Juve, il cambio di marcia è anche in Champions: la richiesta e la convinzione di Spalletti

Allo Stadium arriva lo Sporting: bianconeri a caccia della prima vittoria europea dopo i pareggi contro Dortmund e Villarreal e la sconfitta col Real

Andare oltre. "Oltre la fine", come ha raccontato Luciano Spalletti in conferenza stampa, ma anche oltre i facili pronostici, la promessa di provarci e poi chissà se si riuscirà a mantenere. Del rapporto tra la Juventus e la Champions League si è detto tanto, soltanto negli ultimi anni i bianconeri hanno approcciato la competizione senza il peso di dover dimostrare di essere all'altezza. Eppure, tra gli obiettivi fondamentali c'è pure questo. Cioè: c'è pure andare avanti nella massima competizione. Il traguardo da tagliare è quello degli ottavi di finale, fallito lo scorso anno per mano di un Psv tutto sommato abbordabile. La Juve di Thiago Motta aveva sciupato un'occasione poi diventata decisiva per la scelta di sollevarlo dall'incarico, e sembrò la goccia definitiva su un vaso ormai colmo di crepe. Il crollo era diventato inevitabile. Come lo è stato separarsi con Cristiano Giuntoli, successivamente.

La richiesta del club in Champions

Anche a Igor Tudor, ai nastri di partenza, la Juventus - intesa come società, di comune accordo con la proprietà - aveva richiesto un piazzamento minimo in Europa, rafforzato inoltre dal calendario dettato dall'algoritmo. La partenza sarebbe stata in salita, e infatti ci sono stati i pareggi con il Borussia Dortmund e con il Villarreal, quindi la sconfitta in casa del Real Madrid. Poi, però, la discesa avrebbe cambiato la rotta, velocizzato le gambe bianconere. Con lo Sporting, questa sera, si potrà perciò dire come e quanto stia per nascere la rimonta juventina. Che dovrà tener conto comunque del freddo e dell'esperienza del Bodo Glimt, in trasferta; che dovrà scontrarsi con il Monaco e chissà se con Pogba, che avrà inoltre il Benfica e quindi Mourinho sulla propria strada. Per capirci: non è mica scontato.

L'idea di Spalletti

Spalletti però è convinto di una cosa sopra tutte le altre: questa Juventus non deve soltanto credere allo scudetto, ma deve innanzitutto trovare coraggio nelle partite importanti. Quelle che hanno cambiato il corso della storia del suo Napoli. Match dopo match, risultato dopo risultato, gli azzurri si erano resi conto di poter reggere gli urti più improbabili e di poter viaggiare sulle ali dello stesso entusiasmo accumulato dalle vittorie. Era un gruppo forte, ancor prima di una squadra con talento puro. La Juve, qualche guizzo, ce l'ha. Ma le manca lo step definitivo per credere in sé, per andare oltre le difficoltà e non naufragare alla prima sbandata. Contro l'Udinese è stato determinante riassestarsi, a Cremona è stato importante uscirne d'astuzia. Contro lo Sporting, questa sera, bisognerà non patire la musichetta. E Lucio, che va a vedere la Youth League, che è sempre più immerso nelle cose juventine, lo sa benissimo e meglio di tutti: la Champions è una sliding door. Può portarlo (prima) dall'altra parte della storia.

 

 

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