Uno dei trasferimenti estivi che ha destato maggior scalpore è stato quello del ventenne ispano-olandese Dean Huijsen dal piccolo Bournemouth al galattico Real Madrid per 59,4 milioni di euro (50 in sterline). Operazione che ha lasciato tanta rabbia e amarezza a milioni di tifosi juventini in quanto Dean (il duo Tognozzi-Cherubini lo acquistò sedicenne dal Málaga per appena 470.000 euro) era uno dei talenti più fulgidi delle giovanili bianconere e aveva già debuttato brillantemente in prima squadra sotto la guida di Allegri nel big-match di San Siro vinto 1-0 sul Milan. Ma con l’assunzione di potere del “devastatore” Giuntoli, tutto è drasticamente cambiato. Huijsen è stato prima ceduto per 6 mesi in prestito alla Roma e poi “svenduto” al Bournemouth per appena 15 milioni più 3 di bonus. Magrissima consolazione i 4 milioni che il club inglese ha girato alla Juve per la clausola del 10% sulla plusvalenza. Perché stiamo parlando, potenzialmente, di uno dei più forti difensori del mondo. A raccontarci tutto, in un’intervista sorprendente in cui svela aneddoti e tante curiosità inedite di suo figlio, è il papà-agente Donald Caspar Huijsen detto Donny, 52 anni da compiere fra meno di un mese, ex attaccante professionista di vari club olandesi (Go Ahead Eagles, Haarlem, AZ Alkmaar, MVV Maastricht, AFC Amsterdam e una stagione iniziale di rodaggio persino nel grande Ajax targato Van Gaal).

«È stato un vero shock. Non ci potevamo credere, ci siamo rimasti di sasso. Male, troppo male. Un giorno nero. Bruttissimo. Un fulmine a ciel sereno. Ma perché? Ci chiedevamo senza poter comprendere i motivi della separazione forzata. Dean stava a meraviglia a Torino, parla benissimo italiano, era apprezzato e ben voluto da tutti. Dallo staff ai compagni di squadra, da tutto il mondo Juve fino al magazziniere. Giuntoli è stato categorico e Motta brutale quando gli hanno detto che non avrebbe più fatto parte del progetto e che doveva andarsene, che non aveva più il permesso di allenarsi con la prima squadra».
Anche il passaggio al Bournemouth dev’esser stato brutale: da uno dei club comunque più famosi del mondo a uno che non ha mai partecipato a nessuna Coppa europea e non ha mai vinto un trofeo a livello di Premier League...
«Però partecipante al campionato più ricco e competitivo del mondo. Il migliore. Abbiamo intravisto l’opportunità della titolarità in Premier League con la possibilità, stimolante e avvincente, di affrontare attaccanti di valore assoluto a cominciare da Haaland, Salah e Isak. Inoltre il direttore del Bournemouth è il portoghese Tiago Pinto, ex Roma. Si profilava insomma un percorso di crescita significativo per Dean che in effetti ha poi disputato 32 partite con 3 gol e 2 assist in maglia “Cherry”. Più altre 3 gare in FA Cup per un totale di 2.800 minuti in campo. Prestazioni eccellenti che gli sono valse l’ingaggio da parte del club più celebre e vincente del pianeta terra. Lo volevano tante “big” del calcio europeo (Chelsea, Liverpool, Bayern, Borussia Dortmund, Arsenal, Tottenham, Newcastle United, ecc.) ma lui ha declinato garbatamente ogni offerta aspettando che arrivasse “quella” squadra, il “team” dei suoi sogni, il più grande e più affascinante: il Real Madrid».
