Openda, il digiuno ora è enorme. Segnali da Zhegrova e Adzic: quando tornano da Tudor

Neanche un minuto in campo per l’attaccante belga della Juve. L'esterno bianconero gioca il finale con il Kosovo e il montenegrino si fa vedere
Openda, il digiuno ora è enorme. Segnali da Zhegrova e Adzic: quando tornano da Tudor© Getty Images

TORINO - Nel segno di Kevin De Bruyne, con impatto zero di Lois Openda. Comunque, per Garcia, poco conta chi abbia segnato, chi gli abbia dato segnali oppure sensazioni: il suo Belgio ha vinto, battendo per 4-2 il Galles al Cardiff Stadium. No, non era una passeggiata. E infatti non lo è stata, neanche un po’. Dopo appena 8 minuti, i padroni di casa sono andati in vantaggio con Rodon, provando a gestire con possesso, cura, attenzione (60% di possesso palla, a fine partita), ma senza avere i campioni di cui dispone l’ex allenatore del Napoli. E a proposito di Napoli: ci ha pensato nuovamente KDB, rigenerato dalla cura Conte, e stavolta pure glaciale dagli undici metri. Due rigori concessi, due reti realizzate - 18’ e 76’ -, nel mezzo il vantaggio cristallizzato da Meunier e nel finale l’accorcio di Broadhead (89’) e il sigillo di Trossard (90’).

Openda, da quanto non segna

Insomma: è andata come pronosticato, con il primo posto bloccato dai Diavoli Rossi a quota 14 punti e i britannici terzi, fermi a 10. L’unico neo: De Bruyne e i suoi abbastanza contratti in un inizio sbilenco, quel filo di paura nella prima parte della sfida. Ci sta, in fondo. Come può starci la scelta del commissario tecnico di fare a meno dell’attaccante juventino: per Openda adesso diventano 186 i giorni senza trovare la rete, domenica a Como saranno ben 191. In Nazionale? 365. Un anno. E un’enormità. Soprattutto se di mestiere fai il centravanti, soggetto al giudizio dei numeri, costantemente da alimentare, comunque da ritoccare. Pure se arrivi da medie fantasmagoriche, proprio come l’ex Lipsia. Che oggi farà ritorno a Torino e proverà sin da subito a mettersi a disposizione di Igor Tudor.

Vlahovic, David e l'attacco Juve

Sarà il primo dei tre centravanti - Vlahovic gioca oggi, per David bisognerà attendere mercoledì -, pertanto anche il primo ad avanzare una candidatura più seria per la prima gara di un trittico da paura. Dopo Como, toccherà al Real Madrid e alla Lazio, ogni match rigorosamente in trasferta. E a proposito dei blancos: contro questi ultimi ha già giocato in tre occasioni, senza però mai pungere. Soprattutto, senza mai portare a casa la vittoria. Difficile immaginare che la sua rinascita possa ripartire dal Bernabeu, ma deve farsi stimolo all’interno di un momento molto complicato e ben diverso da come aveva immaginato.

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Juve, il rendimento di Openda

In fondo, Lois aveva atteso a lungo l’occasione per il salto di qualità, già a inizio estate gli era stata paventata l’ipotesi di arrivare in Italia e di vestire la maglia bianconera. Poi la frenata, e la telefonata che non arrivava mai, e le notizie su Kolo Muani sempre più vicino e poi di nuovo parecchio lontano. Si è allenato, e tanto, con il Lipsia prima di prendere il volo verso Torino. Per questo si sentiva pronto, in forma, immediatamente capace di poter scrivere il suo pezzo di storia con la Juve. Ecco, ora si trova di fronte a un’altra attesa: quella in cui un po’ di forma e un po’ di occasioni torneranno a dargli supporto, oltre a una ruota che al momento sembra girata in un’altra direzione.

I numeri di Openda

Fino a questo punto della stagione, a un mese e mezzo dal suo approdo in Serie A, Openda ha 5 partite e nessun gol, poco più di 200 minuti giocati da juventino. Vale a dire: meno di un tempo per singolo match. No, non può bastare a carburare.Ma va vissuta così: ogni momento può essere quello della svolta, magari proprio Como. Magari prima di quel che possa pensare in questo momento.

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Zhegrova, l'arrivo alla Juve

Sono bastati giusto 36 minuti (tra Serie A e Champions) per accendere la speranza del popolo bianconero, convinto di poter finalmente contare - da qui in poi - su un profilo dalle qualità indiscutibili. Un ala tecnica, rapida, in grado di mettere a referto nel suo ultimo anno con il Lilla 8 gol e 2 assist in 21 presenze, prima di fermarsi a dicembre per via di una pubalgia che ha sancito in anticipo la fine della sua stagione. Sì, perché in realtà l’arrivo in bianconero di Zhegrova non aveva scatenato chissà quale hype. In molti temevano che il kossovaro-albanese non sarebbe stato più lo stesso dopo un simile infortunio.

I segnali di Zhegrova

Specie in un campionato intenso come la Serie A. Poi gli ottimi ingressi a partita in corso contro Borussia Dortmund, Verona e Atalanta a spazzare via ogni dubbio. L’ex Lilla si è messo in luce con buoni suggerimenti in verticale, dribbling e sgroppate sulla fascia. Un segnale chiaro di una crescita graduale, tanto nella condizione fisica quanto nella fiducia. Poi, però, qualcosa si è interrotto. Tudor ha scelto di lasciarlo in panchina per 90 minuti nelle due sfide più delicate, contro Villarreal e Milan. Due esclusioni mai spiegate apertamente dal tecnico, che però lasciavano intuire una condizione ancora non ottimale, non sufficiente per reggere il confronto ai massimi livelli.

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Juve, i minuti di Zhegrova in nazionale

La convocazione con il Kosovo, quindi, poteva rappresentare un’opportunità per ritrovare ritmo e confidenza sotto porta. Ma anche lì, dove la concorrenza è ben diversa rispetto a quella della Juve, Zhegrova ha trovato pochissimo spazio: appena 2 minuti contro la Slovenia, 19 ieri contro la Svezia, senza lasciare tracce rilevanti. Anzi, Edon è apparso sottotono, quasi irriconoscibile rispetto alle prime, promettenti apparizioni in bianconero. Evidentemente il talento c’è, ma serve tempo, e forse pure tanto per ritrovare brillantezza, fiducia e continuità.

Adzic sorride a metà

Sorride a metà, invece, Vasilije Adžić che dopo la brutta sconfitta per 4-0 contro le Isole Faroe (ko che ha sancito definitivamente l’esclusione del Montenegro dalla prossima edizione dei Mondiali) ha chiuso la sosta con un successo nell’amichevole contro il Liechtenstein. La squadra di Vucinic, sotto all’intervallo per 1-0, nella ripresa ha ribaltato il match grazie alle reti di Osmajic e Djukanovic. Buona, tutto sommato, la gara del centrocampista bianconero, rimasto in campo per tutti e 90 i minuti nella linea a quattro del Montenegro - dopo la prova deludente sulla trequarti con le Faroe -, vedendosi pure annullare un gol nel primo tempo per posizione di fuorigioco. Oggi Adzic e Zhegrova faranno ritorno a Torino, per poi riprendere regolarmente gli allenamenti alla corte di Igor Tudor a partire da domani, in vista della prossima sfida di campionato con il Como.

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TORINO - Nel segno di Kevin De Bruyne, con impatto zero di Lois Openda. Comunque, per Garcia, poco conta chi abbia segnato, chi gli abbia dato segnali oppure sensazioni: il suo Belgio ha vinto, battendo per 4-2 il Galles al Cardiff Stadium. No, non era una passeggiata. E infatti non lo è stata, neanche un po’. Dopo appena 8 minuti, i padroni di casa sono andati in vantaggio con Rodon, provando a gestire con possesso, cura, attenzione (60% di possesso palla, a fine partita), ma senza avere i campioni di cui dispone l’ex allenatore del Napoli. E a proposito di Napoli: ci ha pensato nuovamente KDB, rigenerato dalla cura Conte, e stavolta pure glaciale dagli undici metri. Due rigori concessi, due reti realizzate - 18’ e 76’ -, nel mezzo il vantaggio cristallizzato da Meunier e nel finale l’accorcio di Broadhead (89’) e il sigillo di Trossard (90’).

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Insomma: è andata come pronosticato, con il primo posto bloccato dai Diavoli Rossi a quota 14 punti e i britannici terzi, fermi a 10. L’unico neo: De Bruyne e i suoi abbastanza contratti in un inizio sbilenco, quel filo di paura nella prima parte della sfida. Ci sta, in fondo. Come può starci la scelta del commissario tecnico di fare a meno dell’attaccante juventino: per Openda adesso diventano 186 i giorni senza trovare la rete, domenica a Como saranno ben 191. In Nazionale? 365. Un anno. E un’enormità. Soprattutto se di mestiere fai il centravanti, soggetto al giudizio dei numeri, costantemente da alimentare, comunque da ritoccare. Pure se arrivi da medie fantasmagoriche, proprio come l’ex Lipsia. Che oggi farà ritorno a Torino e proverà sin da subito a mettersi a disposizione di Igor Tudor.

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Sarà il primo dei tre centravanti - Vlahovic gioca oggi, per David bisognerà attendere mercoledì -, pertanto anche il primo ad avanzare una candidatura più seria per la prima gara di un trittico da paura. Dopo Como, toccherà al Real Madrid e alla Lazio, ogni match rigorosamente in trasferta. E a proposito dei blancos: contro questi ultimi ha già giocato in tre occasioni, senza però mai pungere. Soprattutto, senza mai portare a casa la vittoria. Difficile immaginare che la sua rinascita possa ripartire dal Bernabeu, ma deve farsi stimolo all’interno di un momento molto complicato e ben diverso da come aveva immaginato.

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