Pagina 4 | Plusvalenze, il lato b con la rivalutazione del marchio: trucchetto da 1 miliardo

La situazione è drammatica. Il mondo del calcio italiano è schiavo di un sistema malato che ha portato alla luce plusvalenze sospette, condizionato da contrattazioni di mercato “sul filo”: valori gonfiati, trattative con commissioni esagerate e accordi sottobanco. Il tutto è stato ribadito in onda su Rai 3 durante una inchiesta della trasmissione Report, in cui si è anche svelata una intercettazione inedita.

Il dialogo tra Lugaresi e Abodi

Tra le numerose intercettazioni (che poi non avranno rilievo penale) emerge un dialogo che fa luce sulla metodologia adottata dagli addetti ai lavori tra un presidente del club e il presidente di Lega. Lugaresi: «Mi sono fatto stampare i bilanci di tutte le società di Serie A e Serie B degli ultimi 3 anni» Abodi: «Ammazza che lavoro. No tu non sei un ladro, ma hai dato una valutazione impropria. Se il metro vale per tutti vale per tutti.» Lugaresi: «Ho fatto estrapolare tutti i nomi dei giocatori dal ’95 in su, ’96, ’97, ’98, ’99 e così via… gli importi e le storie. Perché io raccolgo prove… perché io, se mettono in croce lì… cioè io salto per aria. Ma se mi mettono in croce lì io faccio saltare il sistema. Perché se tu mi dici che io sono un ladro perché metto un giocatore che vale 2 milioni per te vale… Allora io sono in grado di dimostrare che ci sono 100 giocatori, almeno 100 giocatori che sono identici ai miei. Io ne ho presi uno dalla Juve e l’ho pagato 3 milioni che da me quest’anno ha fatto 8 gol, 9 gol… e quello che gli ho dato io è andato a finire nei dilettanti all’estero».

Lo stesso Lugaresi poi spiega ancora il concetto al giornalista di ‘Report’, una volta raggiunto al telefono dove si mostra esterrefatto dalla reazione dello stesso mondo del calcio, che finge di non essersi mai accorto di queste situazioni: «La cosa più sorprendente è che tutti siano sorpresi. Come mai chi deve controllare mai mette mano a queste cose. Sa com’è… nel calcio ci sono figli e figliastri” continua l’ex numero uno del Cesena Calcio. “Dopo ci sono menti che tu sposi delle alleanze all’interno della Lega fra la Serie A e la Serie B e magari non sei con quelli che in quel momento lì tirano un po’ le fila… Quando sei al circo qualcosa combini anche tu per forza, ecco… non credo ci sia nessuno senza peccato nel calcio».

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Plusvalenze, Cesena e Chievo

Attualità? Ma va. il dialogo che riportiamo è quello intercettato tra Andrea Abodi, attuale ministro dello sport e allora presidente della serie cadetta tra il 2010 e il 2017, e Giorgio Lugaresi ex patron del Cesena dal 2012 al 2018. Così, allora, un sito specializzato raccontò questa situazione: «Dall’intercettazione telefonica si evince la mole enorme delle situazioni poco chiare e che fanno tremare l’intero mondo calcistico. Si tratta di una intercettazione all’interno del fascicolo sul fallimento del Cesena, datata 24 giugno 2018. L’ex patron della società romagnola, prima di vedere fallire il club e di finire coinvolto nel “Caso Chievo” con 30 milioni di false plusvalenze riscontrate, ne parlava al telefono con il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Andrea Abodi che fino al 2017 era stato presidente della Lega Serie B».

Quello tra Chievo Verona e Cesena, comunque, è stato un caso di scuola che è emerso solo all’apice del suo fragore: le due società hanno effettuato, nel corso degli anni, una rete di scambi di giovani calciatori per aumentare le entrate economiche e pareggiare il bilancio. I clivensi hanno realizzato ben ventitré milioni di plusvalenza solamente grazie alle cessioni effettuate in favore della società emiliana che, a sua volta, ha realizzato diciotto milioni di euro di plusvalenze grazie al traffico di giocatori con il Chievo. Fatto che provocò una ingente multa e punti di penalizzazione per entrambi i club.

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La rivalutazione del marchio: il caso del Palermo

In quel periodo ci fu anche la dolorosa (anche dal punto di vista umano nei confronti di Maurizio Zamparini che tanto ha dato al calcio italiano, compresi numerosi giocatori poi campioni del Mondo) vicenda del fallimento del Palermo legata alla questione della rivalutazione del marchio che la procura di Palermo (quando orami il sistema economico cittadino aveva voltato le spalle al presidente) giudicò fittizia perché non sarebbe mai uscito dalla “disponibilità” del presidente. Maurizio Zamparini ha utilizzato il marchio in tre occasioni per fare operazioni di cessione e far emergere plusvalenze, la prima volta il 6 novembre 2006, la seconda il 26 giugno 2014, l’ultima il 30 giugno 2016.

In questo modo sono state iscritte nei bilanci in vari anni circa 70 milioni di euro di plusvalenze. Zamparini, probabilmente, qualche pasticcio lo ha fatto o forse non si è mosso nei tempi giusti. Bastava aspettare un decreto legge, quello denominato DL Agosto (D.L. 104/2020, convertito nella Legge n. 126 del 13/10/2020) Perché, per esempio, dai risultati del bilancio chiuso al 30 giugno 2022 con un rosso di 66,5 milioni di euro – in calo di 30 milioni rispetto all’esercizio precedente – è emerso che il Milan ha rivalutato il marchio a 200 milioni di euro (l’ultima risaliva al 2005 ed era pari a 35 milioni di euro).

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L'Inter e la rivalutazione di marchio e library

Anche l’Inter nel bilancio 2020/21 ha rivalutato marchio e library per 212 milioni di euro circa, con una riserva di rivalutazione pari a oltre 203 milioni. Complessivamente, quindi, dal patrimonio netto negativo per 36,949 milioni al 30 giugno 2020, l’Inter al 30 giugno 2021, nonostante un risultato consolidato negativo per oltre 245 milioni, aveva un patrimonio netto positivo per 53,451 milioni.

L'Udinese e il Napoli

La cifra più alta tra i club di Serie A riguarda l’Udinese (con stadio e altri asset) per una rivalutazione di 233 milioni di euro e una riserva di rivalutazione di 226 milioni circa. Tra le big del massimo campionato italiano chiude il Napoli, il cui valore del marchio «iscritto in bilancio al 30 giugno 2021 è pari ad euro 75.000.000». Anche in questo caso l’effetto della rivalutazione è stata feroce sugli attivi di bilancio. Un “aiuto” da 935 milioni di euro per i club che hanno usato questo dumping. Una norma che possono sfruttare solo i club che redigono i bilanci seguendo i principi contabili italiani (OIC) e non quelli internazionali (IFRS) e, quindi non la Juventus. Insomma, adesso conviene far le plusvalenze sul marchio, il calciatore più forte in prospettiva: lo avessero immaginato Lugaresi e Zamparini... E quelli che hanno deciso di entrare in borsa con una società di calcio.

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L'Inter e la rivalutazione di marchio e library

Anche l’Inter nel bilancio 2020/21 ha rivalutato marchio e library per 212 milioni di euro circa, con una riserva di rivalutazione pari a oltre 203 milioni. Complessivamente, quindi, dal patrimonio netto negativo per 36,949 milioni al 30 giugno 2020, l’Inter al 30 giugno 2021, nonostante un risultato consolidato negativo per oltre 245 milioni, aveva un patrimonio netto positivo per 53,451 milioni.

L'Udinese e il Napoli

La cifra più alta tra i club di Serie A riguarda l’Udinese (con stadio e altri asset) per una rivalutazione di 233 milioni di euro e una riserva di rivalutazione di 226 milioni circa. Tra le big del massimo campionato italiano chiude il Napoli, il cui valore del marchio «iscritto in bilancio al 30 giugno 2021 è pari ad euro 75.000.000». Anche in questo caso l’effetto della rivalutazione è stata feroce sugli attivi di bilancio. Un “aiuto” da 935 milioni di euro per i club che hanno usato questo dumping. Una norma che possono sfruttare solo i club che redigono i bilanci seguendo i principi contabili italiani (OIC) e non quelli internazionali (IFRS) e, quindi non la Juventus. Insomma, adesso conviene far le plusvalenze sul marchio, il calciatore più forte in prospettiva: lo avessero immaginato Lugaresi e Zamparini... E quelli che hanno deciso di entrare in borsa con una società di calcio.

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