Ravanelli dice tutto: Lippi, Vialli, finale Champions, aneddoto Ferrara. Sulla nuova Juve e David...

L'ex attaccante si racconta a 360° e non si nasconde a commentare l'attualità dei bianconeri tra mercato e differenze col passato
Ravanelli dice tutto: Lippi, Vialli, finale Champions, aneddoto Ferrara. Sulla nuova Juve e David...
© Getty Images

Il 22 maggio 1996 è una data scolpita nel cuore di ogni tifoso juventino. Una notte magica, carica di sogni e adrenalina, in cui la Juventus conquistò l’Europa, alzando al cielo la Champions League dopo una battaglia epica contro l’Ajax di Van Gaal. Quella squadra bianconera, a rileggerne oggi i nomi, fa venire i brividi: una formazione leggendaria, ricca di campioni che hanno scritto pagine indelebili nella storia del club.

Tra loro c’era anche Fabrizio Ravanelli, il guerriero dai capelli d’argento, affettuosamente chiamato "Penna Bianca". Fu lui a sbloccare la finale all’Olimpico di Roma, regalando un’esplosione di gioia ai tifosi con il gol del momentaneo vantaggio. Un attimo eterno, che ancora oggi vive nei ricordi di chi c’era e di chi lo ha rivisto mille volte. Quasi trent’anni dopo, Ravanelli è tornato con la mente a quella notte, confrontandola con la Juventus di oggi. Le sue parole lasciano poco spazio ai dubbi: "C’è un divario tecnico e caratteriale davvero importante".

Ravanelli e quei ricordi Champions

Proprio riguardo quella finale, Ravanelli, ha raccontato le sue emozioni, ancora attuali: "Gol all'Ajax in finale di Champions? Onestamente l'ho rivisto spesso e rivedendolo anche ora è sempre una grande emozione. La telecronaca, l'atmosfera... ti vengono in mente tutti i ricordi del pre, durante e del post partita. È stata un'emozione grandissima e una soddisfazione fantastica. Ancora oggi vive dentro di me ma soprattutto dentro tutti i tifosi della Juventus e dei miei compagni. Una finale fantastica e poi giocarla a Roma è stato qualcosa di davvero incredibile".

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Lippi e il ciclo vincente Juve

L'ex attaccante della Juventus ha ripercorso il ciclo vincente di quegli anni: "È iniziato questo percorso nel '94-'95 con il cambio di proprietà e l'arrivo in panchina di Marcello Lippi. Una novità per la metodologia di allenamento. Avevamo una squadra veramente di giocatori con gli attributi con grande personalità, carattere e qualità tecniche. Avevamo quel senso d'appartenenza incredibile ed eravamo disposti a fare una corsa in più anche per aiutare il compagno. Entravamo in campo con un solo obiettivo: quello di vincere. Questa è stata la Juventus di quegli anni e da lì si è costruito qualcosa di incredibile che è durato tanto. In quei due anni con la vittoria dello scudetto e della Champions eravamo un carro armato, schiacciavamo qualsiasi avversario. Ci siamo sempre contraddistinti per la determinazione e la mentalità vincente. I risultati hanno dimostrato che la squadra era pronta a buttarsi nel fuoco per il club e il proprio allenatore".

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L'aneddoto di Ferrara e il ricordo di Vialli

Ravanelli ha poi raccontato l'aneddoto di Ferrara: "Me lo ricordo benissimo, era un articolo di giornale sportivo con le parole di Van Gaal (aveva detto che la Coppa sarebbe andata in Olanda ndr) e lo attaccò negli spogliatoi. Ci diede una forza in più perché andavamo ad affrontare una delle squadre più forti d'Europa in quel momento ed era quasi impossibile batterla, a detta di tutti. La nostra, però, era una Juventus di gladiatori pronti a combattere contro tutti e l'uno per l'altro. Io ricordo ancora quando chiesi a Vialli se fosse tranquillo, lui mi rispose che non dormiva da due settimane perché si ricordava ancora della finale persa con la Sampdoria. Aspettavamo l'inizio della gara con ansia ma con la voglia potesse arrivare il prima possibile perché eravamo degli animali feroci pronti a sbranare l'avversario. Abbiamo vinto ai rigori, ma meritavamo di vincere nei 90' perché avevamo domintato l'Ajax per tutta la gara".

Poi un passagggio anche nel ricordo di Vialli, con il volto visibilmente emozionato: "Gianluca quella finale l'ha vissuta come una questione di vita o di morte. Ci teneva troppo a quella gara perché sapeva forse di dover lasciare la Juve e voleva farlo a modo suo, da leader quale era. È stata una persona davvero incredibile e nostro trascinatore in campo, pronto a mettere la parole nel modo e momento giusto. Ci siamo sempre appoggiati tanto a lui come giocatore e uomo fantastico".

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Ravanelli: "Alla Juve di oggi serve un cambio di rotta"

Dal passato al presente: Ravanelli racconta a Sky Sport cosa serve alla Juve di oggi: "Una domanda complicata perché da fuori, e non conoscendo l'ambiente, non è facile ma secondo me ci vuole un cambiamento di rotta. Questa Juventus manca un po' di qualità, ma leggendo la formazione di quella finale di Champions non si possa nemmeno confrontare con quella di oggi. C'è un divario tecnico e caratteriale davvero importante. Oggi per poter ricostruire uan nuova Juventus ci vuole una mentalità e, soprattutto, l'attaccamento alla maglia che vedo un po' meno. Ci vuole tempo, intelligenza, forza e la scaltrezza nell'andare a scovare quei giocatori che possono avere a cuore la Juve".

A chiudere ha parlato di David, molto vicino a vestire la maglia bianconera: "È un giocatore che sa calciare di destro e sinistro, protegge molto bene la palla. In Francia ha fatto diversi gol, anche su rigore. È un calciatore importante ma la Juve non ha bisogno soltanto di lui ma anche di altri giocatori anche in difesa e a centrocampo. La Juve deve essere rifondata. Non è facile trovare quei giocatori che possano avere quel sentimento importante per la maglia. Deve essere brava la società. Giocare per la Juve deve essere un privilegio per tutti".

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Il 22 maggio 1996 è una data scolpita nel cuore di ogni tifoso juventino. Una notte magica, carica di sogni e adrenalina, in cui la Juventus conquistò l’Europa, alzando al cielo la Champions League dopo una battaglia epica contro l’Ajax di Van Gaal. Quella squadra bianconera, a rileggerne oggi i nomi, fa venire i brividi: una formazione leggendaria, ricca di campioni che hanno scritto pagine indelebili nella storia del club.

Tra loro c’era anche Fabrizio Ravanelli, il guerriero dai capelli d’argento, affettuosamente chiamato "Penna Bianca". Fu lui a sbloccare la finale all’Olimpico di Roma, regalando un’esplosione di gioia ai tifosi con il gol del momentaneo vantaggio. Un attimo eterno, che ancora oggi vive nei ricordi di chi c’era e di chi lo ha rivisto mille volte. Quasi trent’anni dopo, Ravanelli è tornato con la mente a quella notte, confrontandola con la Juventus di oggi. Le sue parole lasciano poco spazio ai dubbi: "C’è un divario tecnico e caratteriale davvero importante".

Ravanelli e quei ricordi Champions

Proprio riguardo quella finale, Ravanelli, ha raccontato le sue emozioni, ancora attuali: "Gol all'Ajax in finale di Champions? Onestamente l'ho rivisto spesso e rivedendolo anche ora è sempre una grande emozione. La telecronaca, l'atmosfera... ti vengono in mente tutti i ricordi del pre, durante e del post partita. È stata un'emozione grandissima e una soddisfazione fantastica. Ancora oggi vive dentro di me ma soprattutto dentro tutti i tifosi della Juventus e dei miei compagni. Una finale fantastica e poi giocarla a Roma è stato qualcosa di davvero incredibile".

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