Vlahovic-Juve, rette parallele che campo e gol possono deviare. Anche se Marotta...

Forma al top, però il contratto resta in scadenza: Dusan cerca conferme dopo i gol contro Parma e Genoa. E ora c’è la Lettonia nel cammino Mondiale

TORINO - Il passato non esiste più. O meglio, adesso è un cassetto chiuso a chiave. Dusan Vlahovic non ha più tempo per pensare allo sviluppo della sua estate. Di rimuginare, di riflettere sulla piega che avrebbe potuto prendere la sua carriera se avesse accettato di vivere il distacco con la Juventus. Niente da fare. Ha sempre ribadito lo stesso concetto: resto e segno. Non mi muovo e dimostro di valere questa maglia. Ho uno stipendio faraonico? Dimostrerò di meritarlo. Poi il futuro, nel bene o nel male, sarà una naturale conseguenza di ciò che farà vedere da adesso in poi in campo. Compresa la suggestione Inter: Beppe Marotta lo stima e ha una certa - storica - predilezione verso le operazioni a parametro zero.

Vlahovic-Juve: e ora?

Per giugno può diventare un’opzione, ma è ancora tutto prematuro. In bianconero, nel frattempo, Vlahovic è partito alla grande, sfidando anche il malumore intorno a lui. Gol nell’amichevole contro la Next Gen, nonostante i copiosi fischi dell’Allianz Stadium. Gol a Bergamo contro l’Atalanta, ma soprattutto il doppio sigillo in campionato: prima contro il Parma, poi contro il Genoa. Sempre da subentrato. E vale doppio, soprattutto in funzione dell’atteggiamento. Lodevole, così come impegno e abnegazione. C’è David? Non importa. Vlahovic entra e determina, proprio ciò di cui la Juventus ha bisogno, al netto di una situazione contrattuale al momento molto chiara. Perché oggi, di fatto, non esistono spiragli per una riconciliazione. Il club pensa una cosa, Dusan l’esatto opposto. Ma tutto può cambiare molto velocemente. Se i gol aumentano, i giudizi cambiano e tanti angoli si possono smussare. A mercato chiuso, del resto, ragionare è decisamente più semplice: Vlahovic si può eventualmente accordare con altre squadre da febbraio in poi, per cui il tempo per scrivere un altro capitolo di questo romanzo non manca.

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© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

Vlahovic riparte dalla Serbia

Intanto, però, Dusan riparte dalla nazionale per cercare di mettere minuti nelle gambe: domani contro la Lettonia la Serbia si aggrappa a lui per cercare di non perdere di vista l’Inghilterra, primatista del suo girone. La strada per i Mondiali è complicata. Per questo Vlahovic dovrà caricarsi sulle spalle i compagni, in un momento in cui i suoi gol possono davvero spostare gli equilibri. Il suo rapporto con la Serbia, esattamente come quello con la Juventus, ha vissuto tanti alti e bassi. Gol a intermittenza e poi il giallo della non convocazione per le sfide di settembre e ottobre dello scorso anno: il ct Dragan Stojkovic l’ha pubblicamente sempre difeso e appoggiato, ma in patria l’attenzione intorno all’attaccante è alta. Da lui, d’altronde, ci si aspetta sempre tanto. In questo senso Igor Tudor ha lavorato molto bene in estate: l’ha ascoltato, gli ha tolto i riflettori addosso. Privilegiando l’impiego di David, sì, ma allo stesso tempo continuando a tenerlo sulla corda. Concedendogli spezzoni di partita anche in momenti in cui il tema mercato avrebbe potuto intossicare i giudizi della gente su di lui. Vlahovic ha indossato l’elmetto, si è isolato e ha cercato di rimanere sempre lucido. Non cadendo mai nel tranello di reagire, anche in maniera scomposta, ai fischi. Ad agosto sono stati tanti. E potevano fare male. Ha avuto la forza di trasformarli in applausi: serviva un’impresa. Servirà anche per cambiare gli scenari futuri. Oggi la Juventus e Dusan sono due rette parallele. Ognuno per la propria strada, insomma. Ma il campo ha da sempre il potere di stravolgere tutto.

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TORINO - Il passato non esiste più. O meglio, adesso è un cassetto chiuso a chiave. Dusan Vlahovic non ha più tempo per pensare allo sviluppo della sua estate. Di rimuginare, di riflettere sulla piega che avrebbe potuto prendere la sua carriera se avesse accettato di vivere il distacco con la Juventus. Niente da fare. Ha sempre ribadito lo stesso concetto: resto e segno. Non mi muovo e dimostro di valere questa maglia. Ho uno stipendio faraonico? Dimostrerò di meritarlo. Poi il futuro, nel bene o nel male, sarà una naturale conseguenza di ciò che farà vedere da adesso in poi in campo. Compresa la suggestione Inter: Beppe Marotta lo stima e ha una certa - storica - predilezione verso le operazioni a parametro zero.

Vlahovic-Juve: e ora?

Per giugno può diventare un’opzione, ma è ancora tutto prematuro. In bianconero, nel frattempo, Vlahovic è partito alla grande, sfidando anche il malumore intorno a lui. Gol nell’amichevole contro la Next Gen, nonostante i copiosi fischi dell’Allianz Stadium. Gol a Bergamo contro l’Atalanta, ma soprattutto il doppio sigillo in campionato: prima contro il Parma, poi contro il Genoa. Sempre da subentrato. E vale doppio, soprattutto in funzione dell’atteggiamento. Lodevole, così come impegno e abnegazione. C’è David? Non importa. Vlahovic entra e determina, proprio ciò di cui la Juventus ha bisogno, al netto di una situazione contrattuale al momento molto chiara. Perché oggi, di fatto, non esistono spiragli per una riconciliazione. Il club pensa una cosa, Dusan l’esatto opposto. Ma tutto può cambiare molto velocemente. Se i gol aumentano, i giudizi cambiano e tanti angoli si possono smussare. A mercato chiuso, del resto, ragionare è decisamente più semplice: Vlahovic si può eventualmente accordare con altre squadre da febbraio in poi, per cui il tempo per scrivere un altro capitolo di questo romanzo non manca.

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