David e l'addio Juve, cosa c'è di vero: lo scenario clamoroso e come può aiutarlo Spalletti

Il canadese è in grande difficoltà: nelle gerarchie parte dietro Vlahovic e sta facendo più fatica del previsto, ma nei piani del tecnico c’è l’idea di lavorarci

TORINO - Tra i tanti aggiustamenti che Luciano Spalletti dovrà apportare alla sua nuova creatura tecnico-tattica, in cima alla lista delle priorità c’è la necessità di aumentare la produttività realizzativa del reparto offensivo. Il dato è lapidario: nelle ultime sei uscite i bianconeri hanno messo a segno 5 gol di cui 2 realizzati da attaccanti (Vlahovic e Yildiz) ma su altrettanti calci di rigore mercoledì scorso con l’Udinese. Per ritrovare una rete su azione di un elemento offensivo bisogna tornare indietro nel tempo alla partita di Champions con il Villarreal, per la precisione alla rete di Conceicao; per tornare a una segnatura di un centravanti su azione invece bisogna andare al Borussia Dortmund, dunque al 16 settembre, sempre con Vlahovic. Insomma, i primi segnali di un calcio spallettiano più verticale si sono visti a Cremona, ma la via del gol è stata trovata da due ali, prima Kostic e poi Cambiaso: la sensazione, comunque, è che le reti arriveranno anche dalle punte, se il gruppo seguirà la strada tracciata dal tecnico di Certaldo.

Juve, Spalletti per l'attacco

E le prime risposte Spalletti le ha già avute, specialmente da Vlahovic: dopo il rigore segnato - e la prestazione - con l’Udinese, Dusan ha dato segnali incoraggianti anche a Cremona, al netto di un errore sottoporta non da lui ma che ci può stare. Lucio punta sul serbo e l’ha dimostrato. E poi, approfittando pure dell’assenza di Yildiz sabato, Spalletti ha dato fiducia a Lois Openda, provando a coinvolgere e recuperare un giocatore che è pure un grande investimento del club. In questo contesto, quello più “indietro” è Jonathan David: di sicuro, l’ex ct azzurro proverà a ritrovare e coinvolgere anche il bomber canadese, apparso finora un pesce fuor d’acqua nonostante diverse possibilità di dare risposte sul campo.

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David, difficoltà su tutti i livelli

David si è fermato all’involontario assist per il gol dell’1-0 laziale all’Olimpico, passando per il gol mangiato con il Villarreal e il capitombolo in area con il Milan che ha fatto in breve il giro planetario del web. Spalletti dovrà fare un lavoro extra e personalizzato sull’ex attaccante del Lilla, soprattutto dal punto di vista psicologico prima ancora che tecnico e tattico: il club lo ha preso in estate a parametro zero con l’idea di affidargli il ruolo di numero 9 titolare, poi è rimasto Vlahovic e nessuno ha il posto fisso. Nel frattempo il canadese non è riuscito a incidere e sta trovando più difficoltà del previsto a vari livelli: bisognerà dare tempo a Spalletti di trovare le soluzioni e di riuscire a entrare nella testa del giocatore, che sta avendo difficoltà pure di comunicazione per la lingua e di adattamento a una realtà diversa.

Addio e rinascita: la missione di Spalletti

La Juventus ci ha puntato e ci punta ancora, su David: saranno però da capire quali segnali arriveranno da qui a gennaio. Anche perché tra gli agenti e gli addetti ai lavori si comincia già a vociferare dell’intenzione da parte dell’entourage della star della Nazionale canadese di guardarsi intorno per capire quali soluzioni possano esserci, magari già a gennaio. Ma è ovvio che dipenderà tutto da come andranno le prossime settimane, a maggior ragione con l’inizio di un nuovo capitolo tecnico guidato da Spalletti, un allenatore che è riuscito a valorizzare tanti attaccanti e a trovare le strategie per far rendere anche chi faceva fatica. Lucio può cambiare volto a David, ma c’è anche bisogno di una svolta mentale del giocatore, per evitare già a gennaio uno scenario che avrebbe del clamoroso.

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TORINO - Tra i tanti aggiustamenti che Luciano Spalletti dovrà apportare alla sua nuova creatura tecnico-tattica, in cima alla lista delle priorità c’è la necessità di aumentare la produttività realizzativa del reparto offensivo. Il dato è lapidario: nelle ultime sei uscite i bianconeri hanno messo a segno 5 gol di cui 2 realizzati da attaccanti (Vlahovic e Yildiz) ma su altrettanti calci di rigore mercoledì scorso con l’Udinese. Per ritrovare una rete su azione di un elemento offensivo bisogna tornare indietro nel tempo alla partita di Champions con il Villarreal, per la precisione alla rete di Conceicao; per tornare a una segnatura di un centravanti su azione invece bisogna andare al Borussia Dortmund, dunque al 16 settembre, sempre con Vlahovic. Insomma, i primi segnali di un calcio spallettiano più verticale si sono visti a Cremona, ma la via del gol è stata trovata da due ali, prima Kostic e poi Cambiaso: la sensazione, comunque, è che le reti arriveranno anche dalle punte, se il gruppo seguirà la strada tracciata dal tecnico di Certaldo.

Juve, Spalletti per l'attacco

E le prime risposte Spalletti le ha già avute, specialmente da Vlahovic: dopo il rigore segnato - e la prestazione - con l’Udinese, Dusan ha dato segnali incoraggianti anche a Cremona, al netto di un errore sottoporta non da lui ma che ci può stare. Lucio punta sul serbo e l’ha dimostrato. E poi, approfittando pure dell’assenza di Yildiz sabato, Spalletti ha dato fiducia a Lois Openda, provando a coinvolgere e recuperare un giocatore che è pure un grande investimento del club. In questo contesto, quello più “indietro” è Jonathan David: di sicuro, l’ex ct azzurro proverà a ritrovare e coinvolgere anche il bomber canadese, apparso finora un pesce fuor d’acqua nonostante diverse possibilità di dare risposte sul campo.

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