club di farlo. Una sfumatura per nulla banale, e pronta a generare ulteriori tormenti nell’animo e nei ragionamenti del serbo. Del resto, presto sarà chiamato a prendere una decisione sul futuro, e finora le sirene non sono state spiegate, ma soltanto degli accenni più o meno concreti sui quale valeva la pena fare dei ragionamenti. Come il Fenerbahce: sul piatto, la proposta può convincere la Juve e può soddisfare le richieste - base di partenza non distante da quanto percepito in bianconero -, ma l’idea di andare in SuperLig turca non lo scalda abbastanza, gli consiglia di tenere le antenne dritte e di guardarsi altrove.

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Anche il Milan sul serbo

Il Milan, come l’Atletico Madrid, diventano così possibilità concrete, però anche qui: occorrerà un accordo tra le società, a cifre e condizioni dettate dal board juventino. Insomma: sono giorni un po’ così, spesi tra campo - ieri Dusan era impegnato nella sfida tra la sua Serbia e l’Albania, valida per le qualificazioni al Mondiale - e WhatsApp, telefonate al limite, con la testa inevitabilmente su ciò che sarà. Pronosticabile, certo. Però comunque fino a un certo punto, di fatto fino al passo d’addio, lo scenario più probabile arrivati a questo punto della storia senza ulteriori discorsi di prolungamento o incontri fissati con vecchia e nuova dirigenza. Alla base di tutto, l’idea dell’attaccante è di prendere tempo, così da valutare più possibilità e cercare l’incastro migliore possibile, aspettando - più che sperando - un segnale inoltre dalla Juventus, dalla quale aveva avuto in passato l’okay di massima a parlare della sua situazione. Pochi dubbi: accadrà. E sarà più probabilmente il primo step nella definizione dei saluti, dopo 142 presenze, 56 gol, 14 assist e chissà cos’accadrà al Mondiale, dove Vlahovic andrà e da semititolare, poiché da lì riprenderà pure il dualismo con Kolo Muani per una maglia dal primo minuto.

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La situazione di Douglas Luiz

Chi partirà decisamente dietro nelle gerarchie è invece Douglas Luiz, e qui il tema delle possibili partenze plana alla perfezione: il brasiliano, diversamente dal centravanti, sta lavorando con i compagni e proverà ad arrivare negli Stati Uniti al massimo della condizione. Per Tudor «è un giocatore forte», ma se si troverà una soluzione alla sua nostalgia da Premier League - al giusto prezzo - sono tutti un più felici. É nel mirino del Nottingham Forest e del Newcastle, non sarebbe sgradito un ritorno all’Aston Villa se si dovessero ricreare le giuste condizioni. Sullo sfondo c’è inoltre la situazione legata a Samuel Mbangula: il belga è stato fondamentale nella prima parte di stagione targata Thiago Motta, poi con Tudor le chance sono diventate risicate e ha dovuto più guardare e meno giocare. Ha mercato in Inghilterra e in Germania, tra le altre occhio al Bayer Leverkusen di Ten Hag.

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La situazione di Douglas Luiz

Chi partirà decisamente dietro nelle gerarchie è invece Douglas Luiz, e qui il tema delle possibili partenze plana alla perfezione: il brasiliano, diversamente dal centravanti, sta lavorando con i compagni e proverà ad arrivare negli Stati Uniti al massimo della condizione. Per Tudor «è un giocatore forte», ma se si troverà una soluzione alla sua nostalgia da Premier League - al giusto prezzo - sono tutti un più felici. É nel mirino del Nottingham Forest e del Newcastle, non sarebbe sgradito un ritorno all’Aston Villa se si dovessero ricreare le giuste condizioni. Sullo sfondo c’è inoltre la situazione legata a Samuel Mbangula: il belga è stato fondamentale nella prima parte di stagione targata Thiago Motta, poi con Tudor le chance sono diventate risicate e ha dovuto più guardare e meno giocare. Ha mercato in Inghilterra e in Germania, tra le altre occhio al Bayer Leverkusen di Ten Hag.

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