TORINO - Tra il campo e l’ufficio, circondato dalle persone di fiducia dello staff. Soppesando attentamente i pro e i contro di ogni scelta, stando attenti ad ogni minimo dettaglio. È in questo modo che Igor Tudor sta preparando Juventus-Inter. Che poi è il metodo di lavoro che utilizza quotidianamente, consapevole però che il Derby d’Italia conceda il privilegio di una pressione maggiore, che valga più dei “semplici” tre punti e che la sua squadra ci arriva con qualche piccolo problemino da aggiustare. Conceiçao continua il suo lavoro personalizzato, con l’obiettivo di rientrare almeno nella lista dei convocati. Come ribadito in più occasioni, però, la parola d’ordine è prudenza e anche se il suo nome dovesse comparire, è inverosimile che il tecnico croato possa schierarlo titolare. Da qui, quindi, il lavoro di Tudor e del suo staff per studiare la soluzione migliore, quella che può garantire solidità, esaltare i punti di forza della sua squadra e inibire quelli deboli, mettere in difficoltà l’Inter. In questo momento, si va verso una leggera variazione sul tema ricorrente di questa stagione, ma più in generale di quanto proposto dall’allenatore dal suo ritorno a Torino.
Koop prende quota
Più 3-5-2 che 3-4-2-1, poi l’importante è l’interpretazione e i movimenti e non è quindi da scartare l’ipotesi che i due moduli si ibridino a seconda dei momenti e delle fasi del gioco. A rimescolare sensibilmente le carte dovrebbe essere la presenza di Koopmeiners, le cui quotazioni sono date in netto rialzo per prendere il posto lasciato libero da Conceiçao. Certo, non con gli stessi compiti o la stessa posizione di partenza. L’olandese – tornato fresco dagli impegni nazionali, con zero minuti compresi di una tribuna e una panchina –, andrebbe a occupare uno dei tre posti a centrocampo, libero di muoversi qualche metro più avanti e, come un pendolo, allinearsi a Locatelli e Thuram, oppure a Yildiz sulla linea di trequarti, poco dietro a Jonathan David. Dopo due panchine, ma anche due ingressi convincenti, per Koopmeiners sarebbe la prima stagionale da titolare, l’occasione per cambiare marcia, per cambiare la sua storia in bianconero che ha fin qui il sapore amaro delle promesse non mantenute.
