TORINO - Il gol dell’altra sera, all’Allianz Arena, non è stato uno dei più complicati nella sua giovane carriera. Però una rete al Bayern, in Germania, fa sempre rumore e la prestazione del ragazzo ha certificato una verità di fondo: Paul Pogba, prima o poi, il salto in un top club (ancor più... top della Juventus) lo farà. Il se ha una rilevanza minore del quando, perché il potere economico delle società leader in Europa a livello di fatturati è destinato ad avere la meglio, in prospettiva. Detto che in corso Galileo Ferraris non hanno motivo di porre sul colletto della maglia bianconera del francese il messaggio Vendesi, alcuni segnali lasciano pensare che la prossima possa essere l’estate decisiva per il trasferimento del Polpo.
LE CONDIZIONI PER L'ADDIO - Ariedo Braida, intanto, in qualità di ds internazionale del Barcellona, si è confessato a Premium: «Pogba andrà sicuramente a giocare in una grande squadra, anche se già ora milita in un top club. Se dovesse lasciare la Juventus, credo che possa andare al Barcellona, o al Manchester City, o al Paris Saint-Germain». E nel momento in cui lo riferisce un dirigente che nel curriculum vanta un’amicizia storica con Beppe Marotta, c’è da credergli.
Secondo elemento: a domanda sul suo futuro, seppur legata a un contesto giocoso («Se Zlatan Ibrahimovic ha detto che resterebbe a Parigi qualora la sua immagine sostituisse quella della Tour Eiffel, tu faresti la stessa cosa con la Mole Antonelliana?»), il transalpino non ha dato certezze. Terzo segnale: tempo fa l’agente tuttofare Mino Raiola rivelò che, per la crescita del centrocampista, quello juventino sarebbe stato l’ambiente ideale e non sono in pochi a credere che la scalata del campione di Lagny-surMarne sia vicina al completarsi, tanto da rendere necessario un cambio di casacca, di Paese, di abitudini in modo da agevolare un percorso che, a gioco lungo, condurrà certamente Pogba a sollevare il Pallone d’Oro.