Juve: e chi l’ha detto che Pogba deve partire?

Il bilancio bianconero non richiede un sacrificio così importante come quello del francese. La cessione dipende da lui o da una maxi offerta

TORINO - E chi l’ha detto che Paul Pogba deve per forza lasciare la Juventus? Agnelli no. Marotta neppure. E lo stesso centrocampista si è sempre tenuto sul vago in sede ufficiale, salvo ribadire in consessi privati che lui non è così smanioso di fare il grande salto, quello da 100 milioni per intendersi, visto che a Torino si trova molto bene e ci rimarrebbe ancora una stagione. Questo è lo scenario in cui strisciano le voci di mercato e si muovono le pretendenti.

LA LINEA DEL PIAVE - Perché muoversi si muovono, ma non abbastanza per le esigenze di Beppe Marotta che ha già ricevuto le offerte di Barcellona e Manchester City, ma le ha entrambe declinate. Con tutto il garbo che merita chi ti propone 80 milioni (ottanta!) di euro, ma le ha rifiutate: «Troppo pochi». La linea del Piave bianconera è stata fissata tempo fa, Mino Raiola presente, in cento milioni di euro. La base d’asta è quella e finora nessuno l’ha avvicinata. Il che, naturalmente, non è una garanzia di rivedere Pogba con la maglia della Juventus nella prossima stagione. I casi, infatti, sono due: arriva un club con 100 milioni, arriva Pogba con un’offerta d’ingaggio mostruosa e l’intenzione di accettarla, riducendo così sensibilmente il potere negoziale di Marotta, adesso come adesso fortissimo. E la seconda ipotesi è quella che mette un filo di ansia ai vertici bianconeri che, tuttavia, sono preparati all’evenienza e seriamente intenzionati a tenere duro. Se un club prova a fare leva su Pogba per strapparlo a una cifra troppo inferiore ai cento milioni di cui sopra, ci sarà da battagliare. Siamo - sia chiaro - nel campo delle ipotesi. Perché allo stato attuale delle cose, Paul Pogba sta per andare in vacanza (la prima dopo due estati da Mondiale, prima l’Under 20 poi quello dei grandi) con la concreta prospettiva di ripresentarsi a Vinovo il 16 di luglio. Maxioferte non ne ha ricevute e il suo agente, Mino Raiola, sta operando in cordiale sincronia con la Juventus.

SIAMO ALL'INIZIO - Certo, l’estate è lunga. Anzi, a vederla dal 14 giugno, lunghissima. Il calciomercato è all’alba, un’alba luminosa e movimentata, ma pur sempre un’alba. La Coppa America potrebbe rallentare il giro dei grandi colpi che, com’è ormai sistematico, si succedono e si concentrano per una questione di circolazione di denaro prima ancora che di talento. E quello che succederà ad agosto è quasi impossibile prevederlo ora. Si possono fare ragionamenti e uno di quelli captati dalle parti di Corso Galileo Ferraris ha molto senso: «Non si può vendere un giocatore come Pogba troppo avanti con l’estate». Privarsi di uno dei giocatori più forti, pur incassando cento milioni rischia di essere una mossa disastrosa se non si ha poi il tempo di spenderli in modo intelligente per rendere la squadra più forte di prima. Zinedine Zidane, ricorda spesso Luciano Moggi, era stato venduto a marzo e nello stesso periodo era state tessute le trattative per prendere Buffon, Thuram e Nedved. Se alla Juventus tengono fede al loro stesso ragionamento significa che il tempo utile per dare l’assalto al Polpo si accorcia, anche perché la Juventus non si trova nelle condizioni economiche di dover per forza prevedere un sacrificio tecnico così importante sull’altare del bilancio. I 100 milioni, il club, li prenderà dall’Uefa e i «debiti sono sotto controllo», ha spiegato Andrea Agnelli qualche giorno fa.

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