Pagina 2 | Via la giacca, "A calci nel c...", da Sacchi e Adani a "Dov'è Rocchi?": l'Allegri show alla Juve

Bianco e nero. Giorno e notte. Sole e tempeste, fulmini e cielo terso. Dal Lucento alle follie di Roma, tutto in 8 anni. Con in mezzo Sarri e Pirlo, naturalmente, ma riassumere le due epoche di Massimiliano Allegri alla Juventus è un tuffo nei ricordi. Ed è storia del calcio italiano: per i titoli conquistati insieme (5 scudetti, 2 Supercoppe Italiane e 5 Coppe Italia), per quelli sfiorati (le due finali di Champions non si dimenticano) e per le mille deviazioni di un percorso unico. Pensi a Max e pensi alla Juve, inevitabilmente. E dire che tutto è partito dall’amichevole di Vinovo contro i dilettanti del Lucento. La Signora perde 3-2: sì, clamoroso. Era il 25 luglio 2014, "noi Allegri non lo vogliamo" era un mantra. Poi, però, oltre ad aver costruito un cammino trionfale è pure diventato un’icona.

Carpi, Allegri tarantolato: via la giacca

Un personaggio, a volte persino più grande dell’allenatore. Chi se la scorda la scena di Modena? Dicembre 2015, ultima partita prima della sosta. La Juve va sotto 1-0, rimonta fino al 3-1, ma nel finale subisce il 3-2. Ma il Carpi con Lollo sfiora il pari. Allegri è tarantolato: si toglie la giacca e la lancia sul terreno di gioco. Qualche anno dopo è tornato sull’episodio: "Dicevo sempre ai ragazzi: ‘Non mi rovinate le vacanze, prima della sosta non voglio perdere’. E quella volta entrò Lichtsteiner che fece uno stop al contrario dentro l’area. Sono stato infuriato per due ore". Tensione sfogata platealmente. Successe la stessa cosa un anno più tardi. A Doha il Milan di Montella vince la Supercoppa Italiana ai rigori.

I calci, Bonucci e Adani...

"Li prenderei tutti a calci nel c...", così Allegri a bordocampo in una sfuriata con Marotta e Paratici. Un paio di mesi dopo, il casus belli è la lite con Leonardo Bonucci prima della trasferta di Champions League a Oporto. Durante la gara di campionato contro il Palermo il battibecco tra i due è plateale. L’immagine, plastica, dell’ex difensore in tribuna seduto sullo sgabello è uno dei frame indimenticabili di quella stagione. E poi ci sono le liti in mondovisione. Presentatori e opinionisti nel mirino: nel 2014 i primi screzi con Sacchi, nel 2018 lo scontro con Adani. Nella seconda gestione, invece, in archivio si trovano gli accesi scambi di vedute del 2023 con Stefano De Grandis dopo il Nantes in Europa League e poco dopo con Marco Cattaneo dopo una vittoria contro l’Inter. Era la Juve penalizzata e lui si vestì da capopopolo.

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"Non siamo alla Fiorentina"

E lo sfogo nel 2018 contro Bernardeschi? "Qui non siamo alla Fiorentina", gridò dopo un pallone perso malamente. Poi il confronto infuocato col Napoli tricolore nel 2021: all’andata Spalletti lo insegue per stringergli la mano, ma lui vola via senza degnarlo di uno sguardo. Al ritorno, beffato da Raspadori, lascia una dedica alla panchina avversaria: "Finalmente avete vinto uno scudetto". Si arriva fino alla finale di Coppa Italia. Il 15 maggio 2024 si chiude l’Allegri-bis. Con un trofeo, sì, ma anche con una reazione figlia di un nervosismo latente.

Allegri, la fine Juve: "Dov'è Rocchi?"

Resta negli annali, una volta espulso, lo spogliarello, ma soprattutto una frase urlata verso la tribuna: "Dov’è Rocchi?", riferendosi al designatore degli arbitri. Durante la premiazione, il siparietto con Giuntoli, "allontanato" da Max. Fenomenologia di Allegri, insomma. In tutte le sue forme. Per i tifosi è rimasto uno juventino di titanio. Con le sue contraddizioni, con le sue sparate, ma anche con la sostanza che ha lasciato. Le coppe restano. Così come la vicinanza al mondo Juve nel momento del bisogno, quando durante la penalizzazione ha traghettato la squadra nel periodo più complicato della storia recente.

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E lo sfogo nel 2018 contro Bernardeschi? "Qui non siamo alla Fiorentina", gridò dopo un pallone perso malamente. Poi il confronto infuocato col Napoli tricolore nel 2021: all’andata Spalletti lo insegue per stringergli la mano, ma lui vola via senza degnarlo di uno sguardo. Al ritorno, beffato da Raspadori, lascia una dedica alla panchina avversaria: "Finalmente avete vinto uno scudetto". Si arriva fino alla finale di Coppa Italia. Il 15 maggio 2024 si chiude l’Allegri-bis. Con un trofeo, sì, ma anche con una reazione figlia di un nervosismo latente.

Allegri, la fine Juve: "Dov'è Rocchi?"

Resta negli annali, una volta espulso, lo spogliarello, ma soprattutto una frase urlata verso la tribuna: "Dov’è Rocchi?", riferendosi al designatore degli arbitri. Durante la premiazione, il siparietto con Giuntoli, "allontanato" da Max. Fenomenologia di Allegri, insomma. In tutte le sue forme. Per i tifosi è rimasto uno juventino di titanio. Con le sue contraddizioni, con le sue sparate, ma anche con la sostanza che ha lasciato. Le coppe restano. Così come la vicinanza al mondo Juve nel momento del bisogno, quando durante la penalizzazione ha traghettato la squadra nel periodo più complicato della storia recente.

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