Plusvalenze, la Juventus vuole coerenza: si punta sulla proporzionalità

Nuova penalizzazione: lunedì udienza in Corte federale. Nelle memorie difensive i legali bianconeri sottolineano un determinato principio

TORINO - Da Siviglia, a Roma. Dalle panche di una cattedrale alla sacrestia quindi alla cattedra di un tribunale (cit.). Archiviato il “verdetto” di ieri sera, la Juventus s’avvia ora verso un’altra sentenza nodale per l’intera stagione e fors’anche per la successiva. Lunedì è infatti in agenda l’udienza presso la Cfa (Corte federale d’appello) in cui verrà stabilita la nuova penalizzazione per il club bianconero nell’ambito del processo sulle plusvalenze. La Cfa - sia pure in diversa composizione - si esprimerà dunque per la terza volta sulla questione: dopo che aveva prosciolto una volta, aveva “immotivatamente” comminato 15 punti di penalizzazione una seconda volta, la prossima settimana dovrà meglio giustificare i 15 punti di cui sopra oppure rimodulare la penalizzazione. Così ha disposto il Collegio di garanzia dello sport lo scorso 20 aprile accogliendo con rinvio i ricorsi della Juventus (contro il -15 in classifica) e degli ex componenti del suo consiglio di amministrazione (inibiti per 8 mesi). Sì, esatto. Vero.

Juve, la giustizia sportiva e la coerenza

Di fatto siamo ormai al quinto (quinto!) grado di giudizio. E un che di grottesco e paradossale, oggettivamente, c’è. Anche perché dal 20 gennaio a questa parte ogni volta che un organo della Giustizia sportiva si esprime sulla vicenda, tocca poi metter mano alla classifica di Serie A condizionando la posizione e le sorti, le aspettative non d’una bensì di svariate altre squadre a lei limitrofe. Oscillazioni che manco un metronomo, insomma. Ora servirebbe un po’ di stabilità. E di equilibrio. Chissà mai: coerenza. Eccola qua una delle paroline magiche, uno dei concetti nodali, che sottendono le memorie difensive consegnate dai legali del club bianconero e degli ex componenti del Cda. Una coerenza giuridica in virtù della quale - per logicità - la prossima richiesta del procuratore federale Giuseppe Chiné non potrebbe/dovrebbe essere superiore a quei 9 punti chiesti lo scorso 20 gennaio. Semmai minore, anzi.

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Plusvalenze Juventus, il possibile scenario

Riavvolgendo il nastro, infatti, tornano alla mente le parole del Procuratore Generale dello Sport, Ugo Taucer: «Temo che effettivamente nella sanzione in punti alla squadra vi sia una “carenza” da apprezzare e valutare in un nuovo giudizio da parte della Corte», che per primo prendeva le distanze da quel -15 impugnato dalla Juventus. Il Collegio di garanzia ha confermato: «Considerato che la misura della sanzione della penalizzazione inflitta alla Juventus risulta determinata in relazione alle accertate violazioni dei suoi rappresentanti e dei suoi dirigenti, nonché dei suoi amministratori senza delega, il venir meno, per l’accertato vizio motivazionale, della sanzione per questi ultimi si riflette anche sulla sanzione complessiva irrogata alla società e rende quindi necessaria una nuova valutazione sulle eventuali responsabilità dei singoli amministratori senza delega e poi anche della stessa Juventus». Il perimetro tracciato invalicabile indicato dalla Presidente Palmieri Sandulli è dunque quello del -15, da cui eventualmente decurtare dei punti in caso di proscioglimento dei componenti del Cda. Da 11 dirigenti colpevoli si potrebbe passare a 4, non è poca cosa. Il rapporto proporzionale reggerebbe con uno sconto di 6 o più punti rispetto al vecchio -15.
Peraltro il comma G dell’articolo 8 del Codice di giustizia sportiva è chiaro: “se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente”. Questa, al limite, la strada da percorrere: non certo quella di moltiplicare in modo abnorme la penalizzazione pur di togliere la Juve dalle Coppe.

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TORINO - Da Siviglia, a Roma. Dalle panche di una cattedrale alla sacrestia quindi alla cattedra di un tribunale (cit.). Archiviato il “verdetto” di ieri sera, la Juventus s’avvia ora verso un’altra sentenza nodale per l’intera stagione e fors’anche per la successiva. Lunedì è infatti in agenda l’udienza presso la Cfa (Corte federale d’appello) in cui verrà stabilita la nuova penalizzazione per il club bianconero nell’ambito del processo sulle plusvalenze. La Cfa - sia pure in diversa composizione - si esprimerà dunque per la terza volta sulla questione: dopo che aveva prosciolto una volta, aveva “immotivatamente” comminato 15 punti di penalizzazione una seconda volta, la prossima settimana dovrà meglio giustificare i 15 punti di cui sopra oppure rimodulare la penalizzazione. Così ha disposto il Collegio di garanzia dello sport lo scorso 20 aprile accogliendo con rinvio i ricorsi della Juventus (contro il -15 in classifica) e degli ex componenti del suo consiglio di amministrazione (inibiti per 8 mesi). Sì, esatto. Vero.

Juve, la giustizia sportiva e la coerenza

Di fatto siamo ormai al quinto (quinto!) grado di giudizio. E un che di grottesco e paradossale, oggettivamente, c’è. Anche perché dal 20 gennaio a questa parte ogni volta che un organo della Giustizia sportiva si esprime sulla vicenda, tocca poi metter mano alla classifica di Serie A condizionando la posizione e le sorti, le aspettative non d’una bensì di svariate altre squadre a lei limitrofe. Oscillazioni che manco un metronomo, insomma. Ora servirebbe un po’ di stabilità. E di equilibrio. Chissà mai: coerenza. Eccola qua una delle paroline magiche, uno dei concetti nodali, che sottendono le memorie difensive consegnate dai legali del club bianconero e degli ex componenti del Cda. Una coerenza giuridica in virtù della quale - per logicità - la prossima richiesta del procuratore federale Giuseppe Chiné non potrebbe/dovrebbe essere superiore a quei 9 punti chiesti lo scorso 20 gennaio. Semmai minore, anzi.

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