Juve e udienza al Collegio: Figc guarda solo tra terzietà e “paura di ko"

Scaduti i termini, la Federazione non si costituisce. Le difese vedono una presa di distanza, via Allegri vuole restare super partes

TORINO - Prosegue il conto alla rovescia in vista del vero big match della stagione juventina. La partita, cioè, che i bianconeri disputeranno mercoledì 19 aprile. Si gioca in trasferta, a Roma, sul campo del Collegio di garanzia dello sport presso il Coni. In ballo ci sono mica i soliti tre punti, ce ne sono fino a 15. Cioè quelli che sono stati depennati dalla classifica bianconera per decisione della Corte federale d’Appello. Tra lo stupore generale - in verità - il 20 gennaio scorso.

Ricordiamo infatti che quel -15 inflitto alla Juventus era giunto in buona compagnia delle inibizioni ai danni di alcuni suoi dirigenti: 30 mesi all’ex dg Paratici, 24 all’ex presidente Agnelli e all’ex ad Arrivabene, 16 al ds Cherubini, 8 a Nedved e altri 7 membri del Cda. E ricordiamo anche - così spieghiamo perché lo “stupore generale” di cui sopra - che le condanne in questione sono state inasprite, dalla Corte, rispetto alle richieste elaborate dal Procuratore Giuseppe Chiné. Sono giunte previa accoglimento di revocazione della precedente sentenza di assoluzione in secondo grado e in primo grado (assoluzione era invece rimasta per gli altri club coinvolti: Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e Novara).

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La Juve e l'"accoglimento senza rinvio"

Gli juventini, il 19 aprile, puntano alla vittoria: cioè al cosiddetto “accoglimento senza rinvio” (il Collegio dichiara illegittime penalizzazioni e inibizioni, annullandole). In caso di... pareggio, invece, ecco l’ammissione con rinvio: Il collegio rispedirebbe cioè alla Cfa penalizzazioni e inibizioni con l’input di riformularle in considerazione di specifiche eccezioni (detto facile: sconto). La sconfitta, invece, implicherebbe il non accoglimento della richiesta bianconera. Punto e basta: -15 confermato.

Gli Juventini se la giocheranno “contro” il Procuratore Generale dello Sport, il prefetto Ugo Taucer. I bianco-neri non se la vedranno invece direttamente con la Figc (già scaduti i termini per costituirsi). E questo secondo alcuni è un paradosso. Tra le difese e gli addetti ai lavori (che sottolineano l’eccezionalità della decisione della Figc) circola la convinzione che la federazione voglia in qualche modo prendere le distanze da una possibile disfatta clamorosa da parte della Procura federale e fors’anche della giustizia sportiva nel suo complesso. Dopo lo “schiaffo” subito da parte del Tar e indirettamente del Consiglio di Stato, qua si rischierebbe un altro manrovescio al sistema.

Di contro, però, in Figc si sottolinea la semplice volontà di mantenere un ruolo di terzietà rispetto alle vicissitudini bianconere visto che il processo non nasce da una precisa violazione a una disposizione federale (è già accaduto, in passato: ad esempio nel dicembre 2020, quando il Napoli era ricorso contro il 3-0 a tavolino inflittogli per aver violato l’isolamento domiciliare). Il presidente Gravina ha più volte - e convintamente - professato la volontà di restare super partes. Ciò nonostante lo scenario politico che emerge dai palazzi romani è abbastanza complesso e composto da più anime: i più “bellicosi” vorrebbero vedere la Juventus in serie B; ma c’è anche chi auspica che la vicenda plusvalenze assuma un ruolo marginale (onde non condizionare anche i prossimi campionati e millanta altri club), salvo però chiedere massimo rigore nel filone-stipendi; infine c’è chi individua un problema Giustizia Sportiva, più che un problema Juventus.

Arbitri della contesa saranno la presidente del Collegio di garanzia dello sport, Gabriella Palmieri Sandulli, e i presidenti delle quattro sezioni (ad eccezione cioè di quella consultiva): Vito Branca, Attilio Zimatore, Massimo Zaccheo e Dante D’Alessio.

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TORINO - Prosegue il conto alla rovescia in vista del vero big match della stagione juventina. La partita, cioè, che i bianconeri disputeranno mercoledì 19 aprile. Si gioca in trasferta, a Roma, sul campo del Collegio di garanzia dello sport presso il Coni. In ballo ci sono mica i soliti tre punti, ce ne sono fino a 15. Cioè quelli che sono stati depennati dalla classifica bianconera per decisione della Corte federale d’Appello. Tra lo stupore generale - in verità - il 20 gennaio scorso.

Ricordiamo infatti che quel -15 inflitto alla Juventus era giunto in buona compagnia delle inibizioni ai danni di alcuni suoi dirigenti: 30 mesi all’ex dg Paratici, 24 all’ex presidente Agnelli e all’ex ad Arrivabene, 16 al ds Cherubini, 8 a Nedved e altri 7 membri del Cda. E ricordiamo anche - così spieghiamo perché lo “stupore generale” di cui sopra - che le condanne in questione sono state inasprite, dalla Corte, rispetto alle richieste elaborate dal Procuratore Giuseppe Chiné. Sono giunte previa accoglimento di revocazione della precedente sentenza di assoluzione in secondo grado e in primo grado (assoluzione era invece rimasta per gli altri club coinvolti: Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e Novara).

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