Plusvalenze Juventus, Matera: “Le parole di Taucer allontanano il -15”

Intervista all’avvocato che ha scritto il Codice di Giustizia Sportiva: “La motivazione della penalizzazione è subito apparsa carente”

Professor Pierluigi Matera, l’intervento di Taucer ha sorpreso molti. Ci aiuta a dargli una giusta interpretazione?

«Il fatto che il Procuratore Generale, nell’esercizio della funzione requirente dinanzi al Collegio di Garanzia, rilevi una carenza di motivazione relativamente a un punto della decisione è normale. Dimostra che il sistema funziona e che la Procura Generale non chiede necessariamente la conferma di una condanna. Se ravvisa un possibile errore chiede correttamente una riforma della decisione. Non dovrebbe trattarsi di una eccezione, e quanto ha detto il prefetto Taucer non dovrebbe essere ritenuto un colpo di scena. Anzi, è il segnale di una sana dinamica processuale. Peraltro, il Procuratore Generale dice anche che per il resto non ci sono censure relativamente alle impostazioni della Procura federale».

Nello specifico, l’omessa motivazione relativamente all’applicazione della sanzione e quindi all’articolo 4, cosa può implicare?

«La motivazione con cui la Corte federale d’appello è arrivata a comminare una penalizzazione di 15 punti è da subito apparsa quantomeno carente. Carenza che può essere, però, vista sotto diversi aspetti. La violazione dell’articolo 4 non era contestata alla Juventus nell’originario deferimento. Per condannarla per questa violazione, si sarebbe dovuto applicare il meccanismo dell’articolo 6, che trasla - per così dire - sulla società le responsabilità dei suoi dirigenti. La decisione della CFA avrebbe dovuto quindi condannare in primis i dirigenti e poi la Juventus in virtù del citato meccanismo. Per contro, l’art. 31 comma 1 contestato alla Juventus prevede una condanna a una ammenda e non la penalizzazione in termini di punti. Tant’è che la Procura federale nel procedimento originario aveva richiesto una sanzione di 800mila euro. Ma attenzione, quando il Procuratore Generale Taucer ha segnalato una carenza di motivazione circa l’applicazione della sanzione, ha impiegato il termine «rimodulare». Quindi può voler intender anche che la carenza di motivazione è relativa alla quantificazione della sanzione e non alla qualità (ammenda o penalizzazione): perché 15 punti e non 9 come richiesto dal Procuratore federale, o meno? La decisione di secondo grado una veloce motivazione la offre: sostiene che 15 punti sarebbero quelli ottenuti in più dalla Juventus grazie alle plusvalenze realizzate. Ma è un computo molto difficile equelle plusvalenze sono una percentuale contenuta del bilancio della Juventus. Ad ogni modo, questa carenza di motivazione apre a diversi scenari».

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Che peso può avere l’intervento di Taucer sulla decisione del collegio?

«Il Procuratore Generale e i componenti delle Sezioni Unite del Collegio di Garanzia sono personalità di altissimo profilo ed esperienza. Esperti guidati dal diritto e dal proprio libero convincimento. Ma è chiaro che tutto ciò che le parti sostengono nel procedimento può essere rilevante per la Corte».

I legali bianconeri hanno molto insistito sulla inammissibilità della richiesta di revocazione, qualora avessero convinto il Collegio, si andrebbe verso l’annullamento senza rinvio?

«Dipende da come sarà applicato l’articolo 62. I legali della Juventus hanno presentato ben nove motivi di ricorso. Uno dei punti più rilevanti è quello di fondo, che si collega al fatto che questo procedimento nasce da una revocazione che sovverte un proscioglimento. E quindi: se il proscioglimento era avvenuto perché non esisteva una norma di diritto che prevedeva un valore certo del calciatore e dunque sanzionava eventuali plusvalenze artefatte, cosa può cambiare tale realtà, ovverosia l’assenza di una norma che sanzioni una condotta? Può un elemento nuovo (intercettazione o altro) cambiare questa realtà? Ecco allora che si devono valorizzare elementi che fanno riferimento a un sistema possibilmente fraudolento nella pianificazione; e questo apre ai dubbi sia che si possa concepire una pianificazione fraudolenta di attività però lecita; sia che questa ipotesi si possa contestare nell’ambito strettissimo che una revocazione permette - senza modificare l’originario procedimento e introdurre contestazioni che non vi erano in origine e contro cui non ci si è difesi -. Se dalle intercettazioni si evidenziassero dei comportamenti sleali, allora vi è una mutazione della contestazione? La corrispondenza tra imputazione e condanna - e qui l’imputazione è sempre quella originaria - è un principio cardine di ogni processo e richiama diritti fondamentali quali quello di difesa appunto. Se il Collegio di Garanzia accogliesse questo motivo di ricorso della Juventus salterebbe l’intera impostazione della decisione della CFA. Altrimenti, ci sono spazi per accogliere altri vizi di motivazione come quello segnalato dal Procuratore Generale - e si apre uno spiraglio per una riduzione della sanzione o in qualità (ammenda) o in quantità (numero di punti)».

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Professor Pierluigi Matera, l’intervento di Taucer ha sorpreso molti. Ci aiuta a dargli una giusta interpretazione?

«Il fatto che il Procuratore Generale, nell’esercizio della funzione requirente dinanzi al Collegio di Garanzia, rilevi una carenza di motivazione relativamente a un punto della decisione è normale. Dimostra che il sistema funziona e che la Procura Generale non chiede necessariamente la conferma di una condanna. Se ravvisa un possibile errore chiede correttamente una riforma della decisione. Non dovrebbe trattarsi di una eccezione, e quanto ha detto il prefetto Taucer non dovrebbe essere ritenuto un colpo di scena. Anzi, è il segnale di una sana dinamica processuale. Peraltro, il Procuratore Generale dice anche che per il resto non ci sono censure relativamente alle impostazioni della Procura federale».

Nello specifico, l’omessa motivazione relativamente all’applicazione della sanzione e quindi all’articolo 4, cosa può implicare?

«La motivazione con cui la Corte federale d’appello è arrivata a comminare una penalizzazione di 15 punti è da subito apparsa quantomeno carente. Carenza che può essere, però, vista sotto diversi aspetti. La violazione dell’articolo 4 non era contestata alla Juventus nell’originario deferimento. Per condannarla per questa violazione, si sarebbe dovuto applicare il meccanismo dell’articolo 6, che trasla - per così dire - sulla società le responsabilità dei suoi dirigenti. La decisione della CFA avrebbe dovuto quindi condannare in primis i dirigenti e poi la Juventus in virtù del citato meccanismo. Per contro, l’art. 31 comma 1 contestato alla Juventus prevede una condanna a una ammenda e non la penalizzazione in termini di punti. Tant’è che la Procura federale nel procedimento originario aveva richiesto una sanzione di 800mila euro. Ma attenzione, quando il Procuratore Generale Taucer ha segnalato una carenza di motivazione circa l’applicazione della sanzione, ha impiegato il termine «rimodulare». Quindi può voler intender anche che la carenza di motivazione è relativa alla quantificazione della sanzione e non alla qualità (ammenda o penalizzazione): perché 15 punti e non 9 come richiesto dal Procuratore federale, o meno? La decisione di secondo grado una veloce motivazione la offre: sostiene che 15 punti sarebbero quelli ottenuti in più dalla Juventus grazie alle plusvalenze realizzate. Ma è un computo molto difficile equelle plusvalenze sono una percentuale contenuta del bilancio della Juventus. Ad ogni modo, questa carenza di motivazione apre a diversi scenari».

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