TORINO - Tra i tanti aggiustamenti che Luciano Spalletti dovrà apportare alla sua nuova creatura tecnico-tattica, in cima alla lista delle priorità c’è la necessità di aumentare la produttività realizzativa del reparto offensivo. Il dato è lapidario: nelle ultime sei uscite i bianconeri hanno messo a segno 5 gol di cui 2 realizzati da attaccanti (Vlahovic e Yildiz) ma su altrettanti calci di rigore mercoledì scorso con l’Udinese. Per ritrovare una rete su azione di un elemento offensivo bisogna tornare indietro nel tempo alla partita di Champions con il Villarreal, per la precisione alla rete di Conceicao; per tornare a una segnatura di un centravanti su azione invece bisogna andare al Borussia Dortmund, dunque al 16 settembre, sempre con Vlahovic. Insomma, i primi segnali di un calcio spallettiano più verticale si sono visti a Cremona, ma la via del gol è stata trovata da due ali, prima Kostic e poi Cambiaso: la sensazione, comunque, è che le reti arriveranno anche dalle punte, se il gruppo seguirà la strada tracciata dal tecnico di Certaldo.
Juve, Spalletti per l'attacco
E le prime risposte Spalletti le ha già avute, specialmente da Vlahovic: dopo il rigore segnato - e la prestazione - con l’Udinese, Dusan ha dato segnali incoraggianti anche a Cremona, al netto di un errore sottoporta non da lui ma che ci può stare. Lucio punta sul serbo e l’ha dimostrato. E poi, approfittando pure dell’assenza di Yildiz sabato, Spalletti ha dato fiducia a Lois Openda, provando a coinvolgere e recuperare un giocatore che è pure un grande investimento del club. In questo contesto, quello più “indietro” è Jonathan David: di sicuro, l’ex ct azzurro proverà a ritrovare e coinvolgere anche il bomber canadese, apparso finora un pesce fuor d’acqua nonostante diverse possibilità di dare risposte sul campo.
