Marchisio: "Juve, questo mi preoccupa. Alex Sandro mi chiese se fossi matto"

L’ex centrocampista parla del momento dei bianconeri e indica la strada per ritornare ai vertici

A Claudio Marchisio la situazione del calcio italiano preoccupa, e non poco. L’ex numero 8 della Juventus, oggi impegnato come procuratore, fotografa un panorama tutt’altro che roseo, in particolare per quanto riguarda il settore giovanile e il futuro della Nazionale. Non solo, perché il Principino (così viene affettuosamente chiamato dai tifosi bianconeri) ha anche detto la sua sul momento della Vecchia Signora: "Ha bisogno di solidità, dentro e fuori dal campo".

L'allarme sul calcio italiano

“I dati sono allarmanti”, ammette con franchezza Marchisio. “Io ora ho un’agenzia da procuratore e posso dire che i dati di cui disponiamo sull’utilizzo di giocatori italiani sono davvero allarmanti. Due o tre anni fa il campionato Primavera l’ha vinto una squadra in cui non c’era neanche un italiano in campo. E solo il 2% di quei ragazzi extraeuropei è poi diventato un calciatore professionista”.

Marchisio mette in discussione l’attuale regolamento che consente l’arrivo di giovani stranieri a partire dalla categoria Under 16: “Da quel momento in poi di ragazzi italiani ed europei se ne vedono ben pochi nelle formazioni giovanili. C’è anche un grande sfruttamento economico degli adolescenti delle parti povere del mondo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Le proposte: limiti e riforma del campionato Primavera

Per affrontare questa deriva, Marchisio propone misure concrete: “Bisognerebbe stabilire che nei campionati giovanili si possono schierare in campo al massimo tre extraeuropei, per arrivare a sei o otto nelle prime squadre”. Non meno importante, secondo l’ex centrocampista, è il ritorno a una struttura più formativa per il campionato Primavera: “Un tempo era per gli under 19. Vuol dire che a quella età si finiva la trafila del calcio giovanile e si veniva proiettati in quello professionistico. È stato così che io ho giocato a 23 anni il primo Mondiale e a 26 il secondo, quindi nel pieno della mia forza fisica e agonistica e già con una giusta esperienza”. L’attuale formula invece, secondo Marchisio, penalizza i giovani: “Ora sono campionati under 20, in cicli triennali, e al terzo anno di Primavera puoi trovarti a giocare con ragazzini di 17 anni, il che non aiuta la tua formazione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Il problema della presenza italiana e il distacco emotivo

Marchisio fa eco alle parole di Gattuso, che ha recentemente lamentato una scarsa presenza di giocatori italiani in Serie A: “Il livello di presenza dei calciatori italiani si attesta poco sopra il 35%. Ci sono squadre in Serie A che giocano senza neanche un ragazzo formato nel nostro Paese”. Una situazione che incide anche sul legame tra tifosi e squadre: “Non ci si affeziona più ai giocatori, elemento decisivo dell’emotività del calcio”, spiega al Corriere della Sera. “È cambiato tutto a livello culturale, non solo nel calcio. Anche nel lavoro: insegniamo ai nostri figli che, se non si trovano bene in un lavoro, devono subito cambiarlo. Ci sono ragazzi che se per un campionato stanno più in panchina che in campo, vogliono subito cercare un’altra squadra oppure sostengono che l’allenatore complotta contro di loro”.

Un atteggiamento che Marchisio invita a superare con maturità: “Invece io chiedo loro se hanno davvero dato tutto. Perché le difficoltà si superano, non si aggirano. E così si cresce. Su dieci spostamenti di ragazzi, nove sono sbagliati”. A tal proposito, ricorda un aneddoto personale: Alex Sandro arrivò alla Juve e mi chiese se fossi matto, visto che stavo in bianconero dal 1993. Gli risposi che era il mio sogno e che restare alla Juve era come avere un domicilio in paradiso, era casa mia”.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Juventus, tra passato glorioso e un presente incerto

E proprio parlando della Juventus, Marchisio non nasconde la sua preoccupazione per i recenti risultati del club, che da anni manca la conquista dello scudetto: “Non sono felice. Mi preoccupa aver visto poco affiatamento, non solo tra i giocatori, ma capisco che sono stati anni di grande cambiamento e bisogna ritrovare la bussola”.

Un filo di speranza lo offre il ritorno di figure storiche e giovani con lo spirito giusto: “Confido nel rientro in società di Giorgio Chiellini e, in campo, in Manuel Locatelli che ha imparato in fretta cosa è il dna della Juve. In panchina c’è un allenatore che ha indossato la nostra maglia. La Juventus ha bisogno di solidità, fuori e dentro il campo”.

Juventini nello Studio Ovale: “Due mondi lontani”

Infine, un passaggio curioso sulla recente visita della Juventus alla Casa Bianca, durante la quale Donald Trump ha parlato di guerra in Iran di fronte ad alcuni membri della squadra e ai dirigenti bianconeri: “Sorpreso, specie per il momento. Non entro nelle dinamiche che hanno determinato questa visita che, se non ricordo male, non è la prima della Juve nello Studio Ovale”.

Marchisio osserva il disagio negli occhi dei giocatori: “Mi ha colpito il volto dei giocatori e dello staff davanti agli argomenti esposti da Trump, ho visto che anche i due giocatori americani sono rimasti stupiti. Dalle parole pronunciate e dalle domande fatte. Due mondi lontani, che dovrebbero restare separati”. Una disamina dettagliata: dal mondo Juve fino al calcio giovanile e italiano, l'ex calciatore bianconero senza peli sulla lingua.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

A Claudio Marchisio la situazione del calcio italiano preoccupa, e non poco. L’ex numero 8 della Juventus, oggi impegnato come procuratore, fotografa un panorama tutt’altro che roseo, in particolare per quanto riguarda il settore giovanile e il futuro della Nazionale. Non solo, perché il Principino (così viene affettuosamente chiamato dai tifosi bianconeri) ha anche detto la sua sul momento della Vecchia Signora: "Ha bisogno di solidità, dentro e fuori dal campo".

L'allarme sul calcio italiano

“I dati sono allarmanti”, ammette con franchezza Marchisio. “Io ora ho un’agenzia da procuratore e posso dire che i dati di cui disponiamo sull’utilizzo di giocatori italiani sono davvero allarmanti. Due o tre anni fa il campionato Primavera l’ha vinto una squadra in cui non c’era neanche un italiano in campo. E solo il 2% di quei ragazzi extraeuropei è poi diventato un calciatore professionista”.

Marchisio mette in discussione l’attuale regolamento che consente l’arrivo di giovani stranieri a partire dalla categoria Under 16: “Da quel momento in poi di ragazzi italiani ed europei se ne vedono ben pochi nelle formazioni giovanili. C’è anche un grande sfruttamento economico degli adolescenti delle parti povere del mondo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus