TORINO - Non è solo iniziata una nuova settimana: è cominciata la nuova Juventus. Quella con Zhegrova e Openda in più, certo. Ma anche quella rischiarata da due vittorie su due, dall’opportunità di andare oltre quelle famose griglie che mai hanno appassionato Igor Tudor. Che però l’han fatto arrabbiare. Eccome. Tutta spinta, e tutta forza: l’ha messa nelle gambe dei suoi giocatori e ha provato a trarne insegnamenti in serie, specialmente per chi correva il rischio di partire battuto. Non alla Juventus, non in questo spogliatoio: qui si crede in grandi possibilità e si accumulano enormi certezze. Ecco, e da queste è partito il croato, almeno nelle gare di debutto: in attacco ha affidato gli imprevisti (positivi) a Kenan Yildiz, il resto si è colorato della qualità e degli strappi di Conceiçao.
Concorrenza Zhegrova
Il portoghese è stato super protagonista della sfida al Parma, ma con il Genoa si è fermato davanti ai soliti ostacoli, mostrando quei limiti che aumentano il rumore già causato dall’acquisto a titolo definitivo. Grandi classici, oramai. Spesso silenziati da qualche gol, da giocate decisive, da sprazzi di personalità: elementi che Conceiçao ha nel proprio bagaglio tecnico, e che avrà poi l’occasione di evidenziare a partire dai prossimi allenamenti, fino ad arrivare agli impegni di un calendario finalmente tornato sempre più fitto. C’è una sola, però grossa, differenza rispetto a qualche settimana fa: sul suo lato corre verso una consacrazione Edon Zhegrova. E non è un avversario banale, tutt’altro: è anzi un giocatore in grado di volare come il portoghese, però anche di pungere. Che è ciò che manca all’ex Porto, reduce da un’annata da appena 3 gol in campionato (in 26 partite giocate) e una sola rete in Champions League. Eh, però che rete: era Lipsia, era la rimonta. Ed è stata sicuramente la notte in cui è cambiato tutto, tra l’infortunio di Bremer e comunque la grande illusione su Thiago Motta: sembrava avesse ogni discorso in pugno, ma era un pugno di mosche. Da lì a marzo è stato un descrescendo costante, in cui Chico ha avuto la sua parte di responsabilità. A tal punto da mettere in discussione persino la possibilità di permanenza, quell’acquisto dato per scontato all’arrivo e invece sempre più complicato.
