Nel silenzio ovattato della sosta, lontano dai riflettori e dai clamori delle prime due giornate, Igor Tudor e Cristian Chivu non hanno smesso di pedalare. Due allenatori, due scuole di pensiero, due modi di respirare calcio che in questi giorni si sono fusi in un solo obiettivo: decifrare il nemico. Impresa tutt’altro che semplice, soprattutto per la Juventus: troppe poche le gare giocate dai nerazzurri con Chivu in panchina per poter tracciare un canovaccio sufficientemente dettagliato. Anche se va detto che in queste prime nove uscite stagionali, l’Inter non pare intenzionata a discostarsi dalle idee di calcio di Simone Inzaghi. Lo si intravede nei movimenti senza palla delle mezzali, nelle uscite codificate, nei continui cambi di direzione a innescare le ripartenze degli esterni. Tudor ha passato l’ultima settimana a scandagliare ogni azione nerazzurra delle prime due giornate, e a partire da stamattina sarà sua premura trasferire quanto appreso a una parte del gruppo squadra bianconero, in attesa che i profili più altisonanti rientrino dagli impegni con le rispettive nazionali.
Chivu prepara il derby
Chivu farà lo stesso, immergendo lo staff in uno studio quasi monastico sul pressing posizionale della Juve, sui sincronismi della coppia di mediani, e sull’aggressione feroce del resto dei bianconeri sulle seconde palle. Ogni dettaglio conta, ogni centimetro va studiato. Perché un errore, sabato, per i nerazzurri può voler dire meno sei. Un abisso per essere solo alla terza giornata, che rischierebbe di riaprire quella crepa psicologica propiziata dalla notte di Monaco… Insomma, due laboratori tattici che stanno per intrecciarsi nella gara più sentita, intensa e simbolica che ci sia: il Derby D’Italia. Vediamo allora tre duelli che potrebbero definire i bordi di Juventus-Inter. Impossibile non cominciare dal confronto più scontato, il primo che salta all’occhio di fronte all’ipotetico campetto di sabato sera: quello tra Dumfries e Joao Mario. Ammesso che Tudor scelga di dirottare il portoghese - in linea con quanto fatto contro il Genoa - sulla fascia sinistra. La prova contro la squadra di Vieira è stata positiva, al netto di qualche inevitabile disattenzione difensiva. Senza lo squalificato Cambiaso, Tudor dovrà scegliere tra lui, Kostic e McKennie. Chiunque calcherà la corsia di sinistra si troverà di fronte il più scomodo cliente delle Serie A.
La sfida a centrocampo
Dumfries nella passata stagione con 11 reti si è rivelato il terzo miglior marcatore dei nerazzurri. È dal suo lato, infatti, che i nerazzurri cercano di sfondare con più insistenza. Basti pensare alla sfida dell’Allianz della scorsa stagione, con l’olandese che ha mandato al manicomio Savona nei primi 45 minuti di gioco... Fondamentale, in questo senso, il lavoro spalle alla porta di Lautaro e Thuram, chiamati a proteggere palla per poi imbucarla in direzione dell’olandese, che nell’uno contro uno si troverà davanti Kelly. Per distacco l’anello debole di un reparto rivitalizzato dalla cura Bremer, che aspetterà paziente gli affondi di Lautaro e Thuram (la Juve, nelle ultime 8 gare di Serie A con il brasiliano in campo non ha mai preso gol). Ma una grossa fetta della sfida, si giocherà a centrocampo dove andrà in scena il duello Barella-Thuram. I polmoni, il cuore e i muscoli delle rispettive formazioni. Sempre nel vivo del gioco, che sia per una rincorsa indietro di 60 metri, o per griffare l’assist decisivo per il compagno: Barella e Thuram ci hanno ormai abituato al loro modus operandi da tuttocampisti.