Juventus, niente Europa comunque. Al -10 si aggiungerà un'altra sanzione

Plusvalenze, la Corte Federale d’Appello si è espressa sulla nuova penalizzazione. Resta viva e dichiarata l’intenzione di lasciare i bianconeri fuori dalle Coppe (c’è ancora il caso stipendi)

La Corte Federale d’Appello a sezioni unite: a) proscioglie dalle incolpazioni ascritte i sigg.ri Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano;

b) irroga alla società F.C. Juventus S.p.A. la sanzione della penalizzazione di punti 10 (dieci) in classifica, da scontare nella corrente stagione sportiva.



Eccolo qua il dispositivo diramato ieri sera, alle ore 20.15, al termine del quinto “round” del processo plusvalenze. In sostanza: poteva andare anche peggio, ma “bene” è un’altra cosa. Il proscioglimento dei sette ex dirigenti senza delega può esser motivo di soddisfazione per i legali dei bianconeri in questione (e a questo punto pure per quelli di Maurizio Arrivabene, che pregustano un maxi risarcimento al Tar visto che ai tempi dei fatti contestati non era ancora ad). Ma per ciò che riguarda la società quei 10 punti di penalizzazione (che pure non sono né i 15 inflitti il 20 gennaio dalla Corte Federale d’Appello in diversa composizione né gli 11 chiesti ieri dal procuratore federale Chiné) non rappresentano di certo motivo di gaudio. Come dimostra peraltro il proposito del club di ricorrere ancora, eventualmente, al Collegio di Garanzia dello Sport. Ma, nell’insoddisfazione bianconera, il fatto che poi la squadra abbia perso a Empoli, rendendo di fatto ancor più massiccio il nuovo distacco dalla zona Champions, incide solo fino ad un certo punto. Già di per sé, infatti, quel -10 sapeva di “scientifica” esclusione dall’Europa.

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La Juve e il secondo fronte aperto con la giustizia sportiva

Essì perché c’è un secondo fronte aperto con la giustizia sportiva. Ed è un fronte destinato a incidere, all’occorrenza, sulla stagione in corso. Una sorta di salvagente, a beneficio della Procura Federale, qualora la penalizzazione inflitta ieri per le plusvalenze non si riveli sufficiente per escludere i bianconeri dalle coppe, per quanto il risultato maturato al Castellani (al saldo dell’esito della finale di Coppa Italia, che potrebbe incidere sul destino della settima classificata) abbia assicurato un importante contributo al raggiungimento dell’obiettivo. Il Tribunale Federale Nazionale, infatti, ha fissato per il prossimo 15 giugno – dunque entro la scadenza del 30 giugno, che segna la chiusura della stagione sportiva – l’udienza del processo relativo alle manovre stipendi, alla partnership oscure e ai rapporti con gli agenti. Una sentenza di primo grado che stabilisca un’ulteriore sanzione ai danni del club bianconero, insomma, avrebbe riverberi su questa Serie A, affossando una volta di più le ambizioni del gruppo di Allegri.

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Non è da escludere che le parti in causa trovino un accordo

Ma il condizionale è d’obbligo, perché non si può certo escludere che – nel frattempo – le parti in causa trovino un accordo per il patteggiamento. A maggior ragione dal momento che, un accordo, la Juventus e la Procura Federale già l’avevano trovato prima del deferimento di Chiné, cui si era arrivati perché la Procura Generale del Coni aveva nel frattempo bloccato l’intesa a causa del vizio della recidiva. Un ostacolo tutt’altro che insormontabile, in realtà, qualora la stessa Procura avesse presentato adeguata argomentazione per spiegare come non si trattasse di medesima ripetizione della violazione, all’interno di un recinto talmente ampio – quello dell’articolo 4.1 – da poter contenere pressoché qualsivoglia illecito.

E invece... invece una porta l’accusa ha preferito tenersela aperta per eventuali “correzioni” di fine stagione, questa volta per davvero dato che al 15 giugno il campionato sarà a tutti gli effetti terminato. E si potrà così agire, nel caso, per ritocchi definitivi al fine di lasciar fuori i bianconeri dall’Europa, come da disegno affrescato da ambienti di politica – non soltanto nazionale – più che di giurisprudenza. Passando dall’applicazione di sanzione su richiesta delle parti o dalla sentenza di primo grado, a quel punto, poco cambierebbe.

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La Corte Federale d’Appello a sezioni unite: a) proscioglie dalle incolpazioni ascritte i sigg.ri Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano;

b) irroga alla società F.C. Juventus S.p.A. la sanzione della penalizzazione di punti 10 (dieci) in classifica, da scontare nella corrente stagione sportiva.



Eccolo qua il dispositivo diramato ieri sera, alle ore 20.15, al termine del quinto “round” del processo plusvalenze. In sostanza: poteva andare anche peggio, ma “bene” è un’altra cosa. Il proscioglimento dei sette ex dirigenti senza delega può esser motivo di soddisfazione per i legali dei bianconeri in questione (e a questo punto pure per quelli di Maurizio Arrivabene, che pregustano un maxi risarcimento al Tar visto che ai tempi dei fatti contestati non era ancora ad). Ma per ciò che riguarda la società quei 10 punti di penalizzazione (che pure non sono né i 15 inflitti il 20 gennaio dalla Corte Federale d’Appello in diversa composizione né gli 11 chiesti ieri dal procuratore federale Chiné) non rappresentano di certo motivo di gaudio. Come dimostra peraltro il proposito del club di ricorrere ancora, eventualmente, al Collegio di Garanzia dello Sport. Ma, nell’insoddisfazione bianconera, il fatto che poi la squadra abbia perso a Empoli, rendendo di fatto ancor più massiccio il nuovo distacco dalla zona Champions, incide solo fino ad un certo punto. Già di per sé, infatti, quel -10 sapeva di “scientifica” esclusione dall’Europa.

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