Koopmeiners alla Calafiori, Vlahovic-Yildiz prima volta speciale: la Juve è viva ma...

Ancora buoni segnali nella prima di Spalletti all’Allianz Stadium, anche se in Champions il passo è troppo lento

Servirà tempo. Pazienza. Sorrisi larghi, anche senza vittoria. Anche con il solito pareggio: l'1-1 con lo Sporting è il terzo su quattro partite, certamente quello più immeritato, quello che però inguaia la classifica. O almeno condanna Spalletti a non poter più fallire, a vivere sul filo del rasoio in ognuna delle prossime gare. Ci penseranno. Nel frattempo, si pescano segnali, si guarda l'intensità, si comprende meglio la fisionomia della squadra. E si tira un altro bel sospiro, soprattutto su responsabilità, sull'atteggiamento. Sono la base di partenza di una squadra destinata solamente a crescere: dà coraggio. E soluzioni. Quelle che Lucio torna a prendere dal campionario dei primi giorni. Persino Thuram - non era al meglio, ha il polpaccio che gli pizzica - torna in campo. Poi Conceiçao, e allora McKennie sull'esterno mancino. Conferma Koopmeiners versione Calafiori, mentre Vlahovic con Yildiz è invece una prima volta speciale. Almeno per Lucio: saranno i cardini molte altre volte, e sono pure i due più cercati dai compagni.

Sporting avanti

Spalletti ha infatti indicato verticalità e la squadra prova a esaudire i suoi desideri sin da subito, cercando di innescare Dusan, che deve pulire palla e trovare il compagno più vicino. A volte è Kenan, altre volte è Khephren, peccato per la Juve che non sia mai McKennie, relegato sulla fascia. Il suo aggrapparsi alla trequarti aveva fatto ammattire la Cremonese, negli spazi lasciati dallo Sporting in pressione feroce avrebbe dunque fatto comodo. Niente. A prescindere, i bianconeri tengono, partono bene, provano ad allargarsi e a stringersi come una fisarmonica. Al 6' Spalletti applaude, al 12' invece spalanca le braccia: è che i portoghesi hanno trovato il pertugio, sono finalmente riusciti a distendersi e a calare un'azione di una bellezza tremenda. Parte da Gonçalves e va da Ioannidis, il tocco per Trinçao, largo per Araujo. Niente cross, come si aspettavano. Botta secca: è l'1-0. La Juventus lo patisce, perché due minuti più tardi una manovra simile libera ancora Trinçao: salva Koopmeiners, però con aiuto della traversa.

Il pareggio di Vlahovic 

E allora? Allora vale il gesto di Locatelli subito dopo aver ripreso i compagni: testa, intanto, e poi tornare a sviluppare. Al 16' Vlahovic gira di testa su cross di Kalulu: miracolo di Rui Silva. Sessanta secondi dopo, nuovamente DV9 e Silva ci mette sempre le mani. Ancora un minuto e la girata del serbo è facile preda del portiere. Sembra il preludio al pari, ma serve più di un quarto d'ora, a tratti di sofferenza, a tratti di cuore. Parecchio di Yildiz: lui cresce, a dismisura. E al trentacinquesimo vede il corridoio per Thuram, in un attimo per Vlahovic: il serbo stavolta anticipa e beffa Silva. Eccolo, l'1-1. E l'arrivederci alla ripresa, nella quale Luciano non cambia, se non la testa dei suoi. Perciò: pronti, via, quasi il vantaggio. Lo fiuta subito con Conceiçao, e di nuovo all'ora di gioco c'è Dusan, prima di liberare Thuram per ben due volte al tiro, da ottima posizione: i nipotini di quelli in curva ringrazieranno per i palloni. Lo Sporting capisce e non si scopre più. Anzi, guadagna campo: Gonçalves sale in cattedra, Trinçao gli fa eco, si vede meno Quenda ma c'è tutta la qualità di Hjulmand a comandare. Si capiscono meglio i desideri bianconeri, guardandolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Juventus

La vittoria sarà presto conseguenza

E guardando Zhegrova, entrato al 72', si comprende il perché di tanta fatica: è spaesato, ha il guizzo ma non è mai accompagnato dalla decisione. Il kosovaro entra con Kostic, più affaticato dopo due prestazioni (ottime) di fila. Non lasciano il segno, non subito. La Juve si abbassa e perde qualità nel palleggio, negli ultimi dieci minuti Spalletti tenta di ritrovarla tra Miretti e Adzic. Va fuori Vlahovic, di David non c'è traccia, se non a tre dal termine. Pure per Yildiz. Allo Stadium sembra una mezza resa, ma c'è tanta vita. È nelle giocate del centrocampista italiano e nell'occasione del centravanti canadese: ghiottissima, come il mancino di Kostic deviato prima del fischio finale. Sarà pure l'ennesimo pareggio, però è più dolce che amaro: la Juve lotta, la vittoria sarà presto conseguenza.

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Servirà tempo. Pazienza. Sorrisi larghi, anche senza vittoria. Anche con il solito pareggio: l'1-1 con lo Sporting è il terzo su quattro partite, certamente quello più immeritato, quello che però inguaia la classifica. O almeno condanna Spalletti a non poter più fallire, a vivere sul filo del rasoio in ognuna delle prossime gare. Ci penseranno. Nel frattempo, si pescano segnali, si guarda l'intensità, si comprende meglio la fisionomia della squadra. E si tira un altro bel sospiro, soprattutto su responsabilità, sull'atteggiamento. Sono la base di partenza di una squadra destinata solamente a crescere: dà coraggio. E soluzioni. Quelle che Lucio torna a prendere dal campionario dei primi giorni. Persino Thuram - non era al meglio, ha il polpaccio che gli pizzica - torna in campo. Poi Conceiçao, e allora McKennie sull'esterno mancino. Conferma Koopmeiners versione Calafiori, mentre Vlahovic con Yildiz è invece una prima volta speciale. Almeno per Lucio: saranno i cardini molte altre volte, e sono pure i due più cercati dai compagni.

Sporting avanti

Spalletti ha infatti indicato verticalità e la squadra prova a esaudire i suoi desideri sin da subito, cercando di innescare Dusan, che deve pulire palla e trovare il compagno più vicino. A volte è Kenan, altre volte è Khephren, peccato per la Juve che non sia mai McKennie, relegato sulla fascia. Il suo aggrapparsi alla trequarti aveva fatto ammattire la Cremonese, negli spazi lasciati dallo Sporting in pressione feroce avrebbe dunque fatto comodo. Niente. A prescindere, i bianconeri tengono, partono bene, provano ad allargarsi e a stringersi come una fisarmonica. Al 6' Spalletti applaude, al 12' invece spalanca le braccia: è che i portoghesi hanno trovato il pertugio, sono finalmente riusciti a distendersi e a calare un'azione di una bellezza tremenda. Parte da Gonçalves e va da Ioannidis, il tocco per Trinçao, largo per Araujo. Niente cross, come si aspettavano. Botta secca: è l'1-0. La Juventus lo patisce, perché due minuti più tardi una manovra simile libera ancora Trinçao: salva Koopmeiners, però con aiuto della traversa.

Il pareggio di Vlahovic 

E allora? Allora vale il gesto di Locatelli subito dopo aver ripreso i compagni: testa, intanto, e poi tornare a sviluppare. Al 16' Vlahovic gira di testa su cross di Kalulu: miracolo di Rui Silva. Sessanta secondi dopo, nuovamente DV9 e Silva ci mette sempre le mani. Ancora un minuto e la girata del serbo è facile preda del portiere. Sembra il preludio al pari, ma serve più di un quarto d'ora, a tratti di sofferenza, a tratti di cuore. Parecchio di Yildiz: lui cresce, a dismisura. E al trentacinquesimo vede il corridoio per Thuram, in un attimo per Vlahovic: il serbo stavolta anticipa e beffa Silva. Eccolo, l'1-1. E l'arrivederci alla ripresa, nella quale Luciano non cambia, se non la testa dei suoi. Perciò: pronti, via, quasi il vantaggio. Lo fiuta subito con Conceiçao, e di nuovo all'ora di gioco c'è Dusan, prima di liberare Thuram per ben due volte al tiro, da ottima posizione: i nipotini di quelli in curva ringrazieranno per i palloni. Lo Sporting capisce e non si scopre più. Anzi, guadagna campo: Gonçalves sale in cattedra, Trinçao gli fa eco, si vede meno Quenda ma c'è tutta la qualità di Hjulmand a comandare. Si capiscono meglio i desideri bianconeri, guardandolo.

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Koopmeiners alla Calafiori, Vlahovic-Yildiz prima volta speciale: la Juve è viva ma...
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La vittoria sarà presto conseguenza